Wimbledon interviste, S. Williams: “Non sento la pressione di dover fare il Grande Slam”

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Wimbledon interviste, S. Williams: “Non sento la pressione di dover fare il Grande Slam”

Wimbledon 2015: intervista pre-torneo a Serena Williams

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Come sai, quest’anno cade il 40esimo anniversario della vittoria di Arthur Ashe a Wimbledon. Cosa pensi di Arthur e cosa ha rappresentato per te personalmente e per il mondo in generale?

Credo sia fantastico. Dopo 40 anni la sua eredità è ancora forte. Giocò un match fantastico. Contro Connor se non sbaglio. Un po’ di tempo fa l’hanno mostrato in tv, ne sono rimasta affascinata.

Ha rappresentato tanto per gli Afro-Americani, e non solo nel tennis, ma in tutti gli sport è stato una motivazione ad andare oltre, a lottare.

Cosa vuol dire per te averlo incontrato?

È stato bellissimo. Mi spiace solo non averlo incontrato quando ero un po’ più grande. Ero giovanissima, lui stava facendo un incontro di gruppo con noi bimbi e io pensavo: Wow, sto giocando con Arthur Ashe.

Fu molto gentile, dedicò del tempo a tutti i bambini, ne passò tanto anche con me e Venus. Fu un gran momento, qualcosa che non si dimentica, che resta sempre con te.

Quanto tempo ti sei data dopo Parigi per prendere un po’ d’aria e rilassarti? Quando sei tornata ad allenarti per Wimbledon?

Mi sono data più o meno una settimana per riprendermi, soprattutto fisicamente. Poi ho ricominciato lentamente a colpire. Mentalmente ho sempre pensato: oddio, Wimbledon è dietro l’angolo. Sono già qui, ma non sono appena stata in Francia? Questo torneo arriva subito.

Non sei mai arrivata a Wimbledon avendo vinto i primi due Slam dell’anno. Si parla molto della tua possibilità di fare il Grande Slam. La preparazione è diversa? Senti questo Wimbledon differente rispetto a quelli passati?

Personalmente non fa alcuna differenza, perché non sento alcuna pressione di doverli vincere tutti e quattro. Lo dico da un po’ ed è vero: non sento questa pressione. Forse se vincessi qui la potrei iniziare a sentire.

Ultimamente prendo un giorno alla volta e non vado così in là con i progetti.

Hai delle ulteriori motivazioni per come sono andate le ultime due edizioni qua?

Sicuramente il fatto di aver perso così presto questi ultimi due anni mi motiva. E penso che mi tolga anche un po’ di pressione. Mi fa sentire come se non avessi nulla da perdere qui. Non ho punti da difendere, quindi si tratta di provare a divertirsi.

Quest’anno c’è una settimana in più fra Parigi e Londra, hai pensato di giocare un torneo? Ti sei allenata sull’erba in America?

Sì, mi sono allenata sull’erba in Florida un giorno o due. Pensavo che mi chiedessi: hai pensato di andare in vacanza? Sì, ma ovviamente non l’ho fatto.

Se abbia pensato di giocare un torneo, beh onestamente no. Credo che questa settimana extra sia fantastica, perché a questo punto teoricamente staremmo per entrare già nella seconda settimana di Wimbledon. Sicuramente questa settimana in più aiuterà un po’ di giocatori.

Roger prima ha detto che non è sorpreso di vedere sia te che Venus giocare così bene. Ha detto di non riuscire a immaginarti giocare e non farlo al massimo. Quando pensi a quando smetterai, ti dici: voglio smettere quando sono al top?

Non ci penso. È sicuramente qualcosa che voglio fare, ma non mi siedo e penso a quando smetterò di giocare. Penso ad allenarmi, alla tecnica, a tenermi in forma. Quando verrà quel giorno, spero di essere ancora al top. Non vorrei ritirarmi altrimenti.

Dopo il Roland Garros hai detto di non essere una fan dell’erba. La vedi ancora così?

Sì, stranamente non è mai stata la mia superficie preferita, nonostante abbia sempre fatto bene qui. Penso che il mio gioco si adatti molto all’erba. Ma non ho mai amato giocarci su. Però, finché funziona..

Cosa non ti piace?

Non so, non mi piaceva anche quando ero più giovane. È sempre stata una superficie difficile. Anche perché se non giochi un torneo di preparazione, ci vieni catapultata sopra. Per questo credo che la settimana in più aiuti molto. Beh in realtà già in passato ho avuto delle settimane extra dopo il Roland Garros, quindi questa volta ho avuto ancora più tempo del solito. Sicuramente mi aiuta ad abituarmi prima alla superficie.

Quando le altre persone parlano del perché sei così forte, generalmente partono dalla tua forza mentale. Parlando dei tuoi successi, che peso daresti alla tua forza mentale e alla sicurezza che sembra esserci nel tuo gioco in campo?

Sì, credo sia la mia forza più grande. Mio padre me lo ha sempre detto sin da piccola: il tennis è uno sport mentale, devi essere molto forte psicologicamente. Credo di aver imparato la lezione molto bene. Credo anche che essere la più piccola di cinque fratelli mi abbia fatto lottare molto ed essere tosta. Oltre a quello comunque, è meraviglioso anche avere un gran servizio.

Come eviti di avere dubbi?

È un segreto.

Ti sta piacendo di più vincere i Grandi Slam ora rispetto a quando eri più giovane considerando che stai arrivando alla fine della tua carriera?

Due anni fa ti avrei probabilmente risposto di sì. Ora penso che sia uguale. Quando sei giovane e vinci, pensi: grande, voglio andare in tutte le nazioni, e vincere tutti i Grandi Slam..è una sensazione fantastica.

Ora sento ancora quella sensazione. Non di più, allo stesso modo.

Come mai?

Due anni fa stavo recuperando da qualcosa, e mi consideravo fortunata anche solo a poter giocare. Ora no, sento di essere dove dovrei essere.

Cosa sai della tua avversaria del primo turno? È il suo secondo Grande Slam, ed affronterà Serena Williams al primo turno. Sarà dura per lei.

Sì, non sarà semplice. Ma non lo sarà neanche per me, giocare contro qualcuno che non conosci. Quando giochi contro la numero 1, hai sempre l’occasione di far bene ed in ogni caso non hai nulla da perdere.

Io anche, considerato che non ho fatto bene qui negli ultimi tempi, non ho nulla da perdere. Quindi è una buona occasione per tutte e due.

Quando pensi alle ultime due edizioni di Wimbledon, puoi isolare ciò che è andato male e mettertelo alle tue spalle? Hai accettato quelle sconfitte o ancora fanno male?

Non ci penso molto. Forse dovrei, ma non mi piace stare lì a pensare alle sconfitte. So che posso giocare al massimo, e cosa devo fare di diverso.

Dopo Wimbledon sei andata immediatamente in Svezia. Come mai hai deciso di giocare in un torneo così piccolo?

Ci sono stata due anni fa e mi sono divertita tantissimo. Mi sembrava di essere in vacanza. Non vedo l’ora di tornarci.

Hai avuto una brutta influenza in Francia. È stato un anno negativo per quanto riguarda la salute?

No no, va bene. A tutti capita di prendere l’influenza. Si tratta solo di non prenderla nei momenti sbagliati.

Traduzione di Lorenzo Dicandia

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