Wimbledon interviste, Djokovic: "È positivo che Wimbledon si giochi subito dopo il Roland Garros"

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Wimbledon interviste, Djokovic: “È positivo che Wimbledon si giochi subito dopo il Roland Garros”

Wimbledon, finale. N. Djokovic b. R. Federer 7-6 6-7 6-4 6-3. L’intervista del dopo-partita

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Sei notoriamente attento a quello che mangi. Mi chiedo come si inserisca l’erba del Centre Court nella tua dieta e se il sapore è più dolce sapore rispetto alla delusione del Roland Garros?
Mi è stato assicurato che è senza glutine, non lavorata, completamente biologica e naturale e ho potuto mangiarla. Quindi nessuna reazione. È stato ovviamente bello ripetere questa tradizione e farlo dopo aver vinto il titolo qui a Wimbledon. Come ho detto in campo, quando ero un bambino che sogna di vincere Wimbledon, era qualcosa che ho sempre voluto fare. Spero che la gente non ne sia infastidita.

Oggi sembravi meno nervoso che in altri incontri della settimana precedente. Come hai reagito quando hai perso quei sette set point nel secondo set?
Entrare sul campo oggi, sapendo che si tratta di una finale di Wimbledon e devo giocare contro il giocatore di maggior successo di tutti i tempi in questo torneo, be’ solo questo pensiero rende nervosi. Sapevo che lui mi avrebbe costretto a conquistare ogni punto. Dovevo essere io a vincere, lui non mi avrebbe regalato la partita. Ci pensavo. Ovviamente è più facile dire a te stesso e convincerti che puoi farlo che farlo effettivamente sul campo. Lui ti mette molta pressione. Soprattutto sull’erba, gioca uno, due giochi molto rapidamente, fa chip and charge e ti toglie il tempo, cosa di cui sia io che Andy abbiamo bisogno. Siamo giocatori da fondo e ci serve un po’ più di tempo. Non abbiamo il talento di Roger. Lui vince i suoi giochi di servizio in 30 secondi. Ma, ancora una volta, sono riuscito a sostenere la pressione sui miei giochi di servizio, soprattutto nel primo set. Il tie-break del secondo set è stato frustrante, ovviamente. Ero molto, molto frustrato al cambio di campo perché sapevo che non potevo permettere che questo accadesse contro Roger nella finale di Wimbledon, perché questa poteva essere la mia ultima possibilità nella partita. Ma, ancora una volta, sono riuscito a riorganizzarmi, ho avuto un po’ più di tempo, soprattutto durante la sospensione per pioggia. È lì che ho mi sono rimesso in sesto mentalmente e sono tornato a fare quello che dovevo e poi ho giocato una partita davvero buona.

Hai parlato della tua infanzia. L’allenatrice della tua infanzia ha parlato di tempeste e calma. Oggi hai assaggiato l’erba. Qualche settimana fa hai assaggiato la sconfitta. Si tratta di affrontare e gestire gli alti e bassi di questo sport.

Sì in questo sport devi recuperare molto velocemente. Entro un paio di settimane devi davvero ritrovare il tuo gioco e motivarti per poter giocare ad alto livello in un altro Grande Slam. Per due anni più o meno mi sono ritrovato ad affrontare la stessa situazione, in cui perdo in quattro set, in una partita difficile, nella finale del Roland Garros, contro Nadal l’anno scorso, contro Wawrinka quest’anno. Ovviamente sono deluso e affranto. Ma se c’è una cosa che ho imparato in questo sport è quella di recuperare velocemente e lasciarmi le cose alle spalle e andare avanti.

Forse molti pensavano che Federer fosse il favorito di questa finale. Alla fine della partita, quando hai festeggiato la vittoria, hai dimostrato ancora una volta che la gente si sbagliava?
Ho appena dimostrato a me stesso che posso farlo di nuovo. Ovviamente sono un ragazzo emotivo. Anch’io attraverso momenti difficili nella partita come lui, come chiunque altro. Non è diverso. A volte mi esprimo negativamente purtroppo, ma mi piace anche mostrare il pugno, incoraggiarmi per darmi slancio. Ma non si deve esagerare. In questo tipo di partite bisogna restare calmi, perché solo con una mente tranquilla, una mente serena, si vince l’incontro. Alla fine, nell’ultimo punto, ho tirato fuori tutto quello che avevo. Non me ne rendo ancora conto, ma è un grande risultato. Anche se è il terzo titolo qui, mi sento come se fosse il primo.

Ha vinto titoli di Wimbledon consecutivi contro Roger Federer, il giocatore che hai chiamato il migliore di tutti i tempi. Cosa pensi di quello che hai realizzato fino ad oggi e che cosa ti riserva il futuro?

Sono entusiasta e molto orgoglioso di tutto il successo che ho avuto finora in carriera, di tutto quello che ho raggiunto. Ci sono state un paio di finali dello Slam che penso avrei potuto vincere. Ma devo dire che tutto accade per un motivo. Cerco di imparare da ogni esperienza, soprattutto quelle non vittoriose. Ho 28 anni. Sto bene. Non mi sento vecchio. Spero di avere molti anni davanti a me. Cercherò di spingermi sino ai limiti e capire fin dove posso andare con i titoli e con me stesso giocando a questo alto livello.

La BBC ha indetto un sondaggio appena prima della partita ed è risultato che il 75% delle persone qui tifavano per Roger. Non pensi che forse ora con il tuo curriculum, potrebbero tifare per te?
Be’ non è proprio così. Me lo aspettavo. Penso che sia normale perché Roger è un campione dentro e fuori dal campo. È un ragazzo molto simpatico. È una persona che ha giocato a questo livello per tanti anni, molti più anni di me. Non giudico solo dai risultati, ma dal suo carattere, dalla sua personalità. Ha fatto tutto quello che serve per ottenere questo sostegno. Devo accettarlo. Devo lavorare e conquistarmi il sostegno della gente forse un giorno.

Cosa pensa Jelena del fatto che porti questo bel trofeo a casa?

Che vinca o che perda, lei è sempre lì. La famiglia è sempre lì. Quando torno a casa, non sono più un giocatore di tennis. Sono un padre e un marito. È un equilibrio che credo mi permetta di giocare bene. Da quando mi sono sposato e diventato padre, non ho perso tante partite, ho vinto molti tornei. Suggerisco a ogni giocatore di sposarsi, avere dei bambini, godersela.

 

Traduzione di Milena Ferrante

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