Appunti Australiani di Ubaldo Scanagatta

Editoriali del Direttore

Appunti Australiani di Ubaldo Scanagatta

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A Melbourne hanno vinto i numeri uno, Novak Djokovic e Serena Williams, in uno Slam non memorabile e freddo come non mai, che ha regalato a noi italiani qualche bella soddisfazione

Il Grande Freddo

Era il mio venticinquesimo Australian Open e, sarà che con gli anni sono meno entusiasta e più disincantato, ma quasi tutti quelli che ho visto sono stati migliori di questo.

Un Australian Open diverso da tutti perchè in 25 anni, intanto, non mi era capitato mai di dover mettere il golf per 10 giorni su 14, di dover portare l’ombrello negli ultimi tre, di aver spesso freddo ed essere contento di avere trovato un giacchettino Uniqlo – sì mi sponsorizzano Djokovic e Nishikori (magari…) – leggero ma riparante, con la delusione di aver atteso il weekend finale, il solo che ti consente con i match che cominciano alle 19:30 di goderti la mattina e il primo pomeriggio. Per 24 anni sono riuscito ad andare almeno un giorno, o in gita ai 12 Apostoli sulla Great Ocean Drive, una delle più belle strade del mondo davvero, con panorami mozzafiato (chi si entusiasma alla vista dei Faraglioni di Capri non ha idea di che cosa siano i 12 Apostoli e tutte le rocce erose dai venti intorno, le onde per i surfisti e il resto. Anni fa prendemmo un piccolo aereo con Stefano Semeraro per goderci un panorama unico al mondo), oppure nelle magnifiche spiagge nei dintorni di Melbourne, St Kilda, la più vicina attraverso Fitzroy, oppure Brighton, Ellwood, fino a Sandringham. Splendida anche l’area di Anglesea… Ma quest’anno …nisba. Cielo grigio, freddo, vento, un’estate che gli australiani non ricordano d’ aver mai visto così brutta. Vabbè, in Italia era sicuramente peggio, a quel che ho letto.

Abitavo nella zona di South Yarra, ospite di amici, una delle più eleganti della città, ho visto il South Yarra Tennis Club, molto esclusivo, anche se per me non suggestivo come il vecchio Kooyong, sede dell’Australian Open fino al 1988, se non erro – sono all’aeroporto e non ho tempo di controllare tutto quel che scrivo se non voglio lasciare pezzo a metà o perdere l’aereo – e dove andavo a giocare con Gianni Clerici sulla mitica erbetta. Che ricordi!

 

Dietro le quinte di Ubitennis.com

Ma veniamo al torneo che, come ormai è diventata prassi per tutti gli Slam che non perdono occasioni per aumentare tribune e “facilities” per gli spettatori, adesso ha tre campi coperti dal tetto mobile: la Rod Laver Arena da oltre 14.000 posti, la Hisense (che per un decennio si chiamò Vodafone) da oltre 10.000, la Margaret Court Arena da 7.500. Se penso che a metà degli anni Settanta non si fu lontanissimi dall’ottenere che il quarto Slam fosse l’Italian Open di Roma…beh, quanti rimpianti. Ma allora lo Slam australiano veniva chiamato, da Rino Tommasi e non solo, la gamba zoppa degli Slam, the limping leg.

Per inciso sul canale YouTube di Ubitennis dovreste essere in grado di trovare un video con intervista a Rod Laver – di tre anni fa, ma sempre attualissima – mentre quest’anno ho registrato un audio con Margaret Court, 24 Slam in singolare e – cito a memoria – mi pare 64 titoli con i doppi. Pensate un po’ se noi italiani, così legittimamente orgogliosi dello Slam conquistato in doppio, dopo 56 anni di digiuno, da Bolelli e Fognini sul duo abbastanza anonimo formato da Mahut (e fin lì passi dopo il leggendario 68-70 al quinto con Isner a Wimbledon, fa parte della leggenda del tennis) e dal carneade Herbert (chi è?), potessimo celebrare con altrettanta enfasi 64 Slam!!!

Spero che riusciate a trovare l’audio! Abbiamo caricato talmente tante cose, con l’aiuto formidabile della redazione in Italia e con l’apporto in Australia di ben quattro collaboratori – Luca Baldissera, di cui spero abbiate apprezzato gli “spunti tecnici”, contributo unico che non ho visto in nessun altro sito, Giulio Gasparin fino a quando non ci ha lasciato per i mondiali di sci in Colorado (beato lui!), Angelo Lo Conte e Robbie Cappuccio – che ritrovare tutto quel che abbiamo inserito credo sia impossibile. Ma il nostro mago webmaster, Claudio Giuliani, invece garantisce che potete ritrovare tutto e se non ci riuscite significa che siete…“capre informatiche della navigazione” come me!

Spero che vi sia piaciuta la nuova grafica del sito. E che abbiate imparato a seguirci anche su Twitter dove Ubitennis ha ormai più di 6.000 followers che ci seguono costantemente. Senza dimenticarci della nostra pagina Facebook – e vi invito a seguirci – dove pubblichiamo molti contenuti multimediali, dalle immagini dei campioni ai video dei colpi migliori e divertenti, oltre ai nostri articoli da condividere. Un bel risultato ottenuto in pochissimo tempo.

Mi pare abbia accolto generali consensi, ma ci vuole sempre un po’ di abitudine per trovare tutto e bisognerebbe provare ad aprire tutte le voci che trovate nel menù. Per poi segnalarci eventuali errori che ci saranno di sicuro in questa prima fase di assestamento. I consigli e i suggerimenti sono i benvenuti per tutti noi, ma siate cortesi nell’avanzarli perché il mio webmaster…non sopporta le critiche troppe aspre, ah ah. Gli artisti sono così, hanno spesso un caratteraccio, ci vuole pazienza.

Daniele Vallotto ad ogni modo mi ha promesso che avrebbe pubblicato una “mappa di orientamento” per insegnare ai navigatori più sprovveduti come muoversi all’interno di ubitennis.com. Sicuramente lo farà presto, se non l’ha già fatto.

Si è aggregato alla vecchia ossatura redazionale di Ubitennis un bel gruppo di nuovi cronisti, traduttori, collaboratori con le mansioni più svariate e, grazie a tutti loro, abbiamo potuto mettere non so più quanti contributi editoriali di vario tipo: audio, video, interviste; magari uno più bravo di me nel rintracciarli tutti vi potrà dire quanti “editing” abbiamo fatto durante questo Slam.

Luca Baldissera, che da tempo collabora con noi, non era mai stato presente su un torneo e sarebbe carino che scrivesse un articolo per raccontare la sua prima esperienza; idem Giulio Gasparin, mi diceva di essere rimasto assolutamente impressionato dall’organizzazione di questo sforzo, dallo spiegamento di forze che assolutamente da lettore e collaboratore esterno non riusciva ad immaginare …credo che siano aspetti interessanti. Fatto sta che si è già candidato, rotazione permettendo, a seguire il prossimo US Open e l’anno prossimo di nuovo l’Australian Open!!

 

Qualche parola sui vincitori

Dopo tutte queste cose forse per voi noiosine, ma secondo me è bene che le sappiate, e mentre il mio aereo rischia di lasciarmi a terra, due parole sui vincitori del torneo. Sono i due numeri uno del mondo e quindi bando alle sorprese. Nessuno dei due, Novak e Serena, ha rischiato di perdere, anche se Novak che era sempre stato in vantaggio in tutto il torneo contro tutti gli avversari, quando Andy Murray è stato avanti 2-0 nel terzo – prima volta per lui in svantaggio in sette incontri! – e sembrava in crisi, se la deve essere vista un po’ brutta.

Però ha vinto la semifinale 6-0 al quinto sul campione in carica Stan Wawrinka e la finale 6-0 al quarto su Andy Murray, battuto qui per la quarta volta su quattro. Che doveva fare per convincere tutti di più sulla sua attuale superiorità?

Idem Serena, anche se Maria Sharapova con un secondo set guerriero, è finalmente riuscita a creare un po’ di suspense anche in una loro sfida dopo 15 vittorie consecutive (diventate sedici).

Ma le vittorie consecutive non garantiscono sempre la vittoria nell’ultimo incontro: chiedere a Roger Federer per il suo match con Andreas Seppi, chiedere a Rafa Nadal per il suo con Tomas Berdych. E ora mi sfugge un singolare femminile che anche aveva un bilancio disperante per chi invece poi ha vinto. Magari un redattore accorto trova quello che io qui non ricordo…mentre stanno imbarcando il volo!

Due parole al volo per il torneo degli italiani. Era cominciato malissimo con la sconfitte di Fabio Fognini contro un tennista modesto che non voglio nemmeno citare, ma poi ci sono stati l’exploit di Seppi con Federer, la sua maratona con Kyrgios con il matchpoint che meritava miglior sorte, l’escalation continua di Camila Giorgi che mi è piaciuta tantissimo contro Venus Williams anche se 3 volte a due punti da match ci ha alla fine perso (ma ci vincerà presto sebbene Venus sia tutt’altro che finita), il recupero di condizione di Sara Errani ma anche di Simone Bolelli autore di un gran primo set contro Federer, il sigillo finale del doppio.

Insomma in fondo non è stato uno Slam memorabile perché i grandi match sono stati pochi e ne scriverà qualcun altro ricordandoli, ma per il tennis italiano invece è stato uno Slam dei migliori, e sicuramente da ricordare.

Allacciate le cinture, si parte. E prossimo weekend c’è la Fed Cup.

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