ATP Roma: il Foro scalda Fognini, battuto Johnson in due set. Bolelli e Lorenzi out

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ATP Roma: il Foro scalda Fognini, battuto Johnson in due set. Bolelli e Lorenzi out

Seconda giornata degli Internazionali di Roma. A Dimitrov serve un tiebreak per superare Janowicz. Anche Kohlschreiber e Simon, che soffre, al secondo turno. Bolelli cede in due tiebreak all’austriaco Thiem mentre un Lorenzi infortunato rimedia cinque game contro Cuevas. In serata in campo Fognini e Fabbiano

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Fabio Fognini esulta dopo la vittoria contro Johnson (foto C. Giuliani)
 

F. Fognini b. S. Johnson 7-6(0) 6-3 (da Roma, Claudio Giuliani)

Fabio Fognini inizia bene la sua campagna romana, nel torneo dove non è mai stato protagonista. Fognini ha giocato per la prima volta agli Internazionali d’Italia l’8 maggio 2006 da numero 294 ATP, nove anni fa, perdendo al primo turno dallo svedese Thomas Johansson, 14 del mondo. Un anno fa perse malamente da Lukas Rosol, e abbandonò il centrale fra i fischi del pubblico. Quest’anno, nella conferenza stampa d’apertura del torneo, ha dichiarato di volere il supporto del pubblico. La partita inizia mentre il sole sta tramontando. Sul Pietrangeli si gioca a tennis assieme ai calciatori della Roma per una raccolta di beneficienza. Ci sono Nargiso, Pennetta, Monaco e Wozniacki, ma soprattutto ci sono Florenzi, Naingolan, De Rossi, Cole (chissà che i romanisti non imparino ad apprezzarlo con la racchetta) e lui, il Capitano, Francesco Totti. Presenta Max Giusti che cerca di far ridere e le sue battute arrivano fin dentro il centrale. Fognini intanto inizia a giocare e tiene agevolmente i game di battuta. Johnson non gli è da meno. Il gioco scorre veloce con Johnson, un Roddick depotenziato, che picchia duro da dietro con il diritto,  alternando tagli in backspin col rovescio, colpi che cerca di indirizzare sul rovescio di Fabio. La scioltezza con la quale Fognini chiude alcuni diritti e rovesci da fondocampo esalta il pubblico del centrale, specie un passante in contropiede, che fa deflagrare l’applauso. Fabio sfiora il punto dell’anno poco dopo, compiendo dei recuperi straordinari, l’ultimo dei quali si ferma sul net. Sarebbe stato un punto magnifico, credeteci sulla parola. L’americano comunque rimane avanti nel punteggio e sale 4-3. Fognini salva una palla break, bene, e si salva da un turno complicato al servizio anche dopo, quando aggancia Johnson sul 5 a 5. Il tifo aumenta, il momento è topico. Si arriva al tiebreak e qui l’italiano accelera: sette punti a zero per lui e primo set archiviato.

L’avvio del secondo set è sornione. I game al servizio dei due giocatori scorrono rapidamente, con qualche bel punto di Fabio. Sul 3 a 2 Fabio, con l’americano al servizio, il gioco diventa spettacolare. Lottano i due, Fabio salva molte palle per il game ma non arriva mai a palla break. Comunque si ha la percezione che qualcosa stia per avvenire. Anche lo staff di Malagò evidentemente fiuta l’aria perché il presidente del Coni entra proprio alla fine di questo game e va a sedersi vicino a Binaghi. Sembra un segnale: Fognini accelera e conquista il break. Poco dopo serve per il match e dalle tribune urlano: “Roma ti ama Fabio!”. Ma subito dopo, uno spettatore più saggio: “Tranquillo Fabio“. E Fognini fa un doppio fallo. Ma niente paura: da fondocampo non commette errori e dopo un’ora e quarantuno minuti di gioco arrivava a matchpoint. Non c’erano sorprese e quindi era tempo di esultare: Fabio, e Roma, felici assieme.

In conferenza stampa dirà: “Sono contento per la vittoria, ora avrò un’altra opportunità per alzare il mio livello di gioco, cosa che da un mese a questa parte sta succedendo. Come affrontare Dimitrov? Se ho la chiave per affrontarlo? A Madrid pure avevo la chiave, l’ho infilata ma non sono riuscito a partire. Speriamo di inserire la chiave per bene qui a Roma. Lui gioca bene su tutte le superfici. Io ho il gioco per farlo preoccupare. Ho giocato comunque ad un livello molto alto. Da un mese, forse anche di più, mi sto sentendo sempre meglio in campo, e si sta vedendo il frutto del lavoro che sto facendo. I risultati parlano da soli. Ora sono riuscito a ritrovarmi”.

Fognini conquista quindi la vittoria numero 198 nel circuito ATP. A Roma potrebbe tagliare il prestigioso traguardo della numero 200. Intanto c’è Dimitrov per la numero 199.

D. Thiem b. S. Bolelli 7-6(4) 7-6(5) (da Roma, Claudio Giuliani)

Due ore di gioco e Simone Bolelli dice addio agli Internazionali d’Italia. Bolelli esce dal torneo in un match, quello che lo ha messo di fronte alla speranza del tennis austriaco, Dominic Thiem, che non verrà ricordato certo per la spettacolarità. Il ventitreenne austriaco si è tirato fuori dai pochi momenti difficili del match aggrappandosi alla sua maggior classe. Bolelli, 30 anni a ottobre, non ha trovato mai il guizzo per far girare la partita dalla sua parte. L’italiano veste col tricolore, mentre Thiem sfida il caldo romano vestendosi all-black. C’è molto caldo, ed è per questo forse che verso le quattro e mezza, quando inizia la partita, Bolelli e Thiem tengono i propri turni di battuta senza concedere praticamente nulla. Simone cerca di aggredire la palla più di Thiem, che invece sembra solo voler controllare il match e aspettare che l’italiano conceda qualcosa. Seduto nel posto migliore del centrale, pieno per un terzo, c’è Nicola Pietrangeli. Vicino a lui c’è anche Malagò, presidente del Coni. Insieme sperano nella vittoria dell’italiano che non sarebbe neanche clamorosa ma, tuttalpiù, ordinaria, stante lo stretto divario di classifica (49 ATP Thiem, 57 ATP Bolelli). Il match scorre fra servizi vincenti, qualche ace di Thiem, e tanti palleggi da fondo campo, alternati da qualche serve and volley del più giovane. Bolelli cerca parabole alte sul rovescio dell’austriaco, cercando di farlo poi correre dall’altra parte. Solo che l’austriaco non ha problemi nel controllare le traiettorie alte di Bolelli. Dal lato sinistro, infatti, Thiem incoccia come pochi altri nel circuito e spesso fulmina l’italiano con il lungolinea, strappando gli applausi convinti del pubblico. Al tiebreak Thiem sale subito 4-1 e poi chiude 7-3. Zero palle break concesse dai due nell’ora di gioco del primo set, 46 punti a 41 per Thiem.

Nel secondo set si nota subito un Bolelli più aggressivo, che cerca di sfondare con il diritto da fondo campo. Thiem gioca almeno due metri dietro la linea di fondo e lavora molto la palla con il diritto, mentre di rovescio impatta spesso piatto. Tecnicamente, si fa notare quando rincorre i diritti anomali di Bolelli correndo verso sinistra, quando blocca il braccio e infligge un’autentica frustrata alla pallina solo con la forza dell’avambraccio-polso: un gioiello. La partita però non decolla: è noiosa, almeno fino al 2 a 2, quando arrivano le prime palle break.  Sono per Thiem però, che strappa il servizio a Bolelli e allunga sul 4 a 2 che poco dopo diventa 5 a 3. Quando sono passate quasi due ore di gioco e il manto del centrale è completamente ombrato, una strana sonnolenza pervade il pubblico, che sembra non credere più alla vittoria tricolore. Bolelli invece ci crede e complice Thiem, che dormicchia in campo, recupera il break di svantaggio: cinque pari. Bolelli sale 6 a 5 prima che l’austriaco decida che è tempo di fare un altro tiebreak. Nel frattempo ha ritrovato il servizio, e quindi va sul 3 a 0 che poi diventa 5 a 2. Bolelli si arrabbatta per recuperare lo svantaggio e ci riesce, portandosi sul cinque pari, non prima che Thiem decida che è ora di andare a farsi la doccia chiudendo il tiebreak per 7-5 (45 punti a 42 per Thiem).

C’è stato poco da fare: ha vinto il giocatore di maggior classe. Match come questi, dove un Thiem ordinato ha concesso pure qualche occasione, vanno vinti se si hanno velleità di classifica. Così non è stato e per Bolelli ora a Roma non rimane che il doppio.

Bolelli dirà poi in sala stampa:Credo sia stata una partita molto equilibrata, nel secondo set ho avuto parecchie palle break che non sono riuscito a sfruttare. Mi sembra di aver giocato un bel tennis e sono abbastanza soddisfatto, ma c’è anche molto rammarico. Lui è stato molto bravo nell’alternare anche qualche serve and volley. Credo comunque di aver raccolto meno di quello che ho seminato“.

R. Gasquet b. [Q] T. Fabbiano 6-1 7-6(0) (da Roma Carlo Carnevale)

Non ce la fa un ammirevole Thomas Fabbiano, che era giunto in tabellone dopo la bella vittoria sulla promessa rossa Andrey Rublev nell’ultimo turno di qualificazioni. Il pugliese si è arreso al caldissimo Richard Gasquet (fresco vincitore all’Estoril del suo dodicesimo titolo in carriera), entrando in partita  praticamente solo nel secondo set. Perso il primo e sotto di un break fino al 4-5 nel secondo, Fabbiano ha lottato con le unghia e con i denti ed è riuscito a strappare il servizio al francese proprio quando quest’ultimod erviva per il match.  L’inerzia del match si è poi capovolta, con Gasquet che si è aggiudicato sette punti consecutivi e ha chiuso il jeu decisif a zero. Gasquet affronterà domani sera David Ferrer, settima testa di serie.

[10] G. Dimitrov b. J. Janowicz 6-3 7-6(4) (di Roberto Salerno)

Quando si vede una partita di Janowicz con qualche rammarico è difficile non farsi cogliere da qualche rammarico. Il 24enne polacco, semifinalista a Wimbledon e finalista a Bercy forse mille anni fa sembra quasi un ex, forse complice un accenno di stempiatura. Ed è davvero un peccato perché anche oggi – in una partita mai in discussione – ha mostrato che con la racchetta sono poche le cose che Jerzy non sa fare. Ma la sua condizione atletica disastrosta, in perenne ritardo, macchinoso, col dritto che volava via non appena lo scambio si faceva un briciolo più sostenuto non gli consente di lottare ad armi pari con un tipo come Dimitrov. Che dal canto suo pare un convalescente, evidentemente le due ultime sconfitte, contro Cuevas e Nadal, lo hanno un po’ scosso. Oggi si è limitato a fare il compitino, tenendo senza problemi i suoi turni di battuta e brekkando il numero 46 del mondo solo una volta e rischiando poco nel tiebreak. Buon per lui che ha un tabellone abbastanza agevole, Fognini permettendo, ma non sarà tenendo questi ritmi che potrà impensierire Berdych o, addirittura, Federer. Se verrà.

P. Cuevas b. [WC] P. Lorenzi 6-3, 6-2 (da Roma Roberto Dell’Olivo)

Pablo batte Paolo.  Il numero 24 al mondo, Cuevas, ha liquidato la pratica Lorenzi in poco più di un’ora. L’italiano, sceso al numero 94 Atp, non ha ancora recuperato appieno dall’infortunio che l’ha obbligato a ritirarsi all’esordio di Barcellona, sul 3-0 per Almagro. Uno stiramento alla coscia sinistra, con fisioterapista in campo oggi già al termine del riscaldamento pre partita.

Cuevas, fresco finalista ad Istanbul, dove ha perso solo da re Roger, ha gestito il match con sufficienza. Grazie ad un ottimo diritto ha fatto correre Lorenzi in lungo e largo, scherzando con qualche palla corta, che magari Lorenzi è riuscito anche a raggiungere, salvo subire la comoda volèe successiva dell’uruguaiano.

C’è comunque solo un break nel primo set, ma Cuevas realizza 34 punti contro i 23 del suo avversario. In battuta raccoglie di più, compresi tre ace, con l’ 81 % di realizzo sul primo servizio e addirittura l’87 % sulla seconda. Insomma, la differenza c’è e si vede ancora di più nel set successivo.
La netta sensazione è che Lorenzi giochi condizionato. Se poi si sbaglia anche una facile volèe a campo aperto, allora non c’è più davvero nulla da fare. Cuevas vola 4-0, salvo rallentare un po’, lasciando al Paolo italiano almeno qualche colpo da applausi. Finisce 6-3, 6-2. Pablo va al secondo turno e si guadagna di nuovo un bel match contro re Roger. C’è da scommettere che questa volta lo svizzero cercherà di chiudere prima questo replay turco (ad Istanbul ci fu un lungo tie break nel secondo set). Con Cuevas sulla terra battuta meglio non scherzare troppo.

 

Le altre partite

Ha dovuto faticare quasi due ore e mezza la testa di serie numero 12, Gilles Simon, contro lo statunitense Sock, che si è trovato per ben due volte avanti di un set e un break. Gilles è stato bravo a non concedere opportunità al tiebreak e ha poi brekkato l’avversario all’ottavo game del terzo.

Facile vittoria di Isner, che continua a non perdere il servizio. Siamo a 73 turni di servizio di fila, l’ultimo a cui è riuscita l’impresa è stato, manco a dirlo, Rafael Nadal, a Montecarlo. Il prossimo a provarci sarà l’argentino Leonardo Mayer, auguri. Kohlschreiber e il qualificato Ilhan hanno vinto con l’identico risultato ma mentre il caso del tedesco tutto sommato non è sorprendente, ci aspettavamo di più da Mannarino, pur non essendo giocatore da terra.

 

Risultati:

[10] G. Dimitrov vs J. Janowicz 6-3 7-6(4)
[12] G. Simon b. J. Sock 4-6 7-6(2) 6-3
[16] J. Isner b. J. Sousa 7-5 6-3
P. Kohlschreiber b. D. Young 6-4 6-1
D. Thiem b. S. Bolelli 7-6(4) 7-6(5)
F. Fognini b. S. Johnson 7-6(0) 6-3
R. Gasquet b. [Q] T. Fabbiano 6-1 7-6(0)
J. Monaco b. [Q] D. Lajovic 6-3 6-7(5) 6-2
P. Cuevas b. [WC] P. Lorenzi 6-3 6-2
[Q] M. Ilhan b. A.Mannarino 6-4 6-1

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