Il Paradiso del mattone tritato: prendersi cura dei campi del Roland Garros

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Il Paradiso del mattone tritato: prendersi cura dei campi del Roland Garros

Il capo responsabile dei campi del Roland Garros, Bruno Slastan, ci racconta i segreti della preparazione della superficie dell’Open di Francia che noi chiamiamo “terra” ma che in realtà non lo é

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Articolo Originale di Tim Newcomb (Sports Illustrated)
Traduzione di Luca De Gaspari
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La location più piccola, tra quelle dei quattro tornei del Grande Slam di tennis, ha voglia di crescere ma l’espansione del Roland Garros a Parigi in Francia, per il momento non avviene.

Le speranze di mettere un tetto retrattile sul Campo Philippe Chatrier da 15000 posti entro il 2019 e creare un nuovo campo da 5000 posti presso il giardino botanico Serres d’Auteuil, possibilmente entro il 2017, sono state spente ancora una volta questa primavera quando le autorità locali di Parigi hanno ordinato un nuovo studio ambientale. Nessun nuovo lavoro su nuovi campi o qualsiasi altro progetto (il piano comprende anche un nuovo media center e un nuovo edificio per l’organizzazione del torneo) può iniziare senza autorizzazione.

Dunque, cosa c’è di nuovo per il torneo 2015? Il capo responsabile dei campi Bruno Slastan ha detto a Sports Illustrated di cercare i nuovi teloni di copertura che questa volta saranno dello stesso colore del terreno di gioco del Roland Garros.

E mentre Slastan si occupa di allestire le nuove coperture, nulla cambia nel modo in cui si prende cura dei campi “non proprio in terra battuta.” I quattro strati che compongono i campi al Roland Garros hanno parecchia materia organica ma non vera e propria terra battuta.

Troverete uno strato di pietra di 25 cm, un secondo strato di 15 cm di residuo metallico impermeabile, uno strato di 10 cm di pietra calcarea, per finire poi con 3 mm di mattone tritato.

Anche se la pietra calcarea e il mattone compongono la base della superficie di gioco, questo non significa che prendersi cura dei campi di terra battuta più famosi del mondo sia meno impegnativo, afferma Slastan.

Preparare i 20 campi per l’Open di Francia richiede un’attenzione speciale ai primi due strati. Slastan racconta che il suo gruppo rilavora lo strato di pietra calcarea bianca ogni anno e poi trasporta sui campi 40 tonnellate di mattone tritato – ma solo durante periodi completamente asciutti, quando hanno “condizioni climatiche particolarmente buone”per i tre stadi e i 17 campi esterni.

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“Gli spessori dei materiali vengono rispettati“, afferma Slastan. “ Questo è molto importante. Lottiamo il più duramente possibile per raggiungere la perfezione.”
Durante ogni match gli addetti al campo rastrellano la superficie e spazzano via la terra dalle linee alla fine di ciascun set. Alla fine di ogni match, bagnano l’intero campo per aiutare il mattone a mantenere il suo colore e impedire che venga portato via dal vento. A fine giornata ogni campo viene bagnato ancora una volta.

“Abbiamo bisogno di grande irrigazione perché i campi in terra hanno bisogno d’acqua” spiega Slastan. Dopo “i bagni notturni” i campi vengono coperti, ora con i nuovi teloni.

Alle 6.30 del mattino, ogni giorno del torneo, vengono tolti i teloni e viene data ai campi una brusca sveglia “grattando” la superficie in modo da rendere uniforme il mattone tritato. Poi viene steso del cloruro di calcio sulla parte superiore del mattone per aiutarlo a restare bagnato e quindi a mantenere il suo colore rosso.

Come è lecito attendersi, l’uso continuato dei campi causa usura. La terra viene trasportata via dal vento e arriva agli spogliatoi attraverso i vestiti dei giocatori (basta guardare tutti i calzini bianchi che diventano rossi). Per compensare la terra che se ne va, Slastan utilizza altre 5 tonnellate di mattone per riempire i campi a seconda della necessità durante il torneo.

Sebbene il regime di manutenzione sia lo stesso per ogni campo, gli addetti devono prestare particolare attenzione ai campi 3, 4 e 5 ed anche allo stadio Suzanne Lenglen perché questi quattro campi sono costruiti sopra lastre di cemento – “è pericoloso quando piove” –  che possono rendere il drenaggio dell’acqua un pochino insidioso.

Per aiutare a compensare questa anomalia dei campi costruiti su cemento al di sopra di un parcheggio, il campo Suzanne Lenglen comprende un sistema di controllo dell’umidità che fa uso di due grandi contenitori sotto al campo per recuperare l’acqua. I contenitori vengono poi svuotati a seconda della quantità di acqua presente in essi.

Slastan afferma che la qualità di questi quattro campi non ne risente mantenendo tutti i 20 campi del Roland Garros ad un livello identico di giocabilità anche se “la terra” si prende tutto il merito per il lavoro di pietra calcarea e mattone tritato.

 

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