ATP Montecarlo interviste, Nadal: "Non ho giocato bene quest'anno, ma sono molto motivato"

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ATP Montecarlo interviste, Nadal: “Non ho giocato bene quest’anno, ma sono molto motivato”

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Al round table pre-torneo, Rafael Nadal discute a trecentosessanta gradi sulla sua condizione, i suoi obiettivi, i suoi record e le sue sensazioni

Tempo di presentarsi alla stampa per Rafa Nadal, che al media day di Montecarlo siede con i giornalisti accreditati, e si concede per abbondanti venti minuti. Tradizionale la domanda d’esordio sulle sue sensazioni circa il torneo, a cui Nadal risponde con altrettanta scontatezza: “Sto sempre bene a Montecarlo, adoro essere qui e ho fatto degli ottimi allenamenti, ho ancora due giorni per prepararmi al meglio”.

Parla del suo inizio di stagione non proprio brillante, e su come non sia una tragedia non essere il campione in carica di un torneo che lo ha vista con il trofeo tra le mani per otto volte: “E’ già la seconda volta, direi che sono abituato ormai (ride). Molti giocatori perdono più di quanto vincano, per me non è un problema; adesso sono contento di essere tornato sul rosso e che la mia parte preferita di stagione sia iniziata. So di dover giocare meglio di quanto abbia fatto finora, e farò il massimo per riuscirci”.

Riferimenti al magico 2013, che lo ha visto tornare alla ribalta in maniera roboante con un invidiabile swing di successi: la motivazione è la stessa? “Sto lavorando per tornare al top, se non credessi di poterci riuscire non sarei qui, né avrei mai potuto raggiungere i risultati che ho ottenuto in carriera. Sono motivato e ho la passione necessaria per poter continuare a giocare; il tennis è competizione, ed è quello che più spinge a lavorare”.

Chiari comunque gli obiettivi per il torneo, la vittoria finale è in secondo piano rispetto alla condizione: “Come ogni anno, la cosa importante sarà avere buone sensazioni, poi il resto verrà da sé; devo migliorare, non ho giocato bene a Miami, è chiaro. Sono di nuovo sulla mia superficie preferita, adesso devo solo riportare il mio standard a livelli ottimali”.

Aver vinto così tante partite sulla terra potrebbe causare una pressione in più quando si torna sul rosso, ma Nadal stigmatizza, nel fresco del VIP Village del Country Club: “Non sono favorito per nessun torneo, sto giocando il mio peggior tennis degli ultimi tempi. Non ho pressione, non sento di dover vincere per forza; sono qui con l’obiettivo di fare meglio di quanto fatto finora, e cercherò di farlo. Del Roland Garros parlerò quando sarà il momento di farlo, adesso sono motivato, non ho pressioni”.

Si siedono ai propri tavoli anche Wawrinka e Djokovic, mentre qualcuno chiede a Nadal quali siano i lati del gioco su cui concentrarsi di più, per poter tornare al top: “Devo essere più solido, più costante, non posso giocare bene mezza partita e poi infilare quattro errori consecutivi; devo anche migliorare il timing. Almeno sono sicuro che tra giocare male e tornare ai miei livelli è una questione di dettagli, quindi li ho individuati e adesso devo solo lavorarci; bisogna essere pronti sempre, anche mentalmente, per quando sarà il momento adatto. Sono pronto ad affrontare le cose negative, ma anche a tornare ai livelli migliori”. +

Gli ricordano che quest’anno cade il decennale della sua prima vittoria nel principato: “Dieci anni sono lunghi per tutti; ricordo bene il mio primo titolo qui, e anche la mia prima partecipazione, un paio di anni prima. Non sento sia il peso del tempo a causarmi problemi, sono successe molte cose, non vanno considerate solo le cose negative, ovviamente”.

Terminano le partite di qualificazione sui campi secondari, e il tifo del pubblico del Centrale, su cui gioca un padrone di casa, quasi copre la risposta di Nadal in merito a domande sui suoi record: “Non riuscirei a scegliere un torneo preferito, ma so che i miei risultati sula terra sono una rarità, anche se potrei sembrare presuntuoso; so che è impossibile ripetermi, ottantuno vittorie consecutive, nove Roland Garros in dieci anni, nello stesso tempo otto volte Barcellona, otto volte Montecarlo, sette Roma, più qualche volta a Madrid e a Amburgo, sono risultati straordinari, anche se non dovrei dirlo, e so che difficilmente potranno essere uguagliati”.

Chiude con un pensiero pseudofilosofico: “Delle sconfitte si parla sempre troppo poco; finora ad esempio non abbiamo discusso delle mie sconfitte con Djokovic o con Ferrer, soltanto dei miei successi a Parigi. Quando perdo non ci sto granché certo, ma non è nulla che mi distrugga. Quando capita, capita, basta considerare vittorie e sconfitte con la stessa calma. Sono grato e contento di tutto quanto mi sia capitato, se perdo non smetto certo di essere entusiasta della mia vita”.

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