TENNIS PERSONAGGI – Storia di Ajla, una ragazza col sogno a stelle e strisce e il cuore radicato a Zagabria.
Una giovane ragazza lascia tutto quello che aveva nella sua terra natia, la Croazia, per inseguire il sogno che aveva fin da piccina: diventare una grande tennista. Riuscirà ad ambientarsi, a cambiare stile di vita? E riuscirà a portare avanti il suo sogno? Arriveranno i risultati? Bel plot per una serie tv, vero? E’ questo che sono riuscito ad immaginare, vedendo Ajla Tomljanovic, classe 1993, giocare contro Agniezska Radwanska, ed andando a cercare la sua storia, in giro per il web. E non ho potuto fare a meno di immaginarmela da piccola, nella sua stanza, sdraiata sul letto a pancia in su, con le cuffie nelle orecchie che ascolta Beyoncé o Justin Timberlake, che guarda sognante il poster gigante di Justine Henin appeso al muro, sperando un giorno di “diventare la migliore tennista di sempre”. La piccola Ajla è sempre stata a contatto con il mondo del tennis e dello sport. La madre è un ex giocatrice, il padre giocava a palla a mano, e lei si divertiva con loro e la sorella maggiore a fare i suoi primi palleggi. Il feeling con la racchetta è apparso subito evidente; il papà raccoglieva i consensi degli amici e la stessa piccola Ajla realizzò verso i 9 anni di essere bravina, quando iniziò ad infilare numerose vittorie di fila nei tornei locali.
Nella puntata pilota di questa nostre serie tv, una Ajla 14enne sarebbe andata dal padre e avrebbe detto:
“Papà, voglio giocare a tennis, è questo quello che voglio fare da grande. So che sono brava e posso diventare una giocatrice famosa, ho bisogno che crediate in me.”
“E la scuola? Non ci pensi, alla scuola? Non vuoi andare al college, come tua sorella Hana?”
“Papà, io ho questo sogno, so che voglio fare questo, non andare al college..”
“Se è così, allora.. Puoi contare su tua madre e me. Ci trasferiremo, in America, così raggiungeremo tua sorella, e ti faremo allenare in una accademia famosa, così diventerai bravissima.”
Detto fatto, il padre lasciò il suo lavoro da dirigente in una impresa produttrice di caffé, prese moglie e figlia,si trasferì in California e iscrisse la sua bambina alla Evert Accademy, dove prese ad allenarsi fino ad oggi. Ajla sapeva benissimo, infatti, che non poteva andare avanti solo con il proprio talento, per questo iniziò a lavorare duramente e con dedizione per ripagare i sacrifici del padre e per continuare a cullare il sogno di diventare una star del tennis. Curava tutto nei minimi dettagli, l’allenamento e l’occorrente: nella borsa metteva tutto quello che le potesse servire e persino qualcosa in più, perché non si sa mai..
Come in tutte le serie tv però c’è un momento in cui la protagonista vacilla pesantemente. Dovremmo essere oramai, in termini di episodi, più o meno a metà della storia. Ajla ha iniziato a partecipare ai tornei ITF, facendo buone apparizioni e ottenendo qualche vittoria. Nel 2012, quando la sua carriera era appena avviata, viene colpita dalla mononucleosi, ed è costretta a saltare metà stagione. Era duro vedere altre giocatrici della sua età, come Stephens, ottenere risultati importanti e lei invece era costretta lontano dal circuito. Ma il poster gigante della Henin se l’era portato dietro dalla Croazia ed il suo sogno non era certo svanito; anzi, tra sé e sé si ripeteva: “E’ okay, se loro riescono a raggiungere buoni risultati, vuol dire che puoi farlo anche tu.” Ma il ranking non riusciva a confortarla: quando era uscita dalla malattia si ritrovò numero 495 del mondo.
Per questo era andata via di casa? Per questo il padre aveva abbandonato il lavoro? Per questo aveva lavorato così duramente? Non sarebbe stata una malattia comune a stroncarle i piani. Sotto con gli allenamenti, più di prima, e più duri. E, incredibile a pensarlo, nel 2013 dopo aver iniziato l’anno con quella classifica, riuscì a conquistarsi la top100, figlia dei quarti di finali al torneo di Quebec City e dei primi turni conquistati negli Slam. Nel circuito ha iniziato con successo a mostrare il suo dritto e il suo servizio, con il quale riesce a raggiungere discrete punte di velocità.
Ma l’anno di grazia, la puntata cult di questa serie tv, sembra essere il 2014. Dopo il secondo turno conquistato agli Australian Open, perso 7-5 al terzo set contro quella Stephens (rimontata dal 5-3) è ora ancora in tabellone al Roland Garros, dove ha battuto la nostra Schiavone, la Vesnina ed ora la numero 3 al mondo, la Radwanska, raggiungendo la sua prima seconda settimana in uno Slam e la prima vittoria contro una top25, in questo caso anche top5. Si presenta a Parigi da numero 78, ma la classifica salirà, e chi può dire fino a dove? Nessuno si azzarderebbe a dire che il futuro sarà della Tomljanovic, ma il talento c’è e la serietà anche, unita alla sua ambizione. Insomma nulla è impossibile, soprattutto per chi culla il cosiddetto ‘sogno americano’. Ma guai a trattarla come una a stelle e strisce; Ajla si sente croata dentro, benché abbia vissuto 7 anni in California: “Amo il mio paese, ci sono certi aspetti della mia personalità che sono irrimediabilmente europei”.
Il finale di questa serie tv è tutto da scrivere.