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11/12/2011 03:06 CEST - NON SOLO TENNIS

Real-Barça: si fa la storia

NON SOLO TENNIS - 500 milioni di appassionati incollati ai televisori si gusteranno per la settima volta nel 2011 il grande "Clasico" di Spagna. Il Real Madrid di Mourinho è avanti di tre punti in classifica con una partita in meno ma i blancos non superano il Barcellona dal 2008. Da allora sono passati 200 match e 1312 giorni e la squadra di Guardiola ha sempre avuto un possesso palla superiore a quello di qualsiasi avversario. Giacomo Fazio

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Sabato 10 Dicembre, stadio Santiago Bernabeu: è il giorno della madre di tutte le partite. In Spagna tutta la Liga ruota intorno a questa sfida tra le due superpotenze del calcio mondiale. E’ il settimo confronto nel 2011. L’ultima volta che le strade di Real e Barcellona si sono incrociate nella finale di Supercoppa di Spagna è finita in una rissa con uno schiaffo di Tito Villanova indirizzato a Josè Mourinho ed un dito del portoghese nell’occhio del vice di Pep Guardiola. Al Bernabeu il 16 Aprile, “El Clasico” coincise con la prima di quattro partite che proseguirono con il trionfo madridista in Coppa del Re e la qualificazione azulgrana alla finale di Champions League. Se il motto storico del Barcellona è “mas que un club”, quella tra Real e Barca è “mas que un partido”. E’ una delle rivalità più accese in Europa perché non si contrappongono solo due club di calcio ma due politiche differenti: la centralità del potere della capitale e l’identità indipendentista catalana.
 

E’ una lotta in campo tra le due stelle Leo Messi e Cristiano Ronaldo entrambi con 17 goal in stagione nella Liga ma è anche la rivalità tra le panchine: da un lato Mourinho con i suoi 18 titoli, dall’altra Guardiola che è diventato uno dei tecnici più vincenti della storia blaugrana con 12 trofei in poco più di tre stagioni.

I numeri di avvicinamento alla partita sono impressionanti: in questa prima parte di stagione il Real Madrid ha segnato 68 goal mentre il Barcellona 67. Sono 162 le partite in Liga (68 vittorie per i blancos, 63 azulgrana, 31 pareggi), 29 in Copa del Rey (10V Real, 14V Barca, 5 pareggi), 10 in Supercoppa (5V Real, 3V Barca, 2 pareggi) ed 8 in Champions League (3V Real, 2V Barca, 3 pareggi). Il Real di Mourinho in Champions contro l’Ajax è arrivato a 15 vittorie di fila, come fece il Madrid di Miguel Muñoz nella prima stagione degli anni ’60. È un record del club e per batterlo bisognerà superare il Barcellona. Guardiola però al Bernabeu da allenatore è venuto 5 volte e non ha mai perso: 3 vittorie e 2 pareggi. Il dato più incredibile è che il Real non vince uno scontro diretto in Liga dal 7 Maggio 2008 e quella è stata l’ultima partita in cui una squadra è riuscita ad avere un possesso palla (50,53%) superiore a quello del Barca. Da allora sono passati 200 partite e 1312 giorni e la squadra di Guardiola ha sempre mantenuto la palla con una percentuale superiore a quella degli avversari.

Saranno ben 500 milioni gli appassionati che si incolleranno davanti alla tv per seguire il primo Clasico della nuova Liga spagnola. Un match che può già segnare il destino di due squadre a Dicembre. Infatti il Real dopo essere finito secondo nella passata stagione, è avanti quest’anno di tre punti con una sfida in meno e vincere uno scontro diretto vorrebbe dire fare un bel salto in classifica. Come si sa, i secondi 12 mesi dello Special One su una panchina superano per quantità e qualità le vittorie precedenti. E’ stato così al Porto, Chelsea ed Inter.
 

I due allenatori hanno ancora una volta scelto due strade diametralmente opposte per preparare la partita. Il catalano ha concesso 53 di ore di riposo ai suoi, mentre lo Special One ha sorpreso tutti decidendo di non presentarsi nella conferenza stampa della vigilia. Ancora una volta è stato Aitor Karanka a rispondere alle domande dei cronisti nella sfida più importante dell'anno. Non una grande novità rispetto al passato ma il classico espediente per attirare su di sé tutta l'attenzione, liberando la mente dei suoi giocatori.
 

Karanka ai giornalisti ha fatto capire che il Real non teme la squadra di Pep e che li affronteranno con un gioco votato all’attacco: “giocheremo con il 4-3-3. Cristiano Ronaldo e Di Maria a supporto del centravanti che sarà Benzema o Higuain. In mezzo al campo invece Ozil, Kakà, Khedira e Xabi Alonso si giocano tre posti. Sarà la migliore formazione possibile perché vogliamo vincere a prescindere dal fatto che potremmo mandare il Barça a sei punti. Guardare la classifica ora non ha senso. Mancano tante partite. Stiamo bene siamo in buona forma. E’ vero che giocheremo con una diretta rivale, ma per noi sarà una gara come tante e giocheremo con la stessa intensità. Ci siamo concentrati sul nostro gioco e non su quello degli avversari. Se firmeremmo per un pareggio? Certo che no. Noi scendiamo sempre in campo per vincere".
 

Pep invece ha mantenuto il suo aplomb ponderando le parole, consapevole che una sconfitta vorrebbe dire compromettere la Liga: "andremo in casa della capolista per giocare la miglior partita possibile. Non penso a come finirà, a quanti punti saremo, non posso preparare una partita pensando al distacco, dobbiamo invece pensare a quello che ha fatto il Real. Giocare in funzione della classifica non ha senso. Conta conoscere bene l'avversario, capire quali problemi ci ha creato in passato, è sulla strategia che bisogna concentrarsi … ma è naturale che ci giochiamo molto. Mourinho è un allenatore preparatissimo, loro giocheranno per vincere e noi pure. Dovremo fare tutto molto bene, essere veloci e attentissimi a tante cose, alla circolazione della palla, a trovare gli spazi. Il Real è una squadra che gioca con grande intensità. C'è bisogno della partita perfetta e al Bernabeu o vai tu a suonare la campana o non suonerà".

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Giacomo Fazio

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