Il Roland Garros 2015 è cominciato

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Il Roland Garros 2015 è cominciato

Finalmente un po’ di spettacolo al Roland Garros 2015. Bravo Federer a non attaccarsi all’errore dell’arbitro, molto più bravo Wawrinka in campo. Grande prova di Tsonga e Nishikori deludente. Venerdì sarà una grande semifinale (forse)

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In attesa della “decima” di Nadal, il giorno numero 10 del Roland Garros ha finalmente regalato qualche emozione e sopratuttto dei risultati contro pronostico. Se le ragazze hanno svolto il loro compitino, tra gli uomini qualcosa è successo. Anche perché per quanto si possa dire che ormai Federer non ha (più) l’età e che Nishikori fin qui ha perso più occasioni di quante ne ha vinte, la contemporanea vittoria di Wawrinka (2-16 nei precedenti) e di Tsonga (1-4) sembrava impronosticabile. E invece la semifinale sarà proprio quella, perché Stan si è alzato dal letto dalla parte giusta e non ha dato nessuna possibilità al Federer di questi anni, troppo debole nella risposta al servizio: “Non avevo abbastanza impatto sulla sua seconda di servizio. Un aspetto molto frustrante del mio gioco di oggi . Se aggiungiamo che – sempre parole di Federer – “questo va anche di pari passo con il fatto che oggi ha dominato lui lo scambio da fondo” si comprende meglio la severa lezione che Roger ha dovuto subire. Il serial “Slam-Winner” ha poi mostrato la solita eleganza, quando interrogato sull’errore (molto presunto) di Kader Nouni sul 3 pari del tiebreak ha ricordato che “io ne ho commessi almeno trenta di errori“.

L’altro quarto di finale è stato decisamente più affascinante – seppure non certo bello – perché nessuno si sarebbe mai aspettato che Nishikori venisse addirittura travolto da Tsonga. Il buon Kei, che cercava di diventare il terzo giapponese di sempre ad arrivare in semifinale al Roland Garros, ha completamente sbagliato l’approccio al match e si è trovato in poco più di un’ora sotto per 11 game a 3. Qui gli dei hanno momentaneamente abbandonato Tsonga – e qualche spettatore del Philippe Chatrier – facendo incredibilmente crollare un pezzo di tribunetta di uno stadio che è francamente brutto e scomodo. Ed evidentemente neanche tanto sicuro. Sarà il caso di aprire una parentesi e di dire che è inammissibile che il campo centrale di uno slam sia in queste condizioni. Passi per il tetto, passi per le luci, ma questo stadio va rifatto da cima a fondo, la FFT non ci ha fatto certo una gran figura.

Detto che da queste parti non si crede che il mal comune si neanche un pezzettino di gaudio (e non ci riferiamo a Gaston), la pausa non poteva che far bene a Nishikori che è riuscito a cominciare lentamente una rimonta che lo portava, allo scoccare della terza ora, al quinto set. Inutile dire che il mancato lieto fine sembrava scontato. Jo sembrava rimasto alle tre palle break del nono game del terzo set, di cui pagava a carissimo prezzo la mancata realizzazione con il break nel game successivo, e ormai si attendeva soltanto il colpo finale inferto da Nishikori. Invece era il giapponese, che già varie volte ha mostrato di non essere proprio un cuore impavido a crollare sotto i drittacci di Tsonga nel quarto game del quinto set. A Jo a quel punto bastava aggrapparsi al servizio per arrivare alla sua seconda semifinale a Parigi, diventando il secondo francese dell’era open a riuscirci.

La semifinale tra i due forse non è così scontata come sembra, e anche se Wawrinka appare nettamente favorito e ha vinto gli ultimi due precedenti il match dovrebbe essere aperto. I due si sono affrontati 6 volte e curiosamente ben 5 di queste partite sono state su terra rossa. L’ultima volta era la finale di Davis e uno Jo che sicuramente non stava benissimo riuscì ugualmente a strappare un set allo svizzero. E anche la volta precedente, a Madrid, fu battaglia, con Stan che si impose al terzo. Ma i due ricordano senz’altro meglio i due precedenti che proprio al Bois du Bologne si sono celebrati nel 2011 e nel 2012. Nel 2011 tocco a Stan vincere un durissimo match al quinto, rimontando addirittura da 0-2 e sotto 1-4 nel terzo. Ed era uno Tsonga che un paio di settimane dopo sarebbe arrivato in semifinale a Wimbledon.
L’anno dopo allo svizzero lo scherzetto non riuscì. Sotto 2 set a o recuperò ancora, ma al quinto fu costretto ad alzare bandiera bianca, in un incontro che ricorda vagamente quello di oggi contro Nishi.

I due arrivano al loro settimo confronto con stati d’animo euforici ma forse con diverse sicurezze. Stan sembra aver trovato un briciolo di costanza ad alti livelli, dopo i disastrosi 1000 primaverili; Tsonga invece sembrava perduto alla causa del grande tennis, visitato da chissà quali fantasmi e da una condizione fisica che sembrava peggiorare ad ogni mese. Adesso i due si trovano uno di fronte all’altro con in palio davvero un prestigioso traguardo.
Venerdì ci sarà da divertirsi, il Roland Garros è cominciato.

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