TENNIS – Ottima prestazione del numero 1 azzurro che può arrivare ai quarti e si mostra rammaricato per Roma. Battuta la Giorgi da un’ottima Kuznetsova. Ferrer, dopo Bolelli, affronterà Seppi che ha battuto Monaco. Errani vince con la Pfizenmaier. Guarda le foto del match Bolelli-Ferrer e di Seppi-Monaco – A proposito di Fognini, ragionier Fabio e Mr Hyde
Fognini b. Bellucci 63 64 76(2) (da Parigi, Roberto Salerno)
Quella di oggi pomeriggio è probabilmente la versione migliore del numero 1 italiano. Opposto ad un giocatore forse non di primissimo piano, e che ha iniziato la parabola discendente della carriera ma che la terra la conosce bene (Bellucci riuscì a fare partita pari per quasi due ore contro il Djokovic del 2011 a Madrid), Fabio ha semplicemente fatto valere i diritti del più forte. Senza strafare, senza imprecare – o almeno non troppo – aspettando quando c’era da aspettare, accelerando quando c’era da accelerare. Solido in difesa, poco falloso in attacco, capace di giocare molto bene i momenti importanti del match. Se non fosse che stiamo parlando di un giocatore che troppo spesso ha alternato prestazioni ottime a disastri verrebbe quasi da definire la partita di Fognini come, nientemeno, “matura”. Valga ad esempio il lunghissimo scambio che ha condotto al break del secondo set. Fognini ha tenuto Bellucci a remare ad una velocità sostenuta senza rischiare praticamente nulla, in attesa che il brasiliano finisse fuori giri, cosa puntualmente avvenuta. E anche nella delicata palla break del secondo game del terzo set stessa tattica: scambio sostenuto e conclusione troppo larga del brasiliano. Ma anche il resto del match ha dato buone impressioni. La solidità al servizio la capitalizzazione dell’unico break nei primi due set e insomma tutta la condotta generale fa ben sperare. E tutto sommato anche il passaggio a vuoto che ha permesso al brasiliano di rientrare in partita nel terzo set non deve destare troppe preoccupazioni, considerata la casualità con cui sono arrivate le due palle break – una palla “a candela” che ha toccato il nastro e Fognini non è riuscito a rimandare dall’altra parte del campo – e la serenità con cui è stato accolto dal tennista di Taggia. Insomma, il Fognini che vorremmo sempre vedere, tranquillo anche quando un altro nastro aveva vanificato il minibreak nel tiebreak, peraltro vinto senza nessun patema. Adesso il tabellone si è fatto interessante con Monfils che non è ha certo convinto contro Struff e un eventuale ottavo contro il vincente di Garcia Lopez-Young. Se Mr Hyde lo lascia in pace chissà che non riesca a replicare il quarto di finale di 3 anni fa.
Il buon momento è continuato in conferenza stampa, quando un rilassato Fognini ha ironicamente risposto a chi gli ha chiesto se pensasse alla semifinale “come no? anche a vincere il torneo, tanto per quello che costano i sogni…”. Molto concentrato sulla partita di sabato contro Monfils – che spera di giocare sullo Chatrier “un’arena molto importante e dove il pubblico si farà sentire, ma a me il pubblico contro non fa impressione” – ha ricordato i precedenti che sono “un po’ pazzi… ma d’altra parte noi due siamo dei giocatori un po’ pazzi”. Alla fine Fabio ha tenuto a precisare che il ricordo di Roma fa ancora molto male. “Ho lavorato tanto in questo periodo e sono stati sei mesi duri, in cui ho speso molto. Anche la Coppa Davis ha portato via molta energia. Ci eravamo ripromessi di migliorare sul duro e ci siamo riusciti. Ero arrivato in Europa con buone speranze poi ci sono stati i brutti momenti di Barcellona, Madrid e soprattutto Roma. Mi dispiace quello che è accaduto, ho giocato da schifo ma voglio che si sappia che sono il primo ad essere deluso. Giocare così male lì, in quel posto, in un torneo a cui tengo molto… Speravo mi fossero più vicini i tifosi, non è che fischiando risolvano granché. Ma è andata così adesso sono contento per come sta andando questo torneo”.
Non siamo mai stati troppo teneri con Fognini versione Mister Hyde, ma oggi – e visto che siamo in Francia – “chapeau!” ragionier Fabio.
S. Errani b. D. Pfizenmaier 6-2 6-4 (da Parigi, Laura Guidobaldi)
È il Roland Garros delle giovani rampanti, non c’è che dire. L’avversaria di Sara Errani, Dinah Pfizenmaier, 22enne, tedesca e n. 90, da come è partita, sembra voler compiere l’impresa delle colleghe Mladenovic, Townsend e Shmiedlova. In un court n. 2, dalle tribune gremite d’italiani, la tennista di Bielefeld parte subito in quarta brekkando l’azzurra in apertura e salendo poi 2-0.
Dinah spinge tantissimo, aggredendo Sara che, per ora, tende ad arretrare. Ma la bolognese è coriacea e da fondo tiene benissimo il palleggio. Con fatica, e grazie ad alcuni errori dell’avversaria, recupera dunque 3 game e passa a condurre 3-2.
La musica cambia in pochi minuti e, grazie all’esperienza e al controllo, Sara infila 5 giochi di fila per poi intascare il primo set 6-2 in 32 minuti.
L’inizio esplosivo della Pfizenmaier finisce in un fuoco di paglia. Per la tedesca ci sono 9 vincenti a fronte di 18 gratuiti mentre Errani mette a segno 3 vincenti con 6 gratuiti.
Nella seconda frazione Dinah lotta e il 6° game è lunghissimo e tirato, con l’italiana in vantaggio 3-2. Sara alterna cose positive e errori, tant’è che la Pfizenmaier pareggia i conti sul 3-3. Ma Sara resiste e fa un ulteriore passo in avanti sul 4-3. L’avversaria, pur non presentandosi sulla carta un grosso problema per l’italiana, resiste, supportata da un servizio insidiosissimo e trovando soluzioni coraggiose, come una serie di affondi per poi chiudere il punto con lo schiaffo di dritto e raggiungere così la Errani sul 4-4. Ma, alla fine, su una palla corta di Sarita, Dinah sbaglia un dritto in avanzamento e consegna l’incontro alla bolognese che può finalmente esultare con un urlo liberatorio.
La prossima avversaria sarà un’altra top 100, l’israeliana Julia Glushko, 24 anni e n. 98 del ranking, che ha eliminato a sorpresa la Flipkens ed è, insieme alla Peer, che è n. 86 Wta, la più forte giocatrice d’Israele.
“Il secondo set è stato complicatissimo” afferma Sara, “lei ha servito con un kick a 165, cosa mai vista neanche con la Stosur, pazzesco ! Ho dovuto rispondere lontana dalla righe. Ha giocato molto bene, ha un dritto pazzesco, ha fatto smorzate vincenti, è ovvio che c’era tanta tensione”.
Cosa ne pensa della prossima avversaria ?
“Con la Glushko mi sono allenata 4 giorni fa qui a Parigi ma prima non la conoscevo“. E la gamba ? “La gamba sta benissimo. Per il doppio è stata dura e Roby si è fatta male anche al polpaccio, ha sofferto tantissimo. Le giovani promesse ? Penso che quest’anno il livello si sia alzato molto ma Serena è sempre la più forte, penso abbia 15 vite, forse anche di più !”.
[32] A. Seppi b. J. Monaco 6-2 6-4 6-4 (da Parigi, Davide Zirone)
Sono le 16 in punto e spunta un timido sole quando Andreas Seppi alza le braccia al cielo e grida fortissimo: è al terzo turno del Roland Garros dopo aver battuto in tre set Juan Monaco in 2 ore e 23 minuti di gioco. Va detto però che l’argentino è solo una copia sbiadita del giocatore visto 3 anni fa, ma non vogliamo togliere i meriti ad Andreas, che non ha ancora perso un set nel torneo.
L’italiano parte subito forte e conquista il primo break già nel secondo game, alla sesta occasione. L’argentino sembra lamentare un problema alla gamba e il pubblico sembra compatirlo. Si sussegue una serie di break e contro-break fin quando l’italiano no prende lo slancio decisivo, salendo 3-1. Sul terzo break conquista il primo set 6-2 in 31 minuti.
Prima dell’inizio del secondo set, Monaco chiede un medical time out per un problema nella parte superiore della coscia destra. Così Seppi prova a sfruttare il vantaggio, ma non converte nessuna delle 6 palle break che l’avversario gli concede in apertura. Gli scambi si fanno più complicati e ognuno tiene la propria battuta fino al 5-4, quando Andreas prende il break sul 40-0 e chiude anche il secondo set 6-4 in poco più di un’ora di gioco.
In apertura di terzo set, Seppi concede il secondo break del match, ma lo svantaggio dura poco perché, seppur con molta fatica, alla quinta occasione Seppi strappa la battuta all’argentino pareggiando 2-2. Sul 3-3 concede 3 palle break a Monaco ma riesce a tenere la battuta e salire 4-3. Avanti 5-4, ottiene due matchpoint: il primo è salvato da Monaco con un bel rovescio, ma sul secondo l’argentino manda fuori il dritto e consegna all’italiano anche l’ultimo set, 6-4 in 50 minuti.
Al prossimo turno avrà l’occasione di vendicare Bolelli. Come Seppi, anche Ferrer, finalista qui l’anno scorso, non ha ancora perso un set ed ha concesso soltanto 14 game (distribuiti equamente fra primo e secondo turno). E’ inspiegabile come mai, nonostante sia numero 5 del mondo, la stampa internazionale tenda ad ignorarlo: durante le sue conferenze stampa sono presenti solo pochi giornalisti spagnoli… ai quali oggi si è aggiunto anche Ubaldo Scanagatta.
Un Seppi visibilmente soddisfatto si presenta in conferenza stampa con qualche minuto di ritardo. Non ha gradito l’atteggiamento dell’avversario durante il match “Ha chiesto il medical timeout dopo il primo set e spesso si toccava e si lamentava… poi però correva come se niente fosse“. Sul prossimo match contro Ferrer si è limitato a dire che proverà a fare meglio rispetto agli incorri precedenti “Ho preso sempre delle grosse stese, non ho mai vinto più di 4 game a set e spero di fare meglio contro un giocatore completo in tutti i fondamentali.” Una possibile soluzione? “Il rovescio lungolinea o qualche smorzata!”
[27]S. Kuznetsova b. C. Giorgi 7-6(5) 6-3 (da Parigi, Alberto Giorni)
Finisce al secondo turno l’avventura al Roland Garros di Camila Giorgi, che illude per un set, ma alla fine deve alzare bandiera bianca al cospetto della più esperta Svetlana Kuznetsova: 7-6(5), 6-3 in 1h44’.
Niente di nuovo sotto il sole parigino. Camila va sempre all’attacco cerca il vincente su ogni palla. Nel primo set la tattica zemaniana funziona a tratti e resta il rammarico per tiebreak iniziato bene e poi sfuggito; nel secondo troppi errori e il match è volato via. Emblematici i numeri: per la Giorgi 40 vincenti e 50 errori gratuiti, per la Kuznetsova 15 vincenti e 11 errori.
La Giorgi ha giocato in contemporanea con Bolelli. Quasi tutti i giornalisti italiani presenti a Parigi sono andati sul campo di Camila, ritenendo che avesse maggiori chance di vittoria, ma purtroppo le cose sono andate diversamente.
Fin da subito è la Giorgi a fare la partita, senza alcun timore reverenziale dei confronti della campionessa di Parigi 2009: non è una novità, alla vigilia aveva ribadito che lei si comporta sempre allo stesso modo indipendentemente dall’avversaria.
Il servizio non è un fattore determinante (saranno 6 i break nel primo set), ma Camila piace per il suo coraggio: va sempre all’attacco, appena può cerca di chiudere i punti a rete e sfoggia alcuni schiaffi al volo che ricordano quelli di Agassi.
La prima svolta arriva quando la russa si porta sul 5-3 (grazie a un dritto sbagliato da Camila) e va a servire per il set. Qui però l’azzurra con coraggio si butta avanti, manca una prima opportunità con una risposta in rete, ma alla seconda occasione strappa il 5-5.
Il copione si ripete subito dopo: la Kuznetsova sfrutta gli errori della maceratese e può servire una seconda volta per il set sul 6-5, ma l’azzurra si salva ancora una volta. La Giorgi dà il meglio di sé quando è sul ciglio del baratro, lascia andare il braccio e con un dritto fulminante si merita gli applausi del pubblico del campo numero 2 e si issa al tiebreak.
Camila inizia bene, si porta 3-1 con un gran rovescio lungolinea e poi 4-2: qui però arrivano due errori gratuiti di fila (dopo un overrule del giudice di sedia che la penalizza). Sul 5-5 la Kuznetsova mette a segno una pregevole palla corta ed è 6-5. Sul setpoint, l’attacco della Giorgi è troppo morbido e la Kuznetsova non ha difficoltà a passarla, portando a casa il primo set.
La Giorgi accusa il colpo. Se il primo parziale è durato un’ora, passa solo una decina di minuti e l’azzurra va sotto 0-3 a inizio secondo set: troppi gli errori della nostra giocatrice e la russa ne approfitta prontamente. Camila manca l’occasione per accorciare le distanze sul 2-3 e in un lampo si trova una montagna da scalare sul 2-5.
Qui serve per rimanere nel match e deve fronteggiare due matchpoint, tuttavia li annulla alla sua maniera, con altrettanti dritti vincenti. Ma i titoli di coda si avvicinano. La russa serve sul 5-3, salva una palla break e chiude sfruttando l’ultima risposta lunga della Giorgi.
È poco soddisfatta, Camila Giorgi in conferenza stampa: “Ho sbagliato nei momenti importanti della partita” mentre Kuznetsova: “non cercava di fare il punto“. E l’arbitro ha le sue colpe: “L’errore arbitrale sul 4 a 3 del tiebreak ha cambiato tanto“. Ma c’è anche un po’ di autocritica: “Sono arrabbiata per non aver approfittato dei momenti importanti. Ma in partita è diverso, le cose si vedono diversamente. Proverò a migliorare ancora, sono gli errori nei momenti importanti che devo correggere“.
Abbiamo chiesto alla Kuznetsova un parere sulla Giorgi: “Tira la palla senza grande criterio – ha spiegato –. Se anche a me alla sua età mancavano soluzioni tattiche? Io avevo sempre un piano B, non puoi permetterti di paragonare il mio tennis con il suo. Che carriera farà la Giorgi? Non posso saperlo…”.
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[5] D. Ferrer b. S. Bolelli 6-2 6-3 6-2 (da Parigi, Antonio Garofalo)
Il Suzanne Lenglen è un premio meritato per i tanti sacrifici dopo l’operazione e il lento recupero.
Non c’è la folla delle grandi occasioni ad assiepare le tribune del secondo campo per importanza del Roland Garros, ma per Simone Bolelli è già un successo ritrovarsi qui dopo essere riuscito a risalire dalla posizione 380 sino alla 150 del ranking in poco tempo dal rientro.
Pretendere che giochi alla pari contro il numero 5 del mondo David Ferrer, finalista della scorsa edizione, contro il quale ha peraltro perso tutti i quattro precedenti, è francamente troppo.
E dunque finisce, come ampiamente prevedibile, in tre rapidi set, che promuovono lo spagnolo al terzo turno in un’ora e quarantotto minuti di partita.
Il tema tattico della partita è chiarissimo sin dalle prime battute: Simone cerca di essere subito aggressivo con i colpi di inizio gioco per abbreviare gli scambi e sottrarsi al pressing spagnolo. Ferrer cerca costantemente il rovescio dell’azzurro.
La prima palla break è per l’azzurro che se la procura nel terzo gioco con uno splendido dritto in cross, ma vanifica tutto con tre gratuiti di fila. Non si fa pregare invece Ferrer che strappa il servizio al bolognese nel sesto gioco, complici un doppio fallo, un dritto e un rovescio in rete di Bolelli.
E in un amen il primo set è andato, con un parziale di 10 punti a 2 Ferrer si porta a casa il 6-2 che non ammette discussioni anche se il punto decisivo glielo regala un nastro molto spagnolo.
All’inizio della seconda partita Bolelli riesce a mettere a posto il dritto, piuttosto ballerino nel primo parziale, centrando alcune pregevoli accelerazioni lungolinea. I problemi sono però sulla diagonale sinistra dove l’azzurro arretra troppo per colpire con il suo rovescio ad una mano finendo per aprire troppo il campo allo spagnolo.
Il servizio dà una mano a Simone consentendogli di tenere abbastanza comodamente i game di battuta deliziando anche il pubblico parigino, che mano mano va riempiendo il Lenglen, con un paio di pregevoli palle corte che sorprendono Ferrer.
La manualità però non è tutto nel tennis e la condizione fisica e la consistenza agonistica di Ferrer hanno pochi rivali sul circuito.
E tuttavia l’occasione per l’azzurro arriva nel settimo game sotto forma di due palle break mirabilmente procurate con due ottime accelerazioni. Sulla prima è il dritto lungolinea a tradire il bolognese, sulla seconda il rovescio.
Due gratuiti su due palle break non si possono regalare a Ferrer che al cambio di campo strappa a zero la battuta a Bolelli per il 5-3 prodromico del 6-3. E in appena un’ora e dodici minuti siamo due set a zero.
Il terzo set è una formalità che lo spagnolo sbriga con l’efficienza e la rapidità tipica dell’indefesso lavoratore quale è, chiudendo il suo allenamento agonistico sulla strada che dovrebbe portarlo ad incontrare Rafael Nadal nei quarti di finale.
Per Bolelli è comunque un gradito ritorno su palcoscenici più consoni al suo talento. Con la ritrovata forma fisica e la fiducia che solo i risultati possono dare non è difficile ipotizzare un rapido rientro tra i primi cento giocatori del mondo.
Lo stesso Bolelli è apparso molto sereno in conferenza stampa dopo il match. ” Ferrer è un giocatore con una grandissima intensità, non è facile da affrontare, sono però molto contento di essere ritornato a giocare un match così importante, contro un avversario così forte e su un palcoscenico così prestigioso”.