A Firenze le giovani promesse del tennis internazionale

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A Firenze le giovani promesse del tennis internazionale

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Il Torneo Internazionale Giovanile U18 “Città di Firenze” ha messo in mostra alcuni dei migliori talenti del panorama giovanile internazionale a partire da Zavatska, trionfatrice fra le ragazze, passando dalla giovanissima Juvan e dalla lussemburghese Molinaro fino ad arrivare alle nostre Traversi e Zanatta. Infine qualche parola sull’azzurro classe ’99 Samuele Ramazzotti

Partendo dal femminile titoli di testa come ovvio per la Zavatska, ma successo comunque di squadra per la Slovenia che piazza tre su quattro semifinaliste e una finalista pur perdente e un po’ a sorpresa: Slovenia piccola nazione, che ha un quindicesimo della superficie dell’Italia e una popolazione totale addirittura inferiore a quella di Milano, e non aveva (sino ad oggi?) una tradizione tennistica recente di rilievo a parte la Srebotnik eccellente doppista un po’ sfiorita, la quale però sui venticinque anni era anche una top 10 o 15 nel singolare, poi misteriosamente abbandonato. Ha però una giocatrice dal tennis scintillante che oscilla tuttora verso le prime cinquanta e che è Polona Hercog.

Katarina Zavatska. Su tutte le giovanissime va citata dunque Katarina Zavatska trionfatrice nel torneo, classe 2000 ucraina le cui chances sono via via cresciute come non era passato inosservato agli intenditori più attenti. Alla luce della finale di oggi va anzi rettificata la storia del torneo fiorentino e vanno soprattutto corretti alcuni giudizi non troppo positivi o anzi sbrigativi su alcune avversarie da lei sconfitte, tra le quali anche due italiane seminate lungo il cammino. Zavatska sembra da lontano, per la profondità, la velocità e la sapienza dei suoi colpi ben più anziana dei suoi quindici anni. È una giocatrice ritmica dal palleggio molto sostenuto che tende a guadagnare campo sino ad affondare se possibile al primo accorciamento o a far sbagliare presto o tardi l’avversaria. Ma sa anche capire quando non è il caso di insistere sullo scambio breve e ingaggia volentieri battaglie di palleggi più lenti da fondo contro giocatrici di pura rimessa. La resistenza di questa giocatrice, la sua adattabilità a gare di torneo, è testimoniata da partite non tutte facili, vinte in due set tirati o anche in vari casi al terzo. Anche oggi è venuta fuori alla distanza stremando e costringendo alla resa la Potocnik. Qualcuno ha insinuato che la Torelli abbia deluso ma Beatrice, pur rendendo alla Zavatska ben tre anni all’anagrafe, ha perso con lei solo 6/4 7/5 e quindi di un soffio, e anche la Turati è stata sconfitta 6/4 al terzo dopo due ore di gioco. Ciò a testimonianza di valori piuttosto equivalenti. E tuttavia a mio parere la finale l’ha persa soprattutto la Potocnik, giocatrice che è venuta progressivamente calando nel torneo, molto diversa e più fallosa e meno brillante che nei primi match.

Kaja Juvan. È l’altra giovanissima che più si è segnalata. Non una campionessa annunciata ma una buona futura giocatrice forse sì. Ammazza italiane, ha sconfitto nelle quali Clarissa Gai e nel secondo turno ha lasciato quattro giochi alla Traversi. Ha poi eliminato una Tatiana Pieri un po’ al di sotto del suo standard abituale, ma dimostrando di avere parecchie doti dalla sua: alta e snella, leve lunghe, sta concentrata senza passaggi a vuoto, non conosce il braccino, e possiede un’ottima visione di gioco e una rosa notevole di varianti tattiche, oltre ad essere brava anche in difesa. Arma micidiale la smorzata con perfetta scelta di tempo avendo spinto dietro la riga le avversarie in attesa di vincenti sempre profondi e potenti. Con questa semifinale spiccherà un balzo di varie centinaia di posti nel ranking ITF junior.

Eleonora Molinaro. Nome italiano, ma lussemburghese figlia di emigranti. Classe anche lei 2000, giocatrice pulita e precisa, molto mobile, perciò un po’ leggera, è emersa dalle qualificazioni dove si è sbarazzata della nostra quotata Visentin, ha lasciato solo due giochi alla anche più accreditata Anna Turco, e ha superato un turno nel main draw cedendo in due set (il secondo al tiebreak) proprio alla Zavatska. Naturalizzarla?

In campo nazionale indicherei Costanza Traversi, classe 2000 che sta cercando di metter su centimetri e muscoli avendo già un’ottima predisposizione di gioco, e Michelle Zanatta almeno in proiezione. Magari andrebbe da qualcuno spiegato il mistero di come mai varie classe 2000 nazionali e anche qualche 1999 sono state tenute a riposo e non lanciate nella mischia: mi riferisco a Capogrosso, a Di Carlo, a Maffei, 1999, e a 2000 come Tcherkes Zade, Piccinetti e Peoni oltre a varie altre. O addirittura, perché no, a Rossi e Cocciaretto del 2001. Tutto ruotando oggi nel femminile sulla precocità, e come è dimostrato dalla vittoria di una quindicenne, non si capisce la logica di questo attendismo.

Michelle Zanatta. Urge parlare di Michelle Zanatta (a molti semisconosciuta) non perché abbia fatto qualcosa di trascendentale al torneo ma perché, salvo mio errore, era l’unica 2001 – italiana e non – iscritta alle quali, dove non ha affatto sfigurato pur perdendo al primo turno dalla più navigata Karolayne Alexandre Da Rosa (1997 e vittoriosa per 6/3 al terzo). Grazie al suo allenatore José María Arnedo, buon professionista italo-argentino di qualche decennio fa, e che mi ha fornito queste informazioni, riassumo brevemente la carriera della giovane giocatrice. Che non ha ancora quattordici anni (!) e vive e si allena a Martellago in provincia di Venezia presso  la International Tennis Team di Martellago ovviamente diretta da Arnedo stesso. Michelle ha iniziato a giocare a tennis nel 2010 mettendosi immediatamente in luce con le vittorie nei campionati provinciali under 12 e under 14 a soli dodici anni. Ed è ora la meglio classificata quattordicenne a livello sia provinciale che regionale. Il suo palmarés è già prestigioso e vanta successi – soprattutto –  in tornei di terza e anche seconda categoria in ambito regionale. Sennonché è per ora praticamente nulla la sua attività in campo ITF junior, e dunque la si attende con curiosità al varco dopo questa prima apparizione fiorentina.

In campo maschile davvero poco da notare e giocatori giovani (cioè 1999 e 2000) da cercare con il lumicino; ma è proverbialmente quasi impossibile che un quindicenne oggi possa vincere un torneo Grade 2 o oltre o farsi comunque valere. La Francia ne ha portati alcuni e in proiezione sono buoni giocatori con il fisico giusto e i colpi ben modellati benché acerbi. Ramazzotti, quanto a noi, è già di una categoria a parte ed è una piacevole, gradita eccezione. Non ne avevamo altri del 1999 in main draw e anzi c’è  da essere un po’ preoccupati dall’apparente vuoto di talenti in questo anno di nascita; ma senz’altro ci saranno i 1999 e i 2000, nascosti da qualche parte. E confidiamo come sempre nello stellone.

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