ATP Montecarlo interviste, Berdych: "Non è giusto definire Nadal-Djokovic una finale anticipata"

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ATP Montecarlo interviste, Berdych: “Non è giusto definire Nadal-Djokovic una finale anticipata”

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“Non esistono solo Rafa, Novak o Roger, ci sono anche quelli che arrivano in finale. Ho già battuto Nadal in Australia, è un segnale molto positivo. Quest’anno mi manca solo un titolo per essere davvero soddisfatto”

In tutti i tornei che hai giocato quest’anno sei sempre arrivato in fondo, più o meno. Sarai molto soddisfatto.

Sì, quest’anno sta andando alla grande, quasi tutto come il mio staff ed io avevamo programmato, anche se ancora mi manca un titolo. Cercherò di fare il massimo per poterlo ottenere a breve, per adesso mi godo questa splendida settimana.

Quali sono le cose che più hai cambiato di te stesso?

Parecchie cose, la preparazione non è più la stessa di quando ho iniziato ad esempio: anche le modalità di allenamento sono diverse dai miei inizi, la cosa migliore è che riesco a vedere i risultati degli aggiustamenti che ho apportato al mio tennis, per poter competere con i migliori.

Credi che raggiungere buoni risultati sulla terra sia per te tra gli obiettivi più duri da raggiungere?

Non do molta importanza alla superficie, credo di essere un giocatore che sa adattarsi a qualsiasi situazione, con il giusto tempo. Sono cresciuto sulla terra, la mia prima semifinale Slam è stata al Roland Garros, quindi ho un buon feeling anche sul rosso.

(domanda del direttore Scanagatta) Se qualcuno definisse Nadal-Djokovic una finale anticipata, ti darebbe fastidio? Complessivamente, contro di loro hai vinto solo sei volte in quarantadue occasioni.

Tu l’hai definita così?

Sto solo chiedendo!

E io chiedo a te, tu l’hai definita così?

Ho scritto che guardando ai numeri, è senz’altro la partita che più di tutte si qualificherebbe come una finale.

Credo che sareste sempre pronti a montare un caso su qualsiasi cosa, quindi non mi interessa troppo. Penso però che sia un po’ ingiusto, in un’era difficile come la nostra, concentrarsi sempre sui soliti nomi e non su chi magari in finale ci arriva effettivamente. Non esistono solo Rafa, Novak o Roger, ma a me non cambia nulla.

E chi sceglieresti, se potessi? Hai vinto quattro volte con Nadal e due con Djokovic.

Non mi cambia assolutamente nulla; sono entrambi avversari durissimi, io farò comunque il mio meglio. Aver battuto Nadal recentemente mi da sicuramente un po’ di fiducia in più, ma ogni partita è a sé.

Sono passati dieci anni dal tuo unico successo in un Masters 1000; se pensi a te stesso dieci anni fa, quali sono le cose che più ti rendono felice, che ti sono capitate in questo tempo?

Direi la quantità di esperienze, positive o negative che siano, che sono riuscito a vivere. Ancor di più, il modo in cui sono riuscito a reagire ai miei periodi negativi. Nessuno è perfetto anche se alcuni di noi lo sembrano, come il gentiluomo in prima fila qui (indica Scanagatta e ride); non ho rimpianti, e in ogni caso non potrei cambiare nulla, ora mi dedico al presente. Sono contento con i progressi che ho fatto in questi anni.

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