ATP Queen's interviste, Nadal: “Non sono deluso, gioco meglio e sono motivato a far bene a Wimbledon"

Interviste

ATP Queen’s interviste, Nadal: “Non sono deluso, gioco meglio e sono motivato a far bene a Wimbledon”

ATP Queen’s, primo turno: A. Dolgopolov b. R. Nadal 6-3, 6-7, 6-4. L’intervista del dopo partita a Rafael Nadal

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È un duro colpo per te?
È una sconfitta. Non penso di aver giocato male. Ho lottato fino alla fine e ho fatto una grande rimonta. Il gioco sull’erba è questo. Ho iniziato il terzo set con un break ma poi lui ha giocato qualche buon punto. Ho sbagliato poche palle, sicuramente un diritto sul 30‑40, sul 4 pari. Non ho niente da rimproverarmi, ho affrontato un giocatore scomodo al primo turno ma ho avuto la mia chance. Non ho fatto una brutta partita solo che qualche volta le partite si decidono in pochi dettagli e oggi non sono stato molto fortunato. Forse mi è mancata un po’ di aggressività quando sono andato sul 4‑3.

Quanto è differente l’erba di qui da quella di Stoccarda? Entrambi i campi sono in buone condizioni, no?
Qui è un po’ più scivoloso probabilmente perché è il primo giorno e poi perché non c’è molta erba. A Stoccarda ho avuto qualche difficoltà nei movimenti e nella corsa. Ma questo è un bel campo e mi sono sentito a mio agio. Ho fatto solo un errore all’inizio, sul mio servizio, poi ho giocato con un po’ di pressione per il resto del match. Ho resistito bene giocando un ottimo secondo set e anche una parte del terzo. Ma alla fine no, lui ha giocato molto bene, meglio di me. È tutto quello che posso dire. Non sono così deluso della mia prestazione.

Fisicamente e a livello mentale ti senti bene?
Mentalmente, sì, sto bene fisicamente.

Avresti preferito arrivare a Wimbledon avendo giocato più match?
Io preferisco vincere tutte le partite (ride). Non solo prima di Wimbledon. Preferisco vincere tutte le partite dell’anno.

La tua preparazione in vista di Wimbledon procede al meglio?
Forse in passato ho giocato di più prima di Wimbledon, l’anno in cui ho fatto più di cinque partite è stato quando ho vinto qui nel 2008, e quest’anno ne ho fatte cinque. Non è niente di grave, ho appena vinto un torneo e anche se oggi ho perso un’occasione, le mie sensazioni non sono cambiate.  Mi sento meglio, gioco meglio e in campo mi diverto più di prima. Oggi ho perso. Lo accetto e vado avanti.  Devo continuare ad allenarmi e a lavorare molto. Spero di essere pronto per giocare bene a Wimbledon.

Cosa vuol dire quando sei sotto pressione in un match e sai che ci sono Juan Carlos di Spagna, José Mourinho e altri personaggi tra il pubblico seduti a guardarti? È uno stimolo maggiore per te o qualcos’altro?
Non è un problema, al contrario. Sono grato al re di Spagna di essere qui. Ho un ottimo rapporto con il re Juan Carlos ed è lo stesso con José, da quando era allenatore del Real Madrid.  Quindi per me è lo stesso. È bello avere dei sostenitori così ma questo per me non rappresenta una fonte di ispirazione o un motivo di pressione. Io penso al mio gioco. Cerco di dare il meglio di me in ogni partita e non perché c’è qualcuno tra il pubblico.

Giochi anche il doppio, significa che puoi restare qui fino a domenica per la finale. Dopo il torneo hai intenzione di tornare subito a Maiorca oppure pensi di restare a Londra per allenarti sull’erba?
Tornerò a Maiorca. Ho viaggiato molto in questa parte di stagione, ho giocato più tornei del solito e ho bisogno di ritrovare i miei tempi, di avere un periodo di riposo. Dopo il Roland Garros sono tornato a casa solo due giorni e poi sono ripartito per Stoccarda. Ora gioco in doppio qui e spero di vincere. Sarebbe perfetto se potessi giocare qualche giorno ancora sull’erba, poi rientrare tre giorni casa e infine tornare di nuovo a Londra. Questa è la mia idea. Proverò a dare il mio meglio anche nel doppio.

Quando sei scivolato, poi rialzandoti, ti tenevi il ginocchio. Ti sei preoccupato?
No, è stato solo un movimento sbagliato, sto bene, grazie.

Pensi che José Mourinho sia qualcuno che potrebbe darti dei consigli?  E se sì, quali?
Lui è un football manager, uno dei migliori al mondo. Io ho il mio team. Non darei mai a lui dei consigli sul calcio e probabilmente lui non me ne darebbe nessuno sul tennis.

Il gioco sull’erba è imprevedibile e sempre diverso. Quando affronti un giocatore scomodo come Alex, quali sono le difficoltà maggiori che si presentano su questo tipo di superficie?
Lui è un avversario ostico su tutte le superfici. Oggi ha servito veramente bene. In particolare la seconda era complicata da leggere perché a volte la giocava in slice ed altre in top spin. Quindi ho avuto difficoltà a rispondere perché non riuscendo a leggere la palla non potevo controllare la risposta. Ma ho combattuto su tutti i punti. Ero concentrato, avevo la motivazione giusta e non ho mollato nei momenti difficili. Certo non sono contento di aver perso un match in cui ho avuto l’occasione di vincere. Il tennis sull’erba è questo, si sa. Forse il miglior giocatore della storia del nostro sport e sicuramente il migliore sull’erba ieri stava per perdere ad Halle, 5‑3 al tiebreak del terzo set. Questo è lo sport e sull’erba tutto può succedere. Oggi è toccato a me.  Accetto questa sconfitta e resto positivo. Sento di giocare bene. Spero di avere ancora qualche giorno di pratica qui e un po’ di riposo a casa, poi ritornerò in forma con delle settimane passate sull’erba prima di Wimbledon e spero di essere al 100%, pronto per l’appuntamento. Sono molto motivato e ho intenzione di esprimermi al meglio.

 

Traduzione di Maria Cristina Graziosi

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