ATP Oeiras: Berlocq rimonta e trionfa. Berdych, che figuraccia!

ATP

ATP Oeiras: Berlocq rimonta e trionfa. Berdych, che figuraccia!

Pubblicato

il

 

TENNIS ATP OEIRAS – All’Estoril Open Carlos Berlocq vince il secondo titolo della sua carriera battendo Tomas Berdych in rimonta: 0-6 7-5 6-1. Secondo top-10 battuto in settimana e ritorno nella top-50 da lunedì.

C. Berlocq b. [1] T. Berdych 0-6 7-5 6-1

In una delle domeniche più folli che l’ATP ricordi, Carlos Berlocq mette a segno una rimonta difficile da spiegare. L’argentino, che  era sotto 0-19 contro i top-10 a inizio settimana, ha concluso come meglio non poteva una settimana da favola dove ha battuto due top-10 (Raonic e Berdych). Dopo aver perso il primo set della finale con un netto 6-0, tutto lasciava presagire un facile dominio di Tomas Berdych. Invece è accaduto l’impensabile perché Berlocq, la cui stoffa da terraiolo è ben nota ad Andreas Seppi (umiliato a Mar del Plata a febbraio in Coppa Davis), è riuscito a far correre sempre di più il suo avversario per poi sfinirlo. Non ha un bel tennis, non è spettacolare, corre tantissimo ed ha un grunting piuttosto fastidioso. Ma sulla terra è un vero cagnaccio a cui non va lasciato nulla. E oggi Berdych ha lasciato fin troppo.

Il primo set, in pratica, non si gioca. Berlocq aveva vinto otto set su otto ad Oeiras e nemmeno il ventesimo top-10 che ha trovato sulla sua strada, Milos Raonic, è riuscito a portargliene via uno. Ma il ventunesimo, Berdych, non sbaglia praticamente nulla. Superiore in tutti i fondamentali, il ceco replica la prestazione della semifinale, dove non ha mai ceduto il servizio e lo ha strappato quattro volte al rivale. Berlocq, alla terza finale ATP (ha vinto il primo titolo pochi mesi fa, a Båstad), sembra inadeguato ad arginare la potenza dell’avversario, anche se ci si trova sulla terra. Il servizio del nativo di Chascomús è troppo debole e Berdych può impostare lo scambio come gli pare e piace: il risultato è che Berlocq conquista quattro punti sul suo servizio senza mai dare l’impressione di poter fare partita.

Ma come successo a Monaco tra Fognini e Klizan, il secondo set segna la svolta. Non c’entrano infortuni simulati e non: la differenza sta tutto nell’immenso cuore del lottatore Berlocq. Il 6-0 non lo tramortisce, anzi, lo spinge ad applicare con maggiore costanza il piano, ossia quello di far correre Berdych fino all’esaurimento. Il numero sei del mondo non è certo tipo da scambi lunghi mentre la pazienza è di sicuro la dote migliore del numero 62 (sarà numero 48 domani). E così quella del secondo set è una sfida tutta diversa. Berlocq sale subito di un break e lo difende fino al 3-2. Berdych è di un’altra pasta, e si vede, ma il ceco fa una fatica matta ad imporre la maggiore caratura. Il controbreak arriva comunque ma i game sono lunghissimi e molto serrati. In pratica Berlocq ha portato la partita su un altro piano. E su quel piano Berdych non è così superiore a Berlocq. L’argentino torna avanti di un break e lo cede di nuovo ma è chiaro che il numero 62 del mondo non mollerà la partita come ci si poteva aspettare. E infatti sul 5-5 arriva il break che gira il match. Berdych si prende uno warning per time violation e il merito è tutto di un Berlocq in versione muro di gomma: il ceco finisce in debito di ossigeno e sbaglia le cose più elementari. Quando va a servire per il set l’argentino non fallisce, anche perché Berdych è palesemente sfiduciato e infastidito dalla piega degli eventi.

È davvero arduo trovare una motivazione per il tracollo del numero sei del mondo nel terzo set. Un finalista Slam che perde in maniera così netta il controllo della partita contro un onesto manovale della racchetta è cosa piuttosto rara. Ma la verità è che Berdych, perso il secondo set, smette di giocare. Il servizio non funziona (1/13 con la seconda) mentre Berlocq sta attentissimo ai propri turni, mettendo una sola seconda in tutto il parziale. Il piano dell’argentino è perfetto: in totale confusione, aggredito appena rallenta, Berdych non riesce a trovare delle soluzioni e cede di schianto, finendo sotto 5-0. Al momento di servire per il match Berlocq sente la tensione e Berdych, per evitare l’umiliazione di un bagel, riesce a brekkare ma poco dopo perde per la quinta volta di fila il servizio e la partita. Alla fine sulla terra portoghese ci finisce Berlocq, quinto argentino a farlo dopo Nalbandian (2002, 2006), Chela (2004), Gaudio (2005) e del Potro (2011, 2012). Per Berdych è una severa lezione in vista di Madrid, Roma e Roland Garros, anche se non è sulla terra che il ceco ambisce a diventare finalmente grande. Berlocq, che invece sulla terra ha colto le maggiori soddisfazioni della carriera, gli ha insegnato che non si deve mai smettere di sognare, nemmeno a 31 anni.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement