Quanto sei bello Foro quann'é sera

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Quanto sei bello Foro quann’é sera

Quando il sole va a riposare dietro Monte Mario, la luce diventa fioca al Foro italico e il brio e l’energia del giorno lasciano spazio alla calma e alla tranquillità della sera. E allora ci si può rilassare, facendosi coccolare dal villaggio ospitalità o semplicemente timbrando la presenza in tribuna. E pazienza se c’è il tennis

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Il campo Pietrangeli fotografato dal centrale (foto C. Giuliani)
 

La prima cosa da fare quando la sera cala sul Foro Italico è una passeggiata nel viale principale. Con il quartiere Prati alle spalle, si cammina in direzione Stadio Olimpico. Si cammina al centro del viale con il passo lento, dopo che per tutto il giorno si è schivata la folla che esce dal centrale o le macchine della trasportation che corrono veloci, o le file per gli stand gastronomici, facendo la gimkana fra le persone che filano via con il passo veloce di chi ha per forza qualcosa da fare, ché sul campo 5 c’è Roger ad allenarsi o magari c’è un match decente sulla Supertennis arena. Questo è il momento in cui si gioca poco, e ci sono meno cose da fare anche se devi lavorare al Foro e allora ti puoi rilassare un po’. Si cammina nel viale fra il Pietrangeli e i negozi, dove una coppia di giovani improvvisa un match di padel sul lastricato di marmo bianco, con il responsabile del negozio che ormai è a casa e con i giovani che sono al potere. E pazienza se poi il ragazzo rincorre la ragazza, e il negozio rimane scarsamente presidiato, il padrone sarà contento, felice dell’incasso della giornata grazie ai bambini eccitati dalla visione dei loro idoli che, non potendo sfogare l’adrenalina sul campo, costringono i loro papà a comprare quel completo assolutamente indispensabile al loro tennis.

Come non fare poi una capatina nel villaggio ospitalità? Ricavato nell’ex Bar del Tennis, è un’area delimitata dove si entra solo grazie al pass. Ci sono gli stand dello sponsor bollicine di Federer e Dimitrov o della nostra (fu?) compagnia aerea di bandiera, con la terrazza del Coni e della Fit a dominare tutti i campi meno i due stadi. Ogni tanto qualche vip o presunto tale ci si affaccia, seguiti dai fotografi in cerca di scoop e pose piccanti, ansiosi di vendere la foto di tizia che bacia caio al Messaggero. E ti bloccano, chiedendoti conferma, noi che siamo solamente di passaggio curioso, se sappiamo chi è Alessandra Mastronardi, chiedendo di vedere su internet. Si accendono gli occhi del fotografo quando gli diciamo che è una star dei Cesaroni, tra l’altro accompagnata a sorseggiare un flut sui divani panna dello stand. “Ah grazie, mo appena esce zac! Je faccio ‘na foto e la manno subito a ViviRoma”, ci fa.

E quindi divani e chaise longue dall’accesso protetto dove già l’accesso è già protetto, dove i flut si svuotano velocemente e dove le tartine sono offerte copiosamente, portate da giovani camerieri che si flettono con deferenza per offrire il vassoio, scrutato con diffidenza con la mano con l’indice piegato, prima di scegliere il finger food giusto, perché lì, nello stand, mangiare con le mani non è volgare. Attorno a loro si gioca ancora a tennis, sui campi cinque e sei, quelli protetti dalla gente, con poche luci però. E dentro l’ex Bar del tennis si mangia e si guarda distrattamente il doppio d’allenamento mentre si gusta la lasagna, con l’atmosfera giusta della luce soffusa e con il banco dei dolci preso d’assalto, con il gelato che va per la maggiore con i soli gusti nocciola crema e cioccolato, preferita alla millefoglie di pistacchio.

 

I campi dall’uno al quattro la sera sono desolati, muoiono, così come la Supertennis arena, che ti ricordi che esiste solo perché il maxischermo con i punteggi del campo centrale è acceso. Pazienza: ancora qualche giorno e sarà smontata, usata anche quest’anno senza particolare successo. Mentre costeggiamo i vasi giganti della parte centrale del Foro, quella lastricata col marmo bianco, sentiamo il vento venirci incontro. È fresco, il ponentino, e ci rinfresca i primi giorni dal sole fuori stagione che ci ha abbronzato, ma ci raffredda al venerdì, quando il cielo è grigio e si trattiene dal rovesciare l’acqua che rovinerebbe la serata del tennis. I suoni, di sera, sono più distinti. Manca il vociare diffuso del diurno, e man mano che passeggiamo nelle nostre orecchie c’è il sali e scendi di ogni singola canzone colonna sonora di ogni singolo stand, intervallato dallo scrosciare degli applausi che arrivano dal centrale. E le file negli stand culinari finalmente non ci sono.

E va in scena la passerella, specie nei posti buoni del centrale, quelli al di sotto del primo anello. Le sedie con il logo dello sponsor si riempiono all’ultimo momento, quando il match è appena iniziato e gli steward ti fanno strada per mostrarti il posto. È una passerella. Fino qualche minuto prima si era nell’area ospitalità, magari dello stesso sponsor che ha spazi anche all’interno del centrale, dove gozzovigliare (ancora) e seguire il tennis seduti sul divano. È il pubblico che a malapena conosce i giocatori e che si affaccia, rigorosamente di sera al Foro, perché dire che si è visto Federer o Nadal è pur sempre motivo di conversazione questa settimana. Le donne poi sono le più disinteressate, quelle che per loro il tennis è il braccialetto dorato con i pendenti. Quelle che abbiamo visto in seconda fila qualche giorno prima da Fognini, perché quel giorno era lì che bisognava stare, e sedevano in seconda fila nella tribuna autorità del Pietrangeli (sic!), in favore di telecamera con il Gucci d’ordinanza e il capello perfetto sul quale passare le mani, applaudendo con riflesso pavloviano quando partiva il battimani, distratte dai loro discorsi fuori tema. Gente che si mischia ai tanti appassionati, che frequenta il Foro con l’omaggio corporate d’ordinanza, il biglietto gratis che non esiste più ma che molti devono trovare per far felici altri.

E poi con gli ultimi raggi di sole, con la tranquillità che finalmente concede di godersi il tempo, con meno cose da fare, è tempo anche di concludere il torneo delle stelle “Tennis and Friends” a scopo benefico. E allora ecco i tennisti del sabato o della domenica venire premiati vicino allo sponsor, una nota marca di champagne, con due bottiglie esposte a favore di telecamera, con personaggi importanti a rispondere all’appello del microfono, che ha il volume molto alto e disturba Stan Wawrinka che si allena per la semifinale con Federer. Ci sono personaggi “importanti” a premiare i soci del Foro Italico, il direttore di Rai Due, o l’ex del Grande fratello Carolina Marconi, o Eva Grimaldi, i quali premiano i vari vincitori, su tutti Adriano Giannini e Laura Freddi, primi classificati. Per consegnare loro il premio si scomoda addirittura Lorella Cuccarini. Protetti dai cordoni del villaggio ospitalità, tennisti amici e soci festeggiano con lo champagne, con il gilet sopra la camicia perché il vento del weekend è freddo. Mentre lo speaker chiama ancora Giorgio Meneschincheri e Roberto Ciufoli, altri protagonisti del “Tennis and friends”, i bambini sono adagiati sui divani distratti, impegnati a giocare con i loro tablet attorno al campo. Forse è tempo di riprendere la via del Centrale, ché fra un po’ inizia il tennis vero.

Il buio è pesto e i tre campi da minitennis di fronte la Players lounge sono diventati un campo unico. Infatti, due bambini in crisi di astinenza hanno allineato le tre mini reti facendola diventare una, come in un campo vero, e giocano indisturbati sotto l’unica luce dei due lampioni vicino. Neanche tanta. In campo si gioca, c’è Nadal, o c’è Federer, e il silenzio è ancora più silenzio rispetto al giorno. Sarà il buio circostante e nessuna luce più alta dei fari che non sia la luna, ma tutto contribuisce a concentrarsi solo sulla pallina da tennis, con i grugniti dei giocatori che arrivano in alto fino all’ultima fila del settore distinti. Quando è tempo di andare via, quando la mezzanotte è passata da un po’, ai varchi di accesso si accalca il popolo della notte, pronto a darci il cambio. Si spengono pian piano le luci del Centrale e i giovani che scendono a piedi dal Ponte della Musica in direzione Ballroom sono pronti a reclamare ore da protagonisti, anche loro al Foro Italico. Il tennis è andato a dormire ma il Foro è ancora vivo. E bellissimo.

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ATP

Italiani in campo sabato 30 settembre: a Pechino Arnaldi sfida Jarry, esordio per Trevisan e Cocciaretto

Matteo Arnaldi cerca un posto nei quarti. Cocciaretto e Trevisan nel main draw, Bronzetti al turno decisivo delle qualificazioni

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Matteo Arnaldi – Coppa Davis 2023 (foto di Roberto dell'Olivo)

Chissà se Nicolas Jarry ha ancora gli incubi notturni in tonalità azzurra. Fatto sta che incrocerà nuovamente i colori italiani anche all’ATP di Pechino. Sarà Andrea Arnaldi il suo avversario agli ottavi del torneo. Per il sanremese la speranza di procedere spedito in questa competizione.

Come al solito, in terra cinese, week-end denso di appuntamenti e il sanremese avrà modo di mettere in difficoltà il n. 1 di Cile. La sfida tra questi due tennisti è la prima in assoluto. Start alle ore 6.30 italiane di sabato.

Le quote pendono dalla parte del cileno favorito a 1.75 contro i 2.20 dell’azzurro sui principali bookmaker, con qualche oscillazione, nelle ultime ore, in favore dell’azzurro.

 

In campo femminile, Elisabetta Cocciaretto sfiderà Marta Kostyuk nel primo turno WTA 1000 di Pechino. L’azzurra sarà in campo alle ore 6.30 contro l’ucraina apparsa in gran forma nell’ultimo periodo. Unico precedente tra le due tenniste è quello del torneo 2023 di Miami, con l’azzurra sconfitta 6-3 6-2. Cocciaretto sfavorita a 2.85, mentre la vittoria dell’ucraina è quotata 1.39. Martina Trevisan, invece, sfiderà Tatjana Maria nel primo turno del WTA di Pechino. Unico precedente tra le due tenniste risale al 2019 al torneo di Acapulco. Tedesca che vinse in due set. Quote pressoché alla pari, con il divario più ampio offerto da bwin: Martina 1,87, Tatjana 1,90.

Sempre a Pechino, si completeranno le gare per l’ingresso nel tabellone principale del torneo. In campo l’azzurra Lucia Bronzetti alle ore 8.00 italiane. La n. 65 del ranking affronterà Ashlyn Krueger. Non ci sono precedenti tra le due, con le quote che vanno da 1.64 di Eurobet per l’americana a 2.18 per l’italiana.

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Flash

Wim Fissette scarica Qinwen Zheng: ritorno con Naomi Osaka?

La notizia emerge a margine dell’oro agli Asian Games della cinese: “Ha infranto il contratto”

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Zheng Qinwen - WTA Palermo 2023 (credits to Ufficio Stampa Palermo Ladies Open)

Brutte notizie arrivano per Qinwen Zheng dopo la medaglia d’oro conquistata in singolare agli Asian Games (vittoria le dovrebbe valere la qualificazione per Parigi 2024). La numero 1 cinese si dovrà separare dal suo allenatore Wim Fissette con cui aveva iniziato una collaborazione nello scorso giugno: il coach, capitano del Belgio in Billie Jean King Cup, avrebbe infatti deciso di tornare da Naomi Osaka, che rientrerà nel circuito nel 2024 dopo la pausa per la maternità.

Una collaborazione che è stata discretamente proficua in questi mesi, considerato che Zheng ha conquistato a Palermo il suo primo titolo a livello WTA e il primo quarto di finale a livello Slam allo US Open. Una vera e propria beffa per la classe 2002 di Shiyan che aveva dato il benservito a Pere Riba, insoddisfatta dei risultati con l’allenatore spagnolo. L’iberico di lì a poco si sarebbe “accasato” con Coco Gauff, portandola insieme a Brad Gilbert a vincere Washington, Cincinnati e lo US Open.

Fissette ha infranto il contratto, ed è stato molto immorale – sono le parole della cinese riportate da diversi media dopo la finale vinta contro la connazionale Zhu Lin – capisco la sua decisione, ma io e la mia famiglia ci sentiamo feriti. In questo momento, non voglio parlare di questa persona”. Una situazione davvero spiacevole per una giovane come Zheng che aveva investito le sue risorse in un allenatore esperto come il belga e ora si ritrova a piedi in una condizione piena di incognite: il talento è grande, ma ancora la cinese deve trovare una figura stabile che riesca a incanalare il suo grande potenziale. Evidentemente non sarà Fissette.

 

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WTA Ningbo: in finale Jabeur e la sorpresa Shnaider, sconfitte Podoroska e Linda Fruhvirtova

La tunisina disinnesca con attenzione il dritto dell’argentina, la russa si impone facilmente nella contesa tra giovanissime

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Al Ningbo Open le due semifinali emettono verdetti positivi per la testa di serie numero uno Ons Jabeur e per la sorpresa russa Diana Shnaider.

D. Shnaider b. L. Fruhvirtova 6-4 6-1

Diana Shnaider prevale nella sfida tra teenager contro Linda Fruhvirtova nella prima semifinale del Ningbo Open. La classe 2004 russa supera in poco più di un’ora e mezza la ceca più giovane di lei di un anno imponendo il proprio robusto forcing con il dritto ma giocando anche alcune traiettorie di rovescio in particolar modo incrociate che sono risultate molto importanti per neutralizzare le risorse della rivale. Fruhvirtova si è trovata in tal modo spesso impegnata a rincorrere: il suo gioco di contenimento le ha permesso di rimanere a galla per quasi tutto il primo set. Poi la moscovita ha dilagato.

 

Nella prima frazione l’atleta di Praga trova per prima il break nel secondo gioco, approfittando di un dritto lungolinea di poco largo di Shnaider. Il vantaggio dura poco e la ceca lo rende mettendo in rete uno smash a rimbalzo. Sullo slancio la russa sale 4-2 strappando nuovamente il servizio alla rivale alla sesta palla break del game. Diana è sempre più in palla e dimostra i suoi miglioramenti in fase difensiva annullando una palla per il controbreak con un dritto lungolinea in corsa irraggiungibile per l’avversaria.

Le è sufficiente tenere ancora un turno alla battuta e il primo set è suo: tre ace a testa ma cinque doppi falli per chi ha perso contro due per chi ha vinto. Il secondo parziale conferma la tendenza degli ultimi game e Shnaider infila 5 giochi consecutivi prima di subire un break che non fa male: al termine è un 6-1 in 37 minuti.

Per Fruhvirtova un torneo che le ha comunque consentito di rompere la serie negativa di 9 sconfitte consecutive con relativo crollo in classifica oltre la centesima posizione. Per Shnaider una vittoria che vale la prima finale nella carriera e il miglior piazzamento nel ranking, vicinissimo alla sessantesima posizione. Che ovviamente può ancora migliorare…

[1] O. Jabeur b. N. Podoroska 6-3 1-6 6-2

La testa di serie numero 1 del tabellone Ons Jabeur “riempie il contratto” ed entra in finale superando l’Argentina Nadia Podoroska con il punteggio di 6-3 1-6 6-2.

La numero 87 del ranking non sfigura e oltre a conquistare nettamente il secondo set, nel resto del match riesce a tratti a mettere alla frusta le qualità difensive in back della settima giocatrice del mondo, che è però brava a non perdere la concentrazione e a giocare con buona continuità i due parziali vinti.

Jabeur cede in apertura la battuta e la recupera nel quarto gioco: la tennista sudamericana fa ottimo uso del dritto e conduce spesso gli scambi da fondo campo, ma una volta subita la rimonta, perde smalto e subisce un secondo break nell’ottavo gioco, che l’atleta nordafricana conquista con un portentoso dritto inside-out. Chiusa la prima partita nel game successivo, Jabeur, quasi soddisfatta del successo parziale, lascia l’iniziativa a Podoroska, che in poco più di mezz’ora pareggia il conto dei set lasciando un solo gioco all’avversaria.

L’inizio del set decisivo è forse il momento più delicato per Jabeur, che sul punteggio di 2-1 manca una palla break e si fa nuovamente raggiungere dall’argentina. Da qui in poi però il rendimento di Nadia cala nettamente e Ons trova il break a zero per un 4-2 che diventa 6-2 poco dopo.

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