Sonia Kenin, la Sharapova in miniatura

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Sonia Kenin, la Sharapova in miniatura

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TENNIS – Ha raggiunto gli ottavi all’Orange Bowl e fa parlare di sé da quando aveva cinque anni. Il 2013 le ha regalato i primi risultati importanti: Sonia Kenin sembra pronta a sbocciare. Daniele Vallotto

All’Orange Bowl non si parla solo di Alicia “Tornado” Black perché una biondina minuta dagli occhi azzurri sta andando oltre le aspettative. Sonia Kenin, statunitense con origini russe (è nata a Mosca), è abituata a far parlare di sé. Quando aveva cinque anni la si vide girare per Crandon Park con Kim Clijsters mentre a sette anni scambiò qualche colpo con Anna Kournikova. L’anno scorso ha vinto il titolo nazionale nella categoria G14. L’origine e l’aspetto l’hanno fatta subito accostare a Maria Sharapova e lei non si tira indietro da questi paragoni. Tre anni fa disse: “Vorrei vincere a Wimbledon a 17 anni come ha fatto Maria”. Un’affermazione tanto ingenua quanto indicativa delle aspettative che Sonia porta con sé: ha cominciato a giocare a tennis a cinque anni e a otto e mezzo era già numero uno nella categoria G10 in Florida.

Il suo mentore è Rick Macci, la cui accademia è una delle più prestigiose degli Stati Uniti. Macci, uno tra i primi a notare il talento delle sorelle Williams, è rimasto subito impressionato dalle capacità della ragazzina. In questa pezzo dedicato a Kenin dalla rivista Match Point (il sito www.sonyakenin.us ha una sezione per la rassegna stampa molto curata) Macci disse: “Mi ricorda la Hingis: stesso anticipo sulla palla, stesso senso della geometria. La guardi mentre gioca e vedi che ha la fame della campionessa”. E all’Orange Bowl Sonia sta dimostrando quanta fame ha: è entrata in tabellone con una wild-card e al primo turno del più prestigioso torneo junior la testa di serie numero 4, l’ucraina Helen Ploskina si è dovuta arrendere 6-3 6-1. Kenin, che ha quindici anni ed è dunque più giovane della media delle sue avversarie, è coetanea di Alicia Black ma non ha ancora raggiunto gli stessi risultati.

L’anno scorso, all’Eddie Herr under 14, perse il titolo in finale. Sonia conduceva 6-1, 5-2 e sembrava avviata a conquistare un torneo dove aveva lasciato le briciole alle avversarie. Ma l’ungherese Fanny Stollar riuscì a rimontare e ad aggiudicarsi il titolo. Il 2013 sembra essere il punto di svolta della sua breve carriera da junior. A maggio ha vinto a Daytona Beach, battendo quattro tenniste col ranking più alto del suo, risultato che le ha permesso un salto in classifica considerevole. Due mesi fa ha raggiunto la finale agli  USTA Collegiate Clay Court Invitational disputati ad Orlando e dopo i quarti raggiunti all’Eddie Herr International è salita al numero 112 della classifica ITF. Ora punta a diventare una top-100 tra le junior.
Al Frank Veltri Tennis Center può almeno bissare il risultato dell’Eddie Herr e il tabellone le ha dato una mano, riservandole per gli ottavi Cao Sigi, cinese, battuta in tre set a Bradenton la settimana scorsa.

I paragoni con Sharapova si fermano all’aspetto fisico. Kenin gioca infatti un tennis vario che si basa sulla corsa e la sagacia tattica. Gabby Castaneda, eliminata al secondo turno da Kenin ha detto di lei: “Quando la faccio correre è sempre lì e con quei drop-shot mi ha fatto diventare pazza”. Lei stessa è molto consapevole dei suoi punti di forza. Quando aveva nove anni le chiesero che cosa le permetteva di colpire la palla in maniera così pulita e lei rispose: “Sta tutto nei miei piedi. Se mi muovo bene, colpisco nel modo giusto. Mi piace muovermi per cercare la posizione giusta per colpire la pallina”. Il tennis di oggi non lascia più spazio a exploit precoci e quindi difficilmente la vedremo vincere Slam a sedici anni come fece Martina Hingis ma il suo nome va di certo aggiunto alla lista delle nuove leve made in U.S.A. che faranno parlare di sé nei prossimi anni.

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