Wimbledon interviste, Nadal: "Non importa se vinco o se perdo, è importante essere in forma"

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Wimbledon interviste, Nadal: “Non importa se vinco o se perdo, è importante essere in forma”

Wimbledon. L’intervista pre-torneo a Rafael Nadal

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Come ti stai sentendo sull’erba?
Mi sento bene. Ho vinto un torneo sull’erba dopo cinque anni, è stato un bel momento. Mi sono allenato bene questa settimana, vedremo se sarò in grado di giocare ad alti livelli. Ora sono solo felice di esserci, e di essere in salute. L’anno scorso sono stato meglio, dopo che nel 2012 e nel 2013 non ho potuto giocare bene qui, avendo avuto troppi problemi alle ginocchia.
Vincere o perdere non importa, ma essere in forma sulla seconda superficie più importante della mia carriera è importante, senz’alcun dubbio.

Ogni volta che termini un torneo, torni a Manacor. Come fai ad allenarti sull’erba prima di tornare qui?
Gioco a golf (risate). No, no, alla fine ho giocato sia al Queen’s che a Stoccarda. Sono tornato a casa solo due giorni dopo il Roland Garros e poi sono subito andato in Germania ad allenarmi. Poi sono rimasto al Queen’s fino a venerdì, e sono tornato a casa a riposarmi per tre giorni in cui non mi sono allenato. Sono tornato qui martedì mattina.
Quando sono a casa passo il tempo con i miei amici, giochiamo un po’ a golf, andiamo in giro in barca, sto con la famiglia. Ovviamente sono cose importanti e di cui ho bisogno.

Pensi sia stata una buona idea la settimana extra fra Parigi e Wimbledon? Rende più semplice la preparazione a Wimbledon?
Non so se la renda più semplice, ma sicuramente è meglio per tutti, avendo la possibilità di non giocare subito la settimana dopo il Roland Garros. Io ho giocato perché me lo chiedeva il fisico. Ma il solo fatto di avere la possibilità di non farlo, e di poter comunque giocare due tornei prima di Wimbledon è fantastico.
Ci sono meno chances di infortunarsi evitando di fare, come ho fatto io per molti anni, la transizione dal Roland Garros al Queen’s in solo un giorno. Dalla terra all’erba cambia tutto: il movimento, il gioco, il modo di colpire la palla, di muoversi, il servizio. Tutte cose che sommate sono pericolose per il fisico. Se c’è la possibilità di evitare tutto questo è sicuramente meglio.

Tradizionalmente questo torneo ha avuto tanti grandi giocatori mancini. Ultimamente sembra ci siano sempre meno mancini fra i primi posti del ranking. Credi ci sia una ragione in particolare?
Beh, ci sono in generale meno mancini che destrimani, no? È una questione di percentuali. Ma comunque ci sono buoni giocatori mancini; poi è questione di coincidenze, di come vanno le generazioni.

Tu hai trionfato in tutti i tornei dello Slam. Quest’anno Serena sta provando a farlo consecutivamente. Che ne pensi delle sue possibilità in questo momento della sua carriera ed alla sua età?
Serena sta giocando molto bene, è difficile batterla. Sicuramente è difficile vincerli tutti e 4 di fila, ma ha vinto in Australia ed a Parigi, che è probabilmente il più difficile per lei. E poi le piace questo posto, ed ha il gioco adatto a Wimbledon. Ed anche New York è uno dei suoi tornei preferiti no? Se davvero ce la farà, sarà fantastico. Le auguro buona fortuna.

Cosa la rende così forte secondo te?
Credo abbia molta più potenza delle altre. È un gran vantaggio fra le ragazze. Nell’ATP non succede, ma fra le ragazze c’è una grande differenza se colpisci la palla più forte delle altre. E poi anche il servizio ha un grande impatto.
Secondo me Serena fa la differenza sui colpi di inizio gioco: servizio e risposta.

Sembra ci siano molti problemi con la Federazione Spagnola di Tennis. Molti giocatori spagnoli hanno twittato a riguardo negli ultimi giorni. È semplice per te riuscire a non pensare a questi problemi? Anche perché sembra che stiano avvenendo incontri.
No, non ci sono molti incontri ultimamente. La situazione è insolita, e sicuramente non all’altezza di una nazione con una storia tennistica come la nostra. Quello che dobbiamo fare è dare un taglio a tutte le cose che stanno accadendo. Non è sicuramente bello vedere sempre notizie negative sul nostro sport, ogni giorno su tutti i media. Non è buono per lo sport in sé, per gli sponsor e per le persone che lavorano in questo ambito.
Per cui questa situazione è negativa per tutti. Dobbiamo capire, giocatori, dirigenti, tutti, che chi ci soffre alla fine è lo sport, e il tennis in Spagna.

Cosa ti piace di più della terra e cosa ti piace di più dell’erba.
Giocando sulla terra, quando mi sento al meglio, mi sembra d’avere il tempo di fare tutto, di giocare con tutte le tattiche che voglio. Sento di avere sempre il controllo, e di poter giocare con stili differenti, a volte più aggressivo altre più sulla difensiva.
Sull’erba è diverso. Devi essere concentrato tutti i giochi, su ogni punto. Non puoi sbagliare il servizio più di due o tre volte consecutive, perché potrebbe significare aver perso il set.
Ci sono più chance di venire a rete e di vedere cose che oramai nel circuito non si vedono più, quindi magari sull’erba ci si può divertire così.

 

Traduzione di Lorenzo Dicandia

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