Wimbledon, uomini: Roger Federer, 26esima finale Slam, decima a Wimbledon

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Wimbledon, uomini: Roger Federer, 26esima finale Slam, decima a Wimbledon

Uno straordinario Roger Federer supera Andy Murray nella seconda semifinale ai Championships. Partita strepitosa di entrambi, ma lo svizzero ha chiuso con soli 11 errori gratuiti e 56 vincenti

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[2] R. Federer b. [3] A. Murray 7-5 7-5 6-4

Giornata perfetta per giocare a tennis. E non soltanto per la temperatura, ma soprattutto per la straordinaria aria di un fine settimana di campagna. Coppie con l’ombrellino, gruppi di ragazzini middle class in attesa di diventare upper, anziane signore che sorseggiano il te grazie al delicato sole del Kent, tutti a passare del tempo piacevole, “lovely” figurarsi, prima della cena. E in mezzo a tutto questo il Centre Court, con la guglia della chiesetta di Wimbledon in lontananza, pronto ad ospitare quella che in fondo è la migliore partita sul lawn tennis di questi anni. Roger Federer, il Re, il distruttore del passato, il fondatore di una nuova religione, contro il bad boy di casa, il borbottante moccioso, il ragazzo finalmente sposo che ha sempre l’aria di voler essere da qualche altra parte: contro Andrew Barron Murray.

Dopo che Djokovic e Gasquet ci hanno fatto la cortesia di un match decente, alla seconda semifinale si chiedevano grandi cose. Ma nessuno, nessuno poteva immaginare cosa avremmo visto da lì a qualche minuto: discese a rete, passanti, variazioni continue di velocità, lob, schermaglie tattiche. Una serie di highlights a cui non mancava nulla. Il tutto con una percentuale di errori bassissima.

 

Non era quindi sorprendente, visto che i due non sbagliavano mai, che l’unica palla break (a favore di Murray) fosse arrivata nel primo game, cioè quando i due stavano ancora completando il riscaldamento. Le prime di Federer hanno messo le cose a posto e poi è cominciato appunto lo show. Se Murray non perdeva mai lo scambio al di sopra dei 5-6 tiri, era impensabile fare il punto quando Federer riusciva ad aggredire. Sembravamo dirigerci verso l’obbligato tiebreak – anche se qualche piccola alzata di sopracciglia ci coglieva nell’undicesimo game quando per un’istante è balenata a Federer l’idea di fare il furbetto su una palla chiamata out dal giudice di linea e corretta prontamente da Layhani per evitare il 15-30. Ma niente di che, un ace rimetteva a posto le cose. Ma quando sembrava tutto apparecchiato per il tiebreak Murray regalava qualcosina. Prima un dritto in rete, e poi era sufficiente una seconda per farsi aggredire dal dritto a uscire di Federer, che si procurava le prime palle break della partita. Che erano anche set point. Attacco all’arma bianca sul primo e puntuale passante di Murray; ma sul secondo set point Federer bloccava la risposta e Murray tirava il dritto venendo a rete sul rovescio di Federer. Lo aspettava una micidiale replica di Fed, che tirava un passante sui lacci di Andy e chiudeva il set dopo 38 minuti.

Ma per quanto fosse stato bello il primo set il meglio doveva venire. Il secondo set cominciava con un Fed in gran fiducia che vinceva agevolmente il primo game e andava 15-30 sul servizo di Muzzino. Qui lo scozzese era bravissimo a non cedere campo e a non farsi distrarre da uno strano rumore prodotto da Layhani nell’annunciare il 40-30 (i maliziosi penseranno alle conseguenze di un pasto pesante, noi non commentiamo, visto che poco prima era al ristorante con una strana pappetta davanti, in cui sembrava ci fossero delle cozze…). Nel quarto game però Murray soffriva ancora, Federer si procurava una palla break e la gettava al vento con un rovescio poco complicato che usciva largo di niente. Due buone prime tenevano Andy in partita. Al servizio i due facevano più fatica adesso, anche Federer si trovava indietro di un punto,  ma un dritto dei tempi belli e due ottime prime risolvevano il problema. La sensazione era che lo svizzero tirasse in modo più deciso il dritto, quel colpo, che lo aveva un po’ abbandonato gli scorsi anni. Con un livello del gioco che restava altissimo, i due arrivavano sul 5 a 4 Federer. Non sapevamo che stava per iniziare il game più bello dell’era Open, concedete qualcosa all’iperbole.
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Federer si portava sullo 0-30 dopo uno scambio fantastico. Prima reggeva di solo polso col rovescio e poi tirava un dritto strettissimo imprendile per Murray. Il punto successivo il nastro prima dava una mano a Murray e poi gli fermava la palla dalla sua parte. 0-40, tre set point. Sul primo Murray metteva una ace con la seconda; sul secondo Federer sbagliava un dritto in allungo; sul terzo una prima di Murray non veniva controllata dallo svizzero. Murray provava ad uscire dalla buca con uno splendido passante di dritto e la folla – che aveva ripristinato per qualche minuto il “silenzio di Wimbledon” – provava a trascinarlo sul 5 pari. Adesso entrambi giocavano lunghissimo, con la palla che cadeva sempre sugli ultimissimi cm del campo. Ma Federer era incredibilmente solido rispondeva benissimo ad una prima a 130 miglia orarie di Murray e l’errore successivo dello scozzese gli offriva il quarto set point. Murray sbagliava la prima e sulla seconda resisteva al dritto a uscire di Federer che metteva in rete il colpo successivo! Non finiva qui. Ancora una volta Fed non aveva problemi a bloccare una risposta su un’altra super prima di Murray, e ancora una volta lo scozzese metteva in rete il rovescio. Di nuovo seconda lunghissima, scambio splendido chiuso con una palla delicatamente appoggiata nel campo di Federer da Murray. Delirio sugli spalti quando finalmente Murray chiude con un ace il game più bello degli ultimi dieci anni. O forse anche di più, come dicevamo.

Ma la partita doveva continuare. Federer assorbiva il colpo senza fare neanche un plissè e chiudeva a zero il game successivo. Tiebreak stavolta? Macché. Roger con due rovesci spettacolari andava 15-30 e si procurava il sesto set point grazie ad un rovescio in rete di Murray. Stavolta Roger non sbagliava, e chiudeva un altro incredibile scambio con una facile volée alta di dritto.
Avevamo assistito ad un’ora e 35 minuti di gioca semplicemente straordinarie, simili – forse migliori – del Federer-Djokovic del Rg 2011.

Per quanto in quei 100 minuti si fossero concentrati un nugolo di emozioni che può bastare per un intero anno, c’era da giocare anche il terzo set. In un’altra partita, in un’altra cronaca, avremmo raccontato di nove game bellissimi. Qui, considerate le emozioni appena provate, i giochi filavano via quasi senza che nessuno se ne accorgesse. Al decimo game tornava la reincarnazione di nessuno, perché nessuno è stato Roger Federer. Lo svizzero si portava 0-30 con un rovescio che non è giusto raccontare, perché non si racconta la bellezza, si deve vedere e quindi recuperatela in qualche modo. Murray riusciva ad andare sul 30 pari, ma Roger andava a match point grazie ad risposta incrociata di rovescio. Stavolta non c’erano altre emozioni, Murray mandava in corridoio un dritto e la partita si chiudeva qui.

Roger Federer vince una partita di cui parleranno a lungo i nonni ai nipoti, come si usa dire. Partirà domenica senz’altro da favorito contro Novak Djokovic e questo è già una specie di miracolo. Ventisei finali slam, dieci a Wimbledon (mai nessuno così tante nello stesso Slam, neanche Nadal a Parigi), ma se cominciamo con i numeri non finiamo più. Godiamoci questo signore, perché quando non ci sarà più saremo tutti più tristi. Ma questo racconto è giusto che si chiuda con Andrew Barron Murray, fuoriclasse straordinario forse il miglior ribattitore del mondo. Oggi ha avuto una palla break, una misera palla break, nel primo game del primo set. E poi basta. Pensava di dover giocare con un altro fuoriclasse, un grande campione che ha fatto la storia del tennis, ma che insomma è pur sempre un uomo. O forse no.

Match Statistics   The Championships  Wimbledon 2015   Official Site by IBM

 

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ATP

Il Daily Mail: “Niente più restrizioni, nel 2023 russi e bielorussi a Wimbledon”

I media inglesi sono sicuri: Wimbledon fa retromarcia, cade il bando verso i giocatori provenienti da Russia e Bielorussia

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General View of Centre Court during the match between Tomas Berdych (CZE) and Alexander Zverev (GER). The Championships 2016 at The All England Lawn Tennis Club, Wimbledon. Middle Sunday 03/07/2016. AELTC/Florian Eisele

Aveva destato un vero terremoto, nella scorsa stagione, la decisione di proibire l’ingresso a Wimbledon a tutti gli atleti russi e bielorussi, in quanto si trattava dell’unico grande torneo ad aver messo in atto un provvedimento così severo. Le polemiche erano aumentate a dismisura quando ATP e WTA reagirono con la decisione di non attribuire punti validi per i rispettivi ranking al torneo.

Oggi desta scalpore l’inversione a U annunciata dal Daily Mail, il quale afferma che Wimbledon aprirà le porte a tutti in questa stagione, a patto che vengano rispettate delle condizioni ritenute vincolanti dalla Lawn Tennis Association.

I giocatori russi e bielorussi gareggeranno sotto bandiera neutra (come accade in tutti gli altri tornei) e saranno espulsi dal torneo in caso di dimostrazioni di sostegno verso l’invasione russa in Ucraina. Insomma, si pretende la totale neutralità, senza l’obbligo di effettuare dichiarazioni contro la guerra in corso.

 

Sempre secondo il Daily Mail, sarà punito qualsiasi visitatore verrà ritenuto responsabile di qualsiasi dimostrazione esplicita di sostegno alla Russia, come portare la bandiera o parlare in maniera positiva del Paese. Questo per evitare casi di giocatori o persone a loro collegate che si intrattengono con tifosi russi, così come successo al padre di Novak Djokovic durante l’ultimo Australian Open. Tutto deve ancora essere definito e annunciato da parte dell’AELTC, ma il Daily Mail prevede che a Wimbledon ci si possa attenere alle restrizioni in maniera più rigorosa di quanto si sia visto a Melbourne.

La decisone presa dalla LTA è dovuta alle pressioni effettuate da ATP e WTA, che hanno negato al torneo di Wimbledon la possibilità di assegnare punti per le classifiche mondiali, imposto all’organo di governo nazionale del tennis in Gran Bretagna una multa di un milione e mezzo di sterline e minacciato di togliere la licenza agli altri tornei gestiti dall’associazione britannica, come il Queen’s e Eastbourne.

Il governo di Londra sosterrebbe il compromesso proposto da Wimbledon, e avrebbe già chiarito di non voler bloccare le domande di visto arrivate dai giocatori di Russia e Bielorussia e di non voler replicare il divieto del 2022. In questo modo il torneo dovrebbe vedersi riassegnare i punti da attribuire ai partecipanti per le classifiche ATP e WTA, e dovrebbe riaccogliere tra i partecipanti anche stelle del calibro di Daniil Medvedev, Andrey Rublev, Aryna Sabalenka e Viktoria Azarenka.

Il condizionale in questo caso è d’obbligo in quanto non sono emersi comunicati ufficiali, ma tutto lascia presagire la riapertura a tutti i tennisti delle porte dell’All England Lawn Tennis & Croquet Club.

Matteo Zamponi

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evidenza

Tennisti russi a Wimbledon, Murray: “Decisione difficile, la capirei in ogni caso”

Andy Murray è combattuto sulla questione del ritorno in Church Road dei giocatori con passaporto russo e bielorusso: “Mi è dispiaciuto per loro l’anno scorso, ma…”

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Andy Murray - ATP Doha 2023 - Twitter @ATPTour

Continua a tenere banco la questione della partecipazione dei tennisti russi e bielorussi a Wimbledon. Com’è noto, nel 2022 sono stati esclusi questi giocatori per i motivi politici relativi alla guerra russo-ucraina in corso.

Mentre la decisione non è stata ancora presa per il 2023, sulla questione è intervenuto un Andy Murray piuttosto combattuto. “La situazione è davvero difficile e mi dispiace per i giocatori che non hanno giocato lo scorso anno, ma capisco sia difficile anche per Wimbledon prendere una decisione” ha detto alla BBC. ”La mia impressione è che sarà loro permesso di partecipare e non impazzirò se sarà così” ha aggiunto Andy. “Ma se Wimbledon dovesse scegliere un’altra strada, lo capirei”.

Ricordiamo che Murray è molto attivo su questo fronte, avendo vinto l’Arthur Ashe Humanitarian Award dell’ATP lo scorso anno per aver donato più di 500.000 sterline di premi in denaro per aiutare i bambini ucraini vittime dell’invasione russa: la posizione dell’ex n.1 del mondo sull’argomento è stata rivista, dopo che lui si era detto “non un sostenitore” del divieto di partecipazione ai Championships di russi e bielorussi. Vedremo quale sarà la scelta fatta quest’anno, sicuramente la situazione è delicata.

 

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Flash

Wimbledon si adegua agli altri Major: da quest’anno il doppio maschile al meglio dei tre set

La decisione presa dagli organizzatori dopo la finale di oltre quattro ore dello scorso anno. “Speriamo anche che più giocatori sianno incoraggiati a iscriversi al doppio”

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Centre Court - Wimbledon 2022 (foto Twitter @Wimbledon)

I tempi cambiano, e con loro usi e costumi. Il torneo di Wimbledon, il tempio del tennis, si è sempre contraddistinto per la dogmatica rigidità delle sue tradizioni. Fu uno shock culturale l’introduzione del tetto sul campo centrale, inaugurato il 17 maggio 2009; lo fu ancora di più l’edizione mancata del 2020 a causa del Covid-19.

Adesso un’altra novità si abbatte sul torneo più antico della storia: da quest’anno infatti i match di doppio si giocheranno al meglio dei tre set. In quest’ottica i Championships si accodano agli altri tre grandi Major che adottano questa politica ormai da tempo. “Abbiamo preso questa decisione dopo una vasta serie di consultazioni, il cambiamento porterà il torneo di Wimbledon in linea con gli altri Slamsi legge in un comunicato dell’All England Club. In questo modo ci saranno anche maggiori certezze nella programmazione degli incontri. Speriamo anche che in questo modo più giocatori possano essere incoraggiati a iscriversi al doppio”.

Tra i fautori di questa svolta l’australiano Nick Kyrgios, che lo scorso anno dovette abbandonare le velleità di doppio per concentrarsi esclusivamente sul singolare dove arrivò fino alla finale poi persa contro Djokovic. Giova ricordare che la finale dello scorso anno di doppio tra gli australiani Matthew Ebden e Max Purcell e i croati Nikola Mektic e Mate Pavic durò oltre quattro ore; anche da lì la decisione degli organizzatori di cambiare.

 

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