Interviste
ATP Miami, Raonic: “L’anno scorso sono migliorato molto e sto continuando su questa strada”
ATP Miami, intervista pre torneo a Milos Raonic
È stata una buona settimana quella di Indian Wells. In termini di condizioni meteo quanto credi che questo torneo sarà diverso?
Potrebbe essere piuttosto differente, credo tutto dipenda dal caldo durante i giorni di gioco. Oggi è stato molto umido e c’è una grande differenza tra le palle quando sono nuove e quando sono state usate per cinque o nove game, è qui che c’è la più grande differenza.
Giocare due Masters 1000 uno dopo l’altro, viaggiare attraverso il paese, quant’è differente paragonato a uno Slam, che dura due settimane? Qui si hanno due tornei separati, due sedi e due superfici diverse, più o meno.
Beh, credo che la cosa più difficile sia mantenere un certo livello, perché devi farlo per quattro settimane, forse tre e mezzo se inizi Indian Wells e vuoi giocare l’ultimo giorno a Miami. Credo che giocare i Masters di seguito sia in qualche modo più facile perché noi siamo abituati a giocare molti match uno dopo l’altro, a giocare il torneo in sette o otto giorni piuttosto che giocarlo in dieci giorni. Quindi questa credo sia la grande differenza, ma comunque entrambe le sedi sono molto ospitali. Qui ovviamente la sede non è grande quanto Indian Wells e forse non puoi passare molto tempo sui campi da gioco come puoi fare a Indian Wells, ma direi che i giocatori sono trattati bene ad entrambi gli eventi.
Paragonando il tuo match con Nadal di due anni fa a Montreal, quello dell’anno scorso qui a Miami e una settimana fa a Indian Wells, quali differenze trovi nel gioco di Nadal e nel tuo?
Beh, credo che a Montreal abbia giocato il suo miglior tennis sul duro, ha vinto il torneo e credo abbia continuato a vincere a Cincinnati. Era quando stava vivendo il suo ritorno dopo un periodo di pausa e stava giocando davvero bene, quindi era dura ed ero anche inesperto per quella situazione. Cercai di fare del mio meglio. L’anno scorso credo di esser migliorato tremendamente e di aver creato molte più opportunità, sto continuando su questa strada e sto migliorando, e questa è stata la differenza ad Indian Wells, oltre ad aver affrontato quella situazione molte volte.
Puoi parlarci della tua arma più potente, il tuo servizio? Quando ti sei accorto di esser un gran servitore? Le parole di Ljubicic ti hanno dato più fiducia?
Beh, sin da quando ero giovane il servizio è stata la mia arma migliore, ci ho lavorato molto tempo. Non c’era sempre qualcuno con cui allenarsi in Canada, così ogni tanto prendi un cesto di palline e vai fuori a servire. Non sapevo che sarebbe stato quello a farmi esplodere, l’ho sempre visto come il colpo più importante nel tennis per iniziare il punto in vantaggio. Ma Ivan è stato grande, mi ha aiutato in molti modi, credo abbia migliorato la mia percentuale sulla prima di servizio. Ma ho sempre servito bene e quando le cose col mio servizio non vanno bene, io guardo dentro me stesso per la sapere di cosa ho bisogno per migliorarlo.
Traduzione di Paolo Di Lorito