ATP Miami interviste. M. Raonic: “Con le maniche lunghe mi sento a mio agio”

Interviste

ATP Miami interviste. M. Raonic: “Con le maniche lunghe mi sento a mio agio”

Pubblicato

il

 

ATP Miami, M. Raonic b. J. Chardy 6-1  5-7  7-6. L’intervista del dopo partita a Milos Raonic.

Sembrava andare tutto piuttosto facile e poi c’è stato un piccolo singhiozzo, lui ha alzato il suo gioco. Parlaci del match e di come è stata dura negli ultimi due set?
Sì, era qualcosa dal quale ho cercato di rimanerne alla larga per più tempo possibile, lui ha iniziato a giocare più liberamente e io ho fatto l’opposto. Ha giocato bene il secondo set, credo abbia giocato meglio di come io ho giocato il terzo.

Lui era in vantaggio 4-3 nel terzo e credo abbia avuto due palle break, cosa pensavi in quel momento? E puoi descrivere le tue sensazioni dopo aver vinto quel game riportandoti sul 4-4?
Sì, ho solo cercato di concentrarmi sul momento; fare il mio gioco, semplificarlo, cercare di prendere il controllo. Ha sbagliato entrambe le risposte alle due seconde di servizio e questo è stato come una sorta di salvagente. L’obiettivo a quel punto, visto come stavano andando le cose, era solo portarlo al tiebreak e vedere cosa sarebbe successo.

Credo sia una anno che porti le maniche lunghe.
Sì.

Parlacene un po’ e come hai iniziato a portarle qui lo scorso anno e perché hai continuato.
Oramai è una cosa comoda, ho iniziato a portarle qui perché ho avuto una brutta reazione al sole dunque dovevo coprirmi le braccia, e mi hanno detto di usare le maniche. È qualcosa al quale non ero abituato, mi è venuta l’idea guardando giocatori di basket indossarla, la porto da allora, è passato un anno e non penso di aver saltato un match.

Credo uno a Madrid? Non hai saltato un match a Madrid?
No, non credo, forse un’esibizione.

Sono a pressione?
Sì.

Sarebbe corretto definirti un ragazzo superstizioso?
No, perché non succederebbe niente se qualcuno rubasse le mie maniche, non andrei nel panico. Credo starei bene senza, è solo per comodità, mi sento a mio agio con esse. Soprattutto col braccio destro quando è umido come qui, di rado hai il sudore sulle mani.

È anche un modo per affermare una moda.
Esattamente.

Ancora non sappiamo chi affronterai, ma guardando ad entrambi i giocatori, Grigor o John, puoi dirci i tuoi pensieri su entrambi?
Sì, beh, il mio primo obiettivo è, some sempre, organizzare il mio gioco e comandare contro entrambi il più possibile. Ad entrambi piace essere in grado di controllare il ritmo del gioco, quando sono nel centro del campo e fanno muovere l’avversario e quello sarà il mio obiettivo, concentrarmi soprattutto sul servizio e la risposta cosicché nei punti possa ottenere quella posizione per primo. E da quella posizione devi solo fare delle modifiche a seconda di come vanno le cose quel giorno.

Diciamo che sia John (Isner ndt), dunque un testa a testa tra servizi, cosa ne pensi al riguardo? È un po’ come il gatto col topo almeno per quanto riguarda i servizi se dovessi affrontare lui?
Beh, quando le opportunità arrivano tu provi solamente a ricavare il meglio da esse ed essere consistente. E quando sei in grado di portarti dentro uno scambio bisogna restare aggressivi e non esitare ad portarsi avanti e sperare che lui ti conceda il punto. Devi andare fuori a prendertelo.

Se posso, chiedere, non so se guardasti il match Isner vs Mahut finito 70-68 al quinto, ma sono 5 anni da quando è stato giocato. Credi sia stata una cosa buona per il tennis o cattiva o nessuna delle…
Credo sia stata una cosa buona, penso abbia dato al tennis un piccolo sbocco nei media principali durante un periodo forse calmo come la prima settimana di uno Slam. Credo sia stato un primo turno, dunque per quei primi tre giorni ci furono molte persone, che di solito non seguirebbero il tennis, incollate a questo risvolto storico. Credo sia sempre un beneficio avere più persone che vogliono partecipare.

Tu l’hai seguito?
Si, l’ho fatto, ricordo che ero a Montreal di ritorno da un allenamento e ho seguito il secondo e il terzo giorno, non il primo.

Seguendo su quest’argomento, mi chiedevo, essendo uno che gioca un discreto numero di tiebreak, qual’è la tua opinione sulla decisione della ITF di introdurre il tiebreak al quinto set in Coppa Davis?
È la prima volta che lo sento, ma è quello che è, non sono contro o a favore solo perché affrontiamo già questa realtà nei tornei che giochiamo. Lo US Open hai il tiebreak al quinto. Io non sono stato in quella situazione, non credo.

Sarebbe più impegnativo giocare contro Isner, un gran servitore, piuttosto che Dimitrov nel prossimo turno?
Penso che andrò ad affrontare le stesse sfide, non è più dura o più facile giocare contro uno dei due. Per me, come oggi, la concentrazione deve restare su me stesso, devo organizzarmi e poi vedere come adattarmi per loro due. Ovviamente uno sarà forse più giocabile nel senso che ci saranno più punti, ma non significa che sia più facile.

Ovviamente come saprai, tutti i discorsi sono su Kei, Milos, Grigor, i prossimi a prendere il controllo. Quando giochi con qualcuno come Grigor senti della pressione in più? Ti senti più nervoso? Come affronti un match contro di lui paragonato a qualsiasi altro, sapendo che tu sei il prossimo ragazzo a fare un passo in avanti in un gran evento?
Beh, credo sia come giocare con qualsiasi altro, eccetto forse solo il fatto che mi godo un po’ più la sfida per questo motivo qui. Ma è come giocare con Kei, negli ultimi 16 mesi abbiamo giocato un mucchio di volte, va a finire sempre in un lungo match e bisogna fare tutto il possibile con l’andare avanti dei set. Mi piace essere in queste situazioni e mi piace affrontare queste sfide. Sai, probabilmente andrò ad affrontarli ancora molte volte, quindi hai bisogno di uscire la fuori e dare il meglio di te.

Traduzione di Paolo Di Lorito

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement