Le “star” non hanno più fame: perdono un set ed è subito resa

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Le “star” non hanno più fame: perdono un set ed è subito resa

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TENNIS ATP FINALS – Cinque match fin qui si sono tutti conclusi in due set. E in 6 ore totali. La migliore edizione del Masters è stata…Respinge la mia teoria Roger Federer. Chi ha ragione?
Da Londra Ubaldo Scanagatta

Una “sòla”, direbbero a Roma. Ho appena assistito alla vittoria di Roger Federer su Kei Nishikori, 62 63 in 69 minuti. Tutti i primi cinque duelli di questo fin qui deludente Masters si sono conclusi in due set, e soltanto Raonic aveva lottato con Federer l’altra sera fino al tiebreak, peraltro poi perso 7 punti a 0.

Un doppio 6-1 6-1 aveva caratterizzato il triste lunedì all’02 Arena, triste soprattutto per coloro che avevano speso 120 euro in biglietti per vedere Djokovic assolutamente non impegnato da Cilic e Wawrinka non testato da Berdych. Tre giorni di biglietti al super-appassionato gli sarebbero costati 360 euro.

Le cinque partite in due set di questi primi due giorni e mezzo di Masters sono durate 69 minuti, 56 e 58, 95 e 88 minuti: totale 366 minuti. Significa 6 ore e 6 minuti in tutto, Sospetto che chi comprò il solo biglietto della finale dell’Aus Open 2012, e vide Djokovic e Nadal lottare per cinque set e per 5 ore e 53 minuti, si sia sentito meglio ripagato dal costo affrontato per godersi quell’incontro.
Nel 2009 qui al Masters alla 02 Arena, 10 dei 15 incontri si protrassero fino al terzo set.

In teoria, con dieci incontri ancora da giocarsi, quest’edizione partita con il freno a mano tirato, potrebbe ancora riscattarsi e passare alla storia come uno delle migliori di sempre.
Basterebbe che la vincesse Roger Federer per la settima volta, tanto per dire e più che Djokovic per la quarta (come Ilie Nastase, ma Ivan Lendl e Pete Sampras ne hanno vinti 5), e già sarebbe a suo modo un’edizione storica.

Roger Federer, dopo aver battuto Nishikori, ha un piede nelle semifinali, per la dodicesima volta su tredici partecipazioni. L’unica edizione in cui fallì l’appuntamento fu quella di Shanghai 2008 nella quale perse due volte nel round robin, da Simon e Murray, e i semifinalisti furono Djokovic e Simon, Davydenko e Murray. La finale fu vinta da Djokovic su Davydenko.

Ma ora qui si deve tentare di dare una spiegazione ai punteggi così netti di queste tre prime giornate.
Io la vedo così: questi giocatori, chi per un verso chi per l’altro, arrivano a fine stagione in qualche modo già appagati. E se le cose si mettono male, mollano nel secondo. E’ successo sia a Cilic sia a Berdych, ma un tantino anche a Murray, che perdeva 64 41 con Nishikori.

Per Murray è stato un logorante fine stagione, ha giocato sei tornei di fila per centrare a qualificazione e…un po’ come quei giocatori che rimontano da 0-5 a 5 pari e a quel punto, felici e soddisfatti, si rilassano un attimo (fatale!) per essere riusciti a recuperare. Così che poi perdono 7-5! Ne ho visti a decine, di set persi così.
Cilic ha vinto uno Slam quando nessuno lo credeva capace di tanto. Lui della sua annata non può che essere supercontento. Esiliato dal circuito per tanto tempo per il pasticciaccio doping, torna e vince l’US Open. In Croazia è celebrato quasi come Ivanisevic (che, apro inciso, sta vivendo un difficile momento personale: sua moglie ha appena avuto un figlio da un altro uomo e quella separazione che era nei fatti adesso dovrà essere ufficializzata…), qui a Londra ho rivisto dopo cinque anni un collega croato di Split che per via della crisi economica, del crollo della carta stampata e dei modesti risultati del tennis croato (dopo la Davis vinta anni fa con Ljubicic e Ancic) non veniva più inviato a seguire il tennis.

Beh, insomma, Marin Cilic va sotto netto di un set e subito di un break anche nel secondo set con Djokovic…e dopo un leggero sussulto, molla il secondo set nel quale non riesce a conquistare neppure un solo game di servizio. Lui che ha nel servizio un’arma letale. Ok grande merito del miglior ribattitore dell’era contemporanea, Novak Djokovic, ma è chiaro che Cilic non ha mai mostrato la grinta di chi vuole recuperare davvero. Si è lasciato andare.

Così come si è lasciato andare anche Berdych, ormai tennista di lungo corso e qui qualificato al Masters di fine stagione per la quinta volta. Le cose si mettono male, becca 6-1 al primo set, la voglia spasmodica di provare a rimontare proprio non c’è.
Avevo già scritto e titolato questo articolo, quando è venuto in conferenza stampa Roger Federer e allora non ho resistito alla tentazione di chiedergli il suo parere sull’argomento, pur essendo certo che avrebbe contestato la mia teoria, che certo appare troppo severa nei confronti dei tennisti stanchi, appagati e senza iù fame.
La mia domanda: “Cosa pensi del fatto che cinque match fino qui sono tutti finiti in due set e che soltanto il secondo set fra te e Raonic è stato combattuto? Può essere che i giocatori siano stanchi, lottano di meno, non hanno la stessa fame?”

Roger Federer: “No, non sono d’accordo. Io credo che sia abbastanza semplice…penso…il campo è abbastanza lento, e il servizio non ha così tanto impatto, a seconda di come lo supporti. Io credo sia molto un gioco di movimenti e di tennis da fondocampo. Chi è migliore da fondo ha il pallino in mano, può dominare lo scambio. Per questo credo che si vedono punteggi così netti…è difficile riuscire a scappar via da una situazione compromessa solo puntando sul servizio. E’ quasi impossibile…Devi riuscire a tirare un sacco di bei colpi, se il servizio non ti tira fuori dai guai. Devi lavorare molto duramente. Se guardi a come Stan e Novak hanno giocato qui, e penso che abbiano giocato benissimo entrambi, per l’avversario diventa difficilissimo. Il servizio non ha avuto quell’incisività che normalmente sia Cilic sia Berdych possono vantare. Per questo motivo penso che color che si muovono meglio qui hanno più possibilità di andare avanti”.

Beh, io devo ringraziare Roger di aver preso così sul serio la mia domanda e di aver risposto articolando così bene la sua risposta.
Curioso, semmai, che lui avesse appena battuto 63 62 Nishikori, uno che si muove molto ma molto bene. Che il “vecchio” Roger si muova addirittura meglio del giapponesino nonostante i 10 anni di più?

Per spiegare questa vittoria, però Roger ha un’altra teoria: “Ho la capacità di mischiargli sempre il gioco, di non farlo mai giocare comodo. Se riesce a comandare lui dal fondo diventa difficile da battere, ma oggi forse giocavo troppo bene sia in difesa sia in attacco, variando molto anche il mio servizio”.

Insomma Roger Federer ha una risposta per tutti. E non si offenderà se io…il titolo al mio pezzo comunque non lo cambio.

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