B. Gilbert: "Questa generazione non vincerà uno Slam"

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B. Gilbert: “Questa generazione non vincerà uno Slam”

Intervistato da Tennis Now, Brad Gilbert, ex n.4 del mondo, ha parlato di Djokovic e delle conseguenze della sua sconfitta a Parigi, della grandezza di Serena Williams e di quali cambiamenti possano fare bene al tennis

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Qui l’intervista originale

Brad Gilbert è impegnato su vari fronti durante una breve pausa pranzo, mentre alcuni giocatori sistemano le racchette nelle loro borse prima di scendere in campo. L’energico ex n. 4 del mondo chiacchiera di tennis mentre simultaneamente dà uno sguardo al live score dell’ATP sul suo telefono, chiedendo a dei colleghi di aiutarlo a settare il suo Ipad con il wifi. Allo stesso tempo manda giù bocconi di quella che sembra un’insalata di spinaci e rovista nella malconcia borsa della Nike, tra bottiglie di vitamine e disinfettante per le mani. Anche quando non è connesso, un frenetico Gilbert sembra voler restare collegato.

L’analista di ESPN e autore di Winning Ugly ci ha raggiunto nella breve pausa pranzo durante le riprese di una campagna pubblicitaria che Gilbert stava registrando in uno studio di Broadway a New York per questa intervista pre Wimbledon.

 

Brad, quale impatto credi possa avere su Wimbledon la sconfitta di Novak Djokovic al Roland Garros? Credi possano esserci degli strascichi o quella sconfitta può motivare ulteriormente Novak dal difendere il titolo a Wimbledon?
È una gran bella domanda. Non c’è dubbio che abbia assolutamente dominato nei Masters. Non è altrettanto dominante nei Major. Ma per il modo in cui sta giocando Novak in questo momento, per nessuna ragione giocherà per arrivare secondo. Finché la finale non si era ancora conclusa, anche quando Stan stava per servire per il match, pensavo: Djoker gli strapperà il servizio adesso e cambierà le sorti della partita. Ha anche avuto una palla break in quell’ultimo game. Devo essere onesto: ero sotto shock come chiunque altro. Credo che il punto chiave in quella partita l’abbiano giocato nel secondo set. Aveva un set ed un break point, e quando Stan è riuscito a salvare quella palla break, è stata la prima volta in cui ha gridato: “Allez!” e da quel punto in avanti, è sembrato rilassarsi. Non credevo Djokovic potesse vincere, come non credevo che Stan fosse in grado di vincerla. Bisogna dare merito a Stan, ha giocato alla grande. Ha meritato di vincere. Non è stato come se Novak avesse avuto un match point, o avesse già la strada spianata, non ha perso da un tennista che non è un grande campione.

Quel ragazzo ha totalizzato 60 vincenti nella finale.
È stata una partita perfetta. Sei in vantaggio 17-3 nei testa a testa contro un tennista che sta giocando in modo sublime e sei ancora lì, in grado di poterlo battere. Giuro, credevo che sul 3-4, 0-40 nel quarto set, sarebbe riuscito a brekkarlo e sarebbero andati al quinto set. E Stan ne è venuto fuori con dei colpi eccezionali, pensavo “Mi prendi in giro?”, e poi lo ha brekkato nel game successivo. Ogni volta che pensavo che Novak potesse spingere, Stan aveva una risposta. A volte, devi dare completo credito al tuo avversario, e andare avanti.

Come vedi Roger Federer a Wimbledon? È ancora in grado di vincere uno Slam e Wimbledon è il luogo migliore per farlo?
Ha quasi 34 anni. Gioca ancora un tennis incredibile. Probabilmente riesce a giocare meglio negli altri eventi, perché è un gioco meno faticoso al meglio dei tre set. Non so quale Major abbia ancora l’opportunità di vincere. Molte volte dipende dal tabellone. Se mi avessi fatto questa domanda lo scorso anno avrei detto che lo U.S. Open sarebbe stata la sua migliore occasione, perché non avrebbe dovuto affrontare Djokovic o Nadal per vincere.

Quando è riuscito a superare il match contro Monfils, sembrava aver avuto uno slancio.
Non aveva mai perso da lui (Marin Cilic). Credo che la cosa più difficile per Roger sia dover affrontare due dei Big Four consecutivamente, sia che si tratti di quarti e semifinali, che di semifinali e finale. Voglio dire, sicuramente è molto difficile. Anche se avesse battuto Stan a Parigi, avrebbe dovuto fare bene contro Tsonga, doveva battere un tennista francese in Francia, e poi avrebbe dovuto battere Djoker. Per me, è un compito davvero difficile.

Dopo aver vinto il suo 20esimo Slam a Parigi, Serena ha ammesso di pensare già a Wimbledon. La capacità di superari i problemi da parte di Serena sarà più forte della pressione di poter entrare nella storia?
Ciò che è incredibile è che due anni fa era la più grande n.1, e lo scorso anno Serena era sempre la n. 1 più grande. E per la terza volta consecutiva lo sarà anche quest’anno. Oggi, a quasi 34 anni, anche per i suoi standard non sente di essere al suo miglior livello, e tuttavia può trovare un modo per vincere. La cosa che oggi Serena fa meglio di prima: conosce le sue avversarie. Con il suo coach, Patrick Mouratoglou, fanno molta più strategia di gioco, Serena studia i video, cerca delle soluzioni. Prima si trattava solo della naturale abilità di Serena e non di preoccuparsi delle avversarie.
Patrick ha aiutato portando la moderna tecnologia nel gioco di Serena, e credo che la cosa più incredibile è che solo una volta nella sua carriera ha perso per tre volte il primo set ed è riuscita a recuperare, ed è stato allo U.S. Open del ’99. Credo che questo sia l’aspetto più grande di Serena: trova sempre una soluzione. Credo che anche oggi a 34 anni sia la migliore atleta del circuito femminile e una delle migliori per quanto riguarda i movimenti, il che è assolutamente sconvolgente vista la sua età e la sua longevità. Adesso sono due anni di seguito che gioca male a Wimbledon. Credo che stia pensando a Steffi Graf, Margaret Court e a tutte le altre grandi campionesse. Serena è una perfezionista. Non credo che prima pensasse ai record, o se lo ha fatto, non ce lo ha mai confessato. Credo che adesso ci stia pensando.

È stata riportata una frase di Boris Becker in cui afferma che Djokovic e Federer non si piacciono molto. Successivamente ha detto che la stampa ha riportato male questa affermazione. Credi che ingigantiamo i commenti controversi più di quanto meritino, oppure credi che questo tipo di intensa rivalità professionale – come quella fra Connors e McEnroe, o Agassi e Becker – sia parte dello sport ad alti livelli tra atleti portati a scontrarsi?
Becker probabilmente vuole più ostilità fra i top player perché sono tutti dei gran bravi ragazzi e non hanno alcun problema. Non ci sono forse tutte quelle frecciatine fuori dal campo che lui vorrebbe vedere. Forse crede che questo tipo di ostilità sia un bene per Djoker.
Devo essere onesto: credo sia tutto una questione di trovare l’equilibrio. Non si può semplicemente fare qualcosa per darsi la carica. Serena probabilmente mostre più emozioni di chiunque altro, mentre non si vede Federer mostrare troppe emozioni; è diverso per ogni giocatore. Il fatto è che ora tutto è immediato con Twitter. Non credo che poichè i ragazzi non parlano male l’uno dell’altro in sala stampa, non possano avere in campo la giusta intensità quando si affrontano. Becker sta solo cercando di fare quello che può per rendere migliore il suo giocatore. A volte si può leggere un commento e non si conosce il suo esatto contesto o quello che è stato detto, quindi non posso dare una risposta esaustiva a quelle parole.

Recentemente abbiamo visto due dei più grandi campioni della storia – Serena e Rafa – ammettere di essere tesi e nervosi. Serena ha detto”stavo soffocando” dopo la finale al Roland Garros. Eravamo tutti senza fiato. Come coach, come aiuteresti un tennista a combattere questi momenti?
Tutto ciò che puoi fare è imparare a capire cosa succede e cosa fare per superarlo, capire ciò che non si è fatto. Di solito, se è una situazione ricorrente, allora sì, c’è qualcosa che non va. Chiunque in qualunque sport prima o poi si sentirà teso. Succede in ogni disciplina e ad ogni giocatore.

Hai mai usato uno psicologo dello sport quando allenavi?
No, mai. E non ho mai detto:” Se vinci questi tre set oggi, vincerai lo Slam”. Penso al giocatore, all’avversario, a quello che devi cercare di fare in una determinata partita. Ogni giorno devi cercare di trovare un modo per vincere tre set in un Grande Slam. Bisogna focalizzarsi sulle cose semplici, su quel determinato match e sul gioco. Non andare oltre, concentrarsi su quel match ed è in questo modo che puoi rilassarti e cercare di allontanare l’eccessiva pressione che può portarti a restare senza fiato.

In passato abbiamo parlato dell’orologio in campo per il time violation. Quali cambiamenti pensi possano fare bene a questo sport?
Dovrebbe esserci assolutamente l’orologio in campo. Ho studiato il fatto che spesso i giudici di sedia danno a Rafa il time violation. È vero, molte volte prende tanto tempo. A volte dal nulla lo ammoniscono quando sta per servire per il match o per il set. Per me è una sciocchezza. Se vuoi fare quel tipo di chiamata, lo fai fin dall’inizio. E la soluzione è semplice: metti in campo l’orologio. Se c’è appena stato uno scambio da 20 colpi, non chiami il tempo da quando annunci il punteggio, questo ti dà un minimo di margine. È quello che molti non capiscono: non possono essere 20 secondi se hai appena concluso uno scambio da 30 colpi, anche perché il pubblico non si calma subito. Aspetti che il pubblico si ricomponga, quindi inizi a contare.
E inoltre, dovrebbe poterci essere il coach in campo. Dovremmo averli in tutti i tornei, negli Slam. Credo sarebbe un bene anche per le TV. Nell’NBA, sentiamo tutto al microfono, e renderebbe l’evento più appetibile per il pubblico a casa. Dovremmo provare cose diverse, credo sarebbe un bene per lo sport.

Quando osservi i giovani come Kei Nishikori, Milos Raonic, Grigor Dimitrov, se dovessi scommettere su uno di loro per poter vincere uno Slam nei prossimi due anni, su chi scommetteresti?
Per me tutti e tre potrebbero riuscirci. Il problema è che i tennisti in alto sono ancora molto continui. Inizio a chiedermi se il prossimo giovane campione di uno Slam possa essere Kyrgios, Kokkinakis, Coric o Rublev, uno dei più giovani.

Pensi si arriverà a saltare una generazione?
Sì. Ma se uno di questi giovani atleti, compiuti i 21 anni, potranno essere i prossimi Federer o Nadal, questo non lo so.

Durante il Roland Garros hai raccontato un bell’aneddoto. Eri in palestra ad allenarti nell’hotel dei giocatori, Thomaz Bellucci entra ed inizia ad alzare dei grossi pesi. Pensi si stia allenando nel suo giorno libero e poi scopri che si tratta del suo riscaldamento pre match. Quale tennista hai mai visto allenarsi così duramente in palestra?
Ti dico una cosa: David Ferrer è un animale in palestra. Nel giorno delle sue partite, quel ragazzo è in palestra lavorando duramente come una bestia. David Ferrer è davvero un animale in palestra.

 

Traduzione di Chiara Bracco

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