FOGNINI & CO. IN ARGENTINA PER IL COLPACCIO

Coppa Davis

FOGNINI & CO. IN ARGENTINA PER IL COLPACCIO

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TENNIS – Dopo i quarti raggiunti nella scorsa edizione la nostra nazionale riparte dalla trasferta di Mar Del Plata. L’assenza di Del Potro rende la sfida accessibile, ma terra rossa e fattore ambientale consigliano grande cautela. In caso di vittoria si giocherà in casa nei quarti contro la vincente di USA-GBR. Stefano Tarantino

In sede di sorteggio per il tabellone principale della Davis 2014 sapevamo che su 8 teste di serie da affrontare, con ben 6 avevamo il vantaggio del fattore campo, con il Kazakhstan la sede sarebbe stata decisa dal sorteggio mentre l’unica trasferta che ci sarebbe toccata sarebbe stata quella in Argentina. A livello percentuale insomma c’erano tutte le premesse per iniziare con un sorteggio che quanto meno ci regalasse un ottavo di finale casalingo. Ed invece la sorte ci ha consegnato proprio l’unico team che potevamo affrontare fuori casa, l’Argentina.

Da subito si capì che molte delle nostre chance di vittoria sarebbero dipese dalla presenza o meno di Juan  Martin Del Potro, indiscusso nr. 1 argentino ma al contempo personaggio molto discusso nell’ambiente Davis sudamericano. Proprio le numerose polemiche legate alle passate partecipazioni del gigante di Tandil alla manifestazione a squadre hanno indotto Del Potro (che oltretutto non ha un buon rapporto con il capitano non giocatore Jaite e con buona parte dei membri della federazione argentina) a declinare (nonostante i tentativi dei suoi compagni di squadra) la convocazione per la sfida degli ottavi di finale, rendendo di conseguenza accessibile la sfida per la squadra italiana.

Già, perché i convocati di Jaite, Berlocq, Monaco, Zeballos ed il doppista Schwank (elencati in rigoroso ordine di ranking) sono sicuramente degli avversari ostici e che sono capaci di trasformarsi nella Davis, ma al contempo seppur sulla terra rossa ed in casa non sono da considerare ostacoli insormontabili.

Corrado Barazzutti dal canto suo è andato sul sicuro. Imprescindibili Fabio Fognini e Andreas Seppi per i singolari, recuperato Bolelli per il doppio (dove probabilmente giocherà insieme all’abituale compagno del circuito Fognini), il nostro capitano ha chiamato come quarto uomo Filippo Volandri, che nonostante abbia passato la trentina, sul mattone tritato può sempre dire la sua e può rappresentare una valida alternativa in situazioni di emergenza.

I PRECEDENTI

ARGENTINA-ITALIA 1-0

8-10 LUGLIO 1983, Quarti di Finale, Roma, Foro Italico

Italia-Argentina 0-5

Vilas-Panatta 6-2 6-2 6-1

Clerc-Barazzutti 12-10 6-2 7-9 3-6 6-4

Clerc/Vilas-Bertolucci/Panatta 7-5 6-3 6-4

Vilas-Barazzutti 6-3 6-1

Arguello-Cancellotti 7-5 6-4

Italia e Argentina si sono affrontate una sola volta in Davis, nel 1983 al Foro Italico. Quel match sarà dai più ricordato come l’ultimo incontro giocato nella manifestazione da Adriano Panatta e Paolo Bertolucci e fu per i nostri colori una sonora (e annunciata) disfatta.

Gli argentini ci rifilarono un pesante cappotto, guidati dagli indomiti Guillermo Vilas e Josè Luis Clerc, due nomi storici del tennis sudamericano che a stento si parlavano ma che in Davis superavano qualsiasi contrasto.

Quella sfida fu preceduta da molte polemiche. Panatta era oramai da tempo fuori forma ed era prossimo al ritiro, la stampa italiana avrebbe per la maggior parte voluto che a scendere in campo fossero state le nuove leve, che Vittorio Crotta (il nostro capitano non giocatore) aveva già in alcuni casi schierato in precedenti match di Davis. Claudio Panatta e Francesco Cancellotti scalpitavano alle spalle dei nostri big, tra i quali l’unico ancora in ottima condizione era Corrado Barazzutti. Ma a Reggio Calabria nel match di ottavi di finale proprio Claudio Panatta perse inopinatamente i suoi due singolari contro gli irlandesi che battemmo a stento 3-2.

Così alla fine prevalse la voglia di Panatta e Bertolucci di chiudere la loro stupenda esperienza in Davis davanti al pubblico romano, anche perché sulla carta la sfida era alquanto improba e anche con le nuove leve (come racconta Bertolucci nel libro a lui dedicato “Braccio d’oro” di Stefano Meloccaro) il risultato difficilmente sarebbe cambiato.

Così si giocò per l’appunto a Roma. Nel primo singolare Vilas rifilò una durissima lezione ad Adriano Panatta, sommerso 6-2 6-2 6-1. Lontanissimi i tempi della finale vinta contro l’argentino agli Internazionali del ’76, il nostro tennista capì durante quel match che non ne aveva più. Lo si vide chiaramente ad inizio terzo set fare un segno con la mano verso la panchina come a dire basta, è inutile continuare a combattere. Ed a fine match l’intervista con Galeazzi fu abbastanza eloquente:”Quando lui gioca così c’è ben poco da fare”.

La sorte non ci aiutò invece durante il secondo singolare. Clerc andò avanti due set a zero, ma Barazzutti, notoriamente duro a morire riuscì ad impattare le sorti e portare il match al quinto. L’inerzia era dalla parte del nostro attuale capitano non giocatore, ma sopraggiunse l’oscurità che fece interrompere il match ed al contempo salvò con ogni probabilità il nr.2 argentino. L’indomani un Clerc rilassato e ritemprato non perse tempo e vinse 6-4 il quinto set portando il secondo punto agli argentini.

A quel punto il doppio divenne una formalità, anzi una passerella per la nostra mitica coppia che tante soddisfazioni ci aveva dato in Davis e nel circuito. Gli azzurri ebbero anche un set point nel primo set prima di venire sconfitti in 3 dignitosi parziali. Subito dopo in conferenza stampa i nostri eroi sancirono il loro addio al tennis giocato.

Dopo 31 anni sarebbe il caso di vendicare la sconfitta del Foro.

IL PRONOSTICO

E’ una sfida molto equilibrata, forse quella più incerta del 1° turno di questa edizione della Davis. Abbiamo due singolaristi con punti di forza ideali per provare a venire a capo della trasferta argentina ma che al contempo hanno punti deboli che potrebbero prestare il fianco ad una sonora sconfitta.

Ci spieghiamo meglio.

Delle potenzialità di Fabio Fognini non abbiamo più dubbi, un estro ed una forza di volontà fuori dal normale, il tennista spezzino in situazioni da bolgia (vedi match contro Monfils al Roland Garros alcuni anni fa) si galvanizza e se in forma non rifiuta il ruolo da leader e le relative responsabilità nei match decisivi (vedi vittoria con Dodig l’anno scorso a Torino negli ottavi di finale). Il problema sono le giornate negative, quelle nelle quali Fabio dà il peggio di sé, non reggendo da un punto di vista nervoso il più semplice dei match, quelle nelle quali è capace di prenderle anche dal nr. 200 del mondo. Ma l’anno scorso lo abbiamo visto dare il massimo sia con la Croazia che nella sfortunata trasferta canadese (dove avrebbe fatto a botte con tutti durante il doppio). Ci basterebbe rivederlo così e il buon Australian Open disputato ci induce una certa fiducia. Questa è l’occasione buona per diventare l’eroe del week-end.

Andreas Seppi caratterialmente è l’esatto opposto. Tennista dalla grandissima regolarità, mai una parola fuori dalle righe, il suo match se lo gioca fino alla fine, altissima capacità di rimanere in partita mentalmente al di là dei fattori ambientali (basti pensare alla vittoria contro Hewitt al 1° turno degli Australian Open). Gli unici difetti del tennista altoatesino sono le notorie partenze soft e quella incapacità di chiudere i match che gli sono costati qualche rimpianto in più nel circuito ed anche qualche dispendio ulteriore di energie pagato poi caro nei turni seguenti (vedi contro Young a Melbourne). Ma proprio l’affidabilità di Seppi nelle partite sulla distanza dei 5 set e la capacità di essere ben centrato durante i suoi match ci fanno ben sperare.

Dal lato argentino Juan Monaco ha avuto la sua stagione migliore nel 2012 (è stato anche Top10), ma complici anche alcuni infortuni patiti nel 2013, appare al momento lontano dai suoi standard migliori. Vanta comunque un eccellente 3-0 nei confronti diretti con il nostro Fognini, segno che comunque possiede il gioco ed il temperamento per mettere in difficoltà il nostro numero 1. Monaco è in vantaggio anche nei confronti di Andreas Seppi (2-1, unica vittoria di Seppi nel 2008 ad Amburgo) e di conseguenza appare se schierato il tennista con le capacità maggiori per darci fastidio.

Horacio Zeballos, in svantaggio nei confronti diretti sia con Fognini (0-2) che con Seppi (1-2) è quello che si dice un “fighter”, un gran lottatore, soprattutto sulla terra rossa. Ma forse dei 3 singolaristi argentini è quello con minori potenzialità e con minore esperienza, potrebbe soffrire l’atmosfera e le responsabilità della Davis.

Carlos Berlocq (sotto 0-1 nei precedenti sia con Seppi che con Fognini) è invece da un punto di vista emotivo il più pericoloso degli argentini. L’anno scorso ha letteralmente trascinato la sua squadra alla vittoria nel primo turno con la Germania. E’ rimasta impressa ai più il suo strappo della maglietta dopo la vittoria su Kohlschreiber al quinto set, un’immagine che faceva tornare in mente le trasformazioni dell’Incredibile Hulk, insomma un vero e proprio animale da Davis, capace di scatenare il pubblico amico e farlo diventare un fattore. Forse anche per stato di forma il più temibile dei suoi, probabile singolarista al fianco di Juan Monaco.

Eduardo Schwank come abbiamo detto è il doppista del gruppo, fido compagno di David Nalbandian fino ad un paio di anni fa, a fine 2012 si dovette operare al polso e da allora era un po’ uscito dal giro della Davis. Jaite ha deciso di richiamarlo per il match contro l’Italia, in doppio sicuramente ha grande esperienza ed ottime doti, bisognerà vedere da chi sarà affiancato.

Doppio che come al solito nelle sfide equilibrate potrebbe diventare decisivo. Di Bolelli e Fognini abbiamo detto. Sono affiatati, giocano il doppio in modo anomalo, nel senso che chi batte non scende a rete. Da verificare il pieno recupero di Bolelli dopo i problemi al polso, anche se i match disputati a Melbourne sembrano aver fugato i dubbi residui.

Gli argentini sulla carta potrebbero schierare Zeballos e Schwank, ma chiunque sia il compagno di quest’ultimo l’affiatamento non sarà mai pari a quello della nostra coppia. Basterà questo per farci portare a casa il punto del doppio? Difficile da dire, il fattore ambientale potrebbe essere decisivo. Non si gioca al Parque Roca di Buenos Aires, sede storica del tennis argentino in Davis, ma la struttura di Mar del Plata sembra più raccolta e più vicina al campo, indi per cui il pubblico saprà come farsi sentire (e non ne dubitiamo).

Necessario comunque non toppare la prima giornata, un punteggio di parità lascerebbe apertissimo il discorso qualificazione e forse metterebbe un po’ di pressione sulla coppia argentina per la sfida del sabato, match nel quale come detto i nostri sulla carta sono più affiatati, in Davis cosa non da poco.

Certo sarebbe un peccato non portare a casa il risultato, ci attenderebbe infatti un quarto di finale casalingo contro la vincente della sfida Usa-Gran Bretagna. Quarto che sarebbe sicuramente giocato sulla terra (Foro Italico?) e che ci potrebbe addirittura portare in semifinale dopo ben 16 anni. Stiamo correndo troppo con la fantasia? Forse, ma sognare non costa nulla. Prima però c’è da superare l’esame argentino.

Il pronostico resta difficile, a livello di ranking i nostri sono messi meglio ed anche l’inizio di stagione arride ai nostri colori, ma in Davis sappiamo che tutte questi ragionamenti lasciano il tempo che trovano. Ed allora preferiamo non sbilanciarci, sfida da tripla, ma in fondo in fondo la speranza del colpaccio c’è.

Argentina 50% – Italia 50%

 

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