Vajda: "Con Becker Nole può diventare più altalenante"

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Vajda: “Con Becker Nole può diventare più altalenante”

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TENNIS – Marian Vajda ha parlato di come l’ingresso di Boris Becker nello staff di Novak Djokovic possa influenzare il gioco del serbo. Secondo il suo storico coach il rendimento potrebbe diventare meno costante ma è fiducioso per il futuro. Sara Niccolini

Marian Vajda è lo storico allenatore di Djokovic, colui che lo ha preso sotto la sua ala nel 2006, proprio quando sono iniziati ad arrivare i primi successi di Nole, nonostante fosse sul circuito da tre anni. Da qui è cominciata l’ascesa del serbo, il quale aggiungerà sicuramente altri titoli agli attuali 42, di cui 6 Slam e 17 Masters 1000.
Una tale dedizione a crescere ogni anno in modo così costante e continuo è una caratteristica che tutti abbiamo imparato a conoscere di Novak, ma deve essere supportata da un team di lavoro con cui condividere gli obiettivi e i sette anni di lavoro con il coach Vajda hanno fatto la differenza. Un suo grande merito è stato certamente quello di aver compreso, non solo come Nole fosse dotato di una abilità tecnica impressionante, ma come la sua capacità di sopportare la fatica faccia la differenza all’interno del circuito, dote ancora più invidiabile alla luce della scoperta di essere affetto dalla celiachia, che ha determinato un cambiamento drastico della dieta.

Dall’inizio del 2014 Vajda ha fatto un passo indietro all’interno del team di Djokovic in favore di Boris Becker che è diventato primo coach in una fase della carriera di Nole un poco più statica ed incerta. “Forse vedremo un andamento altalenante del suo gioco, ma nel lungo periodo il cambiamento dovrebbe avere un buon effetto” ha dichiarato Vajda, il quale ha proseguito, “ovviamente è un grande cambiamento, era abituato a vedermi nel suo angolo, al mio approccio, ai miei allenamenti, alle mie puntualizzazioni dopo ogni match. La mia presenza era per lui importante, ma vedremo come andrà. Si deve adattare all’avere un nuovo allenatore accanto, non è semplice e serve tempo. Non avviene per miracolo perché è un processo in divenire”.  Ma quali sono stati i problemi principali della cura Becker? Secondo Vajda, Novak ha avuto bisogno di ambientarsi al nuovo modo di allenare. Penso che a Novak mancasse la solidità e la pazienza all’interno del match. Un set magnifico, segutio da due mediocri. Un break avanti, poi lo perde. Non vedevo il vero Novak. Per cui gli ho chiesto di aumentare l’intensità anche nelle sessioni di allenamento. Abbiamo lavorato su cose molto specifiche, come il servizio, ma specialmente il rovescio. L’aveva un po’ smarrito. Ma abbiamo visto che in finale a Indian Wells è tornato a livelli fantastici, lo ha variato ma lo ha usato anche per far correre Federer. Durante la finale, e specialmente durante il tie-break del terzo set, l’abbiamo visto dentro il punto, dentro ogni singolo colpo. Questo è il marchio del campione“.

Per ora l’inizio della stagione di Djokovic è stata al rallentatore rispetto agli altri anni, poiché nei primi due mesi non ha vinto neppure un torneo (record negativo dal 2007), è uscito ai quarti di finale degli Australian Open contro Wawrinka (che comunque ha poi vinto il titolo), ha perso da Federer la semifinale di Dubai, ma si è riscattato battendolo nella finale di Indian Wells quest’anno, anche se gli alti e bassi per arrivare al trofeo sono stati molti.Una vittoria molto importante. Perché i risultati all’inizio della stagione si portano dietro quelli del prosieguo. Novak è riuscito a superare questo periodo. Il suo gioco è di nuovo in mani sue: la sua difesa, le sue armi offensive, il servizio eccetere. Ha in testa un’immagine chiara del suo gioco“.

Vajda ha limitato a dodici il numero di settimane all’anno in cui seguire Nole in giro per il mondo, per poter godere di più tempo da passare con la sua famiglia, ma intanto tiene un occhio sul televisore per vedere i progressi del suo giocatore preferito:

Ovviamente guardo tutti i match di Novak e mi sento molto più rilassato a casa piuttosto che in tribuna. Vedendo il suo gioco in TV noto cose di cui non mi ero accorto prima, quindi è comunque qualcosa di positivo”. Vajda ammette che inizialmente il nome di Becker non era tra i probabili candidati a sostituirlo, ma ritiene sia stata la scelta giusta per Nole, anche se molti addetti ai lavori non credono nella loro capacità di cooperare e di instaurare un feeling duraturo: alcuni scommettono nel ritorno di Boris nel box di commento della BBC giusto in tempo per Wimbledon.

La regola che fino a pochi anni fa girava tra i campi da tennis era che il grande giocatore difficilmente può diventare un buon allenatore, in quanto avrà la spiccata tendenza a tentare di imporre il suo punto di vista. Il 2014 sembra l’anno in cui i top players vogliano contraddirla.

 

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