ATP Miami interviste, Murray: “Contro Berdych la partita degli AO non conterà”

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ATP Miami interviste, Murray: “Contro Berdych la partita degli AO non conterà”

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ATP Miami: A. Murray b. D. Thiem 3-6 6-4 6-1. L’intervista del dopo partita a Andy Murray

Ben fatto, Andy. Quanto è soddisfacente riuscire a capovolgere l’esito di una partita al punto di dominarla alla fine dopo aver faticato così tanto all’inizio?
S
ì beh, all’inizio della partita non rispondevo molto bene, soprattutto sulla sua prima. Quando serviva ero troppo sulla difensiva, e finivo per correre tanto. Sulla seconda rispondevo bene, ma ad ogni prima la buttavo di la corta e lui dettava il ritmo. Sul mio servizio credo che stessi facendo piuttosto bene, ho solo giocato male un game. Poi nel secondo sono migliorato ed ho iniziato a crearmi un bel po’ di opportunità, che di per sé è buono, anche se non riuscivo a convertirle. Nel terzo la differenza l’ha fatta la risposta. Rispondevo alle sue prime molto bene, lo mettevo sulla difensiva. Riuscivo a dettare il gioco sia sulla sua prima che sulla seconda, ed anche sulla mia prima di servizio. Quindi, alla fine quando sei in controllo del 75% dei punti, c’è una grande, grandissima differenza. Quella è la parte più soddisfacente per me.

Hai avuto qualche piccolo fastidio alla spalla?
Sì, ma solo all’inizio della partita. Lui ha tirato un dritto sulla linea, io ho colpito una volée di rovescio quasi “dietro” di me, un po’ contorto, ed ho sentito un po’ di dolore fino al pollice. Già dal game successivo era tutto apposto. Anche se lì per lì mi ero preoccupato. Ho iniziato quel game con due doppi falli ed ho finito per perdere la battuta. Pensavo più a quel dolore che ad altro.

Guardando avanti, Berdych o Monaco. Puoi dirci quello che pensi di entrambi?
Sì, contro Tomas credo di avere un buon record. So che a Juan piace particolarmente giocare qui, ha sempre tanto tifo.
Tomas ha iniziato l’anno bene, è stato costante in molti degli eventi che ha giocato. Si tratta comunque di due giocatori molto diversi. Tom è uno che colpisce forte e gioca un tennis ad alto rischio, mentre Monaco mette parecchio kick al servizio, mette più prime in campo, gioca un po’ più lontano dalla linea e rischia di meno. Quindi giocano due tipi molto, molto diversi di tennis.

Te la aspettavi così dura la partita?
Sì, mi aspettavo una partita difficile. Lui ha battuto dei buonissimi giocatori questa settimana. Colpisce la palla molto forte, è un ragazzo potente e si muove molto bene. Come ho detto, all’inizio della partita quando non rispondevo bene e gli facevo dettare il gioco, mi ha fatto correre molto, perché colpisce forte sia di dritto che di rovescio. Ovviamente avrei voluto iniziare la partita un po’ meglio, ma con il suo tipo di gioco, se non giochi bene dall’inizio, diventa molto difficile giocarci.

Cosa ti ha aiutato: la pazienza? L’esperienza? Sei più grande di lui, credi che sia stato un fattore nel terzo set?
Sì, sicuramente aiuta. Ad esempio, verso la fine del secondo set c’è stato un game molto lungo dove l’ho breakkato, e ci sono stati anche un po’ di vantaggi; io ho avuto un paio di palle break e lui un paio di palle game, ed io sono riuscito a vincere il game. Quella è stata probabilmente esperienza. Da lì mi sono anche accorto che il suo livello è un po’ calato nel terzo set. Ha giocato un po’ di punti senza troppa concentrazione quando ha servito sotto 4-1. Comunque tutti i giocatori attraversando queste fasi ed imparano da queste partite. Riesci a vedere dove puoi migliorare.

Ti ricorda qualcuno?
Bella domanda.

Un po’ Roddick forse?
No, io sto pensando più ad un giocatore da terra – secondo me ha un gioco più adatto alla terra battuta. Scambi molto lunghi. È molto forte di rovescio, direi che è simile, per quanto abbiano rovesci molto diversi, ad un giocatore come Gaudio, forse. Al momento non mi vengono altri nomi. In ogni caso è sicuramente un ragazzo con molte potenzialità.

Se giocherai contro Tomas, la partita di Melbourne ti verrà in mente, o appartiene al passato?
Sì non conterà quella partita. E, ad essere onesti, è meglio così.
Traduzione di Lorenzo Dicandia

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