Wimbledon interviste, Sharapova: “Antisportiva? Non ho fatto niente di insolito in risposta”

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Wimbledon interviste, Sharapova: “Antisportiva? Non ho fatto niente di insolito in risposta”

Wimbledon quarti di finale, M. Sharapova b. C. Vandeweghe 6-3, 6-7, 6-2. L’intervista del dopo partita a Maria Sharapova

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Preparandoti alla semifinale, c’è qualche parte del tuo gioco su cui vorresti concentrarti di più?

Ho già giocato cinque partite e affrontato ostacoli e problemi diversi. Nelle prime quattro ho giocato piuttosto bene e ho vinto in due set; oggi sono andata a servire per il match e avrei potuto complicarmi meno la vita. Detto questo, ho comunque portato a casa il match. Non posso che essere contenta di aver raggiunto di nuovo la semifinale, dopo tanti anni.

Coco si è lamentata più volte del fatto che ti muovevi sul movimento al servizio. Te ne sei resa conto?

A dire il vero no.

Ti è sembrato di aver fatto qualcosa di diverso rispetto al solito in risposta?

No, per niente.

Lei lo ha definito “antisportivo”.

Non mi metterò a ribattere.

Cosa provi nel vedere il tuo nome sul trofeo, accanto a quello delle grandi del passato?

Be’, il mio nome sul trofeo non lo vedo da un po’, visto che non l’ho più tenuto tra le mani! Ovviamente far parte della storia di Wimbledon è bellissimo. Potrò dire ai miei figli che ho vinto questo torneo e avrò il mio nome sul piatto come prova. Molto spesso noi atleti non ci rendiamo conto dei traguardi raggiunti perché siamo troppo occupati a pensare al torneo successivo. Potrò davvero apprezzare tutto questo più in là, con i miei figli, tra qualche anno.

Quanto è stata importante la settimana in più tra il Roland Garros e Wimbledon? Saresti arrivata fin qui anche senza?

Non lo so. La mia preparazione non è andata come avevo programmato, quindi è difficile dirlo.

Giocherai contro Serena. Sei emozionata?

Non abbiamo segreti l’una per l’altra. Non la affronto a Wimbledon da undici anni: giocare di nuovo contro di lei sul Centrale sarà incredibile.

Non la batti da allora. Ripenserai a quel match del 2004?

No, perché se lo facessi non riuscirei a concentrarmi sulla partita che ho davanti. Contro Serena non ho avuto molto successo, sarebbe bello poter ribaltare il pronostico.

Come giudichi al momento il tuo tennis? Hai avuto qualche difficoltà, ma è assolutamente normale.

Per quanto sia una perfezionista, devo anche essere realista. Osservando i passati vincitori Slam e il loro tabellone, si nota che tutti hanno avuto difficoltà lungo il percorso. Non esiste una strada facile per la vittoria. Oggi avrei potuto chiudere in due set e mi sono complicata la vita, ma in ogni caso sono sempre qui.

Data la tua esperienza, cosa pensi del rientro di Vika?

Nutro ammirazione enorme per chi rientra dopo un infortunio. È una delle cose più difficili perché siamo abituati ad avere un programma preciso. Quando ti fai male, molto del lavoro che fai non ha neanche a che vedere con il tuo sport: devi pensare alla riabilitazione, a trovare il giusto trattamento e i giusti medici. Ci sono così tante incognite: attendi il momento in cui starai bene di nuovo, mentre tutti gli altri giocano e progrediscono. Ti sembra di star perdendo molto. Rispetto moltissimo chi affronta tutto questo.

Come rispondi a chi si lamenta delle tue urla in campo?

Non rispondo. Dovrei?

Dipende da te.

Che scelte ho? C’è la risposta multipla? Questa polemica non è niente di nuovo, e io non ho niente da dire.

 

Traduzione di Gaia Dedola

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