Wimbledon interviste, Federer: “La miglior preparazione a Wimbledon che abbia mai avuto”

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Wimbledon interviste, Federer: “La miglior preparazione a Wimbledon che abbia mai avuto”

Wimbledon 2015: intervista pre-torneo a Roger Federer

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Com’è il tuo gioco in questo momento, dato che competi per l’ottavo titolo a Wimbledon?

Il gioco va bene. Sto giocando bene da un anno. Anche la scorsa settimana ad Halle è andata bene. L’allenamento va bene. Anche il fisico è a posto. È stata forse la miglior preparazione per Wimbledon che abbia mai avuto, per ovvi motivi, perché abbiamo una settimana sull’erba in più. Sono sicuro di non essere l’unico a dire ciò quest’anno. Sono sicuro che tutti diranno la stessa cosa. La vittoria ad Halle mi ha dato quella fiducia in più che mi potrà portare a vincere il titolo qui.

Questa settimana in più di preparazione ha cambiato qualcosa del modo in cui ti prepari per Wimbledon?

Ad essere onesto, è cambiato tutto. Si potrebbe pensare che una settimana non sia molto, ma per noi giocatori una settimana è molto. Ovviamente quella settimana che abbiamo ora non l’avremo dopo Wimbledon. Parliamo degli aspetti positivi adesso. Il fisico potrebbe risentirne dopo Wimbledon. Ma il fatto positivo è che puoi risolvere i problemi che ti portavi dall’Open di Francia, piuttosto che correre subito sull’erba, o di non giocare un torneo di preparazione. Wimbledon arriva molto velocemente. Inizi il torneo con molti più dubbi. Io mi sono riposato e rilassato e poi mi sono allenato e preparato correttamente al cambio per una buona stagione sull’erba. Il movimento sull’erba ha bisogno di alcuni aggiustamenti, secondo me anche alcuni aggiustamenti fisici che ho fatto sempre. Ha funzionato bene. Sono potuto andare ad Halle presto, mi sono allenato molto e poi mi sono riposato di nuovo. Ho fatto la stessa cosa qui. Sono arrivato due giorni dopo la finale, mi sono allenato per tre giorni e oggi ho il giorno libero. Riesco totalmente a regolarmi, che è un fatto enorme nella carriera e nella vita di un’atleta.

Ieri ti sei allenato con Taylor Harry Fritz, il ragazzino americano. Le tue impressioni su di lui. Come ti è sembrato in campo?

È un ragazzone. Mi piace sempre giocare con i più giovani che stanno emergendo. Colpisce forte. Non so se l’erba sia la sua superficie preferita. Penso che abbia giocato molto bene. In più c’era il vento, forse era anche un po’ nervoso. Ma è stato molto educato e molto carino. Mi è piaciuto il suo gioco. Ha il potenziale per migliorare molto, perché deve ancora crescere fisicamente ed è un ragazzone. Prevedo un buon futuro per lui.

Questo sarà l’ultimo Wimbledon di Lleyton Hewitt. Parla della sua eredità sull’erba e di alcuni momenti di rilievo che hai avuto con lui.

L’ho affrontato in alcuni luoghi. L’ho affrontato a Wimbledon, a ‘s-Hertogenbosch, ad Halle e l’ho affrontato sull’erba anche in Coppa Davis a Sydney. È sempre stato difficile giocare contro di lui su questa superficie. Penso che sia stato il primo giocatore da fondo campo ad avere un impatto maggiore. È più basso. Per un po’ a dominare erano i giocatori con un gran servizio. A quei tempi Lendl e Courier dovevano giocare al volo per vincere e lo facevano molto bene. Lleyton giocava ogni punto da fondo campo. È abbastanza incredibile per lui aver vinto Wimbledon e aver avuto questa carriera sull’erba. Mi sono allenato qui ancora con lui. Dimostra perché è così tosto. Colpisce la palla in maniera piatta, aiuta il servizio, gioca uno slice incredibile, è bravo a rete, è veloce, sta basso. Mi è sempre piaciuto guardarlo. Alcune volte era bello affrontarlo, non sempre molto divertente. Un avversario esuberante, uno dei più tosti che ho affrontato. Gli auguro di giocare un buon match, un buon torneo, di potersi godere Wimbledon per quello che è, e sono sicuro che lo farà.

Non hai avuto molte delusioni nella tua carriera. Ma lo scorso anno …

Ho perso 250 match. Da dove vuoi iniziare? (risata)

La finale dello scorso anno, cinque set, una sconfitta dolorosa. All’inizio di quest’anno, quanto ti motiva e quanto è stato difficile superare quella sconfitta?

Non sono sicuro che la finale dello scorso anno influisca sulle mie prestazioni di quest’anno. Se influisce, dimostra che lo scorso anno stavo giocando bene. Non stavo giocando benissimo, e ero arrivato in finale. Avevo finito per giocare un gran torneo. Avevo giocato un buon tennis. Non mi aspettavo di arrivare in finale. Ad essere onesto, ero ancora un po’ indietro. Ma le cose sono andate più veloci di quello che pensavo. Invece quest’anno sento che il mio gioco è migliore. Non è la prima volta che sono a Wimbledon con Stefan Edberg. Con il lavoro che ho fatto con Severin, il mio allenatore, ho potuto puntare veramente a Wimbledon. Invece lo scorso anno ho lavorato per recuperare. Mi sento come se vedessi una fotografia, non molto quello che è accaduto lo scorso anno. Se do uno sguardo allo scorso anno, vedo più aspetti positivi che la sconfitta dolorosa in finale.

Tutti sanno che questo è l’ultimo Wimbledon di Lleyton. Hai pensato a come vorresti lasciare questo sport facendo sapere a tutti che è l’ultima volta che giochi in un certo luogo, o pensi che vorresti dire dopo un torneo che è stato l’ultimo?

Non lo so. Stefan Edberg annunciò all’inizio dell’anno che si sarebbe ritirato alla fine di esso. Pensa che sia stato un modo un po’ brusco. Fu salutato in ogni singolo luogo in cui andò. Disse che fosse un po’ troppo. Io non penso che farò così. Ad essere onesto, non ci ho pensato molto. Non voglio pensarci, perché più ci penso e più mi avvicino al ritiro. Ma tutti lo hanno fatto in maniera diversa. Nel mio caso, alla fine devo pensarci, ma non adesso.

Traduzione di Chiara Nardi

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