TENNIS ROLAND GARROS – Rino Tommasi, il grande inviato con più di 150 Slam all’attivo ricorda le date d’avvio degli Slam e tributa il doveroso omaggio a Sara Errani, brava a non demoralizzarsi dopo un brutto secondo set con Madison Keys. 1
Per la prima volta dal 1968 sono costretto a seguire il Roland Garros da casa mia piuttosto che dalla tribuna stampa del vecchio stadio che i francesi hanno costruito nel 1928 per dare ai loro campioni un teatro degno delle loro gesta. Credo sia giusto ricordare che i Campionati Internazionali di Francia sono nati nel 1925 ma proprio grazie ai famosi “Moschettieri” hanno immediatamente ottenuto l’inserimento del loro torneo tra le prove più prestigiose del calendario internazionale. Hanno comunque dovuto attendere tre anni prima che il riconoscimento formale di legare il Roland Garros ai tre Slam di maggiore tradizione inglese e al bridge, il gioco di carte più diffuso nei club più esclusivi di Francia Inghilterra e Stati Uniti, venisse concesso.
Lo slam è stata dunque un’invenzione giornalistica che ha avuto fortuna se ancor oggi viene usata da chi non ha mai giocato a carte o impugnato una racchetta. In realtà i grandi tornei non sono nati insieme. Wimbledon si è giocato per la prima volta nel 1877. I campionati degli Stati Uniti sono nati nel 1888 quelli d’Australia nel 1905, quelli di Francia (Roland Garros) nel 1925, tre anni prima che il complesso dove ancor oggi si gioca fosse ultimato.
Inizialmente tre delle quattro prove del Grande Slam si giocavano sull’erba ma questa superficie è stata mantenuta solo dagli inglesi mentre gli australiani hanno costruito un nuovo stadio (Flinders Park) nel 1988, quindi gli americani hanno inaugurato Flushing Meadows nel 1978.
Il tennis italiano è arrivato quest’anno a Parigi senza sapere se poteva ancora contare sulla forme delle sue donne di punta e soprattutto se Fabio Fognini fosse pronto per essere davvero il leader del nostro tennis. Il declino di Francesca Schiavone ha lasciato a Sara Errani la responsabilità di allungare la fase di passaggio del tennis italiano dall’era Panatta ad un’altra che attende ancora di trovare una denominazione
Di fronte all’americana Madison Keys, numero 36 in classifica Wta, ed alla quale Sara rendeva 14 centimetri in altezza, la nostra giocatrice aveva una buona partenza ma si inceppava sul 5 a 1 quando subiva una serie impressionante di punti vincenti della Keys. Mi pare fossero 21 a 3 sul 5 pari. Era comunque brava a riprendersi in tempo per chiudere il primo set, a non deprimersi per aver perso il secondo set e a chiudere bene il terzo.