[6] P. Kohlschreiber b. [Q] P. H. Mathieu 2-6 6-2 6-2
Philipp Kohlschreiber e Paul Henri Mathieu, puntualissimi, entrano in campo alle ore 13.00 per dare vita alla finale del torneo di Kitzbuhel. Per Kohlschreiber si tratta della tredicesima finale in carriera (seconda nel 2015 dopo l’ottima figura rimediata, pur perdendo, a Monaco contro Murray), la seconda qui a Kitzbuhel dopo la sconfitta nel 2012 contro Robin Haase 6-3 6-7 6-2 Per Mathieu invece si tratta della prima finale negli ultimi 6 anni, l’ultima sua apparizione all’atto conclusivo di un torneo ATP, avvenne a Amburgo nel 2009 in cui le condizioni erano simili a quelle che si trova a fronteggiare oggi. I precedenti sono 3-1 per Kohlschreiber, il favorito per la partita di oggi, ma Mathieu ha vinto l’unico scontro diretto sulla terra rossa.
Pronti via ed è subito Mathieu a dovere fronteggiare la prima situazione di difficoltà quando sull’1-1 si trova sotto 0-30 al servizio. Molto bravo il francese a recuperare la situazione (anche grazie a una pregevolissima palla corta) e a portarsi sul 2-1. Ed è proprio il francese a rompere l’equilibrio sul 3-2 portandosi avanti di un break. Mathieu inizia l’incontro senza paura (rarità) spingendo con entrambi i fondamentali e apparendo decisamente più tonico e fresco di Kohlschreiber che accusa le fatiche del match di ieri contro Thiem. Il break lo raggiunge attraverso un ultimo punto in cui spinge con il rovescio e con il diritto, piegando la resistenza del tedesco. Mathieu è padrone del campo, il tedesco appare irriconoscibile e in poco più di 25 minuti, Polò ha tre set ball sul servizio del tedesco. Il terzo è quello buono, che decreterà il 6-2 nel primo parziale.
Ci vuole qualcosa per “svegliare” il Kohlschreiber di oggi che appare sia involuto che stanco, ci vuole qualcosa che lo possa far ritornare dentro questa finale. Che cosa? Mathieu. Sembra un paradosso, ma è proprio così perché questo è, da sempre, il grande problema del francese: la tenuta mentale. Quando capisce che può davvero farcela, si scioglie dando il peggio di sé. Cosa succede? Succede che nel primo gioco del secondo set con l’avversario visibilmente in difficoltà regala il break con due doppi falli consecutivi sullo 0-15. Kohlschreiber non può proprio esimersi dallo sfruttare questo meraviglioso assist. Come se non bastasse sul 3-1, altri due doppi errori, regalano il secondo break al tedesco che poco dopo chiude il set sul 6-2.
Con temperature torride che superano i 35 gradi, non propriamente consuete da queste parti, prende il via il terzo set con i due giocatori che rispettano i propri turni di servizio. Il livello, basso dei primi due set, se possibile si abbassa ulteriormente con entrambi gli atleti visibilmente stanchi ed affaticati. In questa situazione di quiete, tutti si aspettano lo scatto dal giocatore mentalmente più forte, in questo caso Kohlschreiber, che puntualmente arriva. Sul 2-2 il tedesco è autore di un game in risposta molto convincente con una serie di vincenti che gli regalano il break di vantaggio. Partita finita? Sì, perché Kohlschreiber non è Mathieu, troppo più forte mentalmente. Polò non ne ha proprio più e nonostante cerchi strenuamente di conquistare il settimo game del terzo parziale deve arrendersi. Dopo meno di 2 ore di partita Philipp Kohlschreiber si aggiudica il suo primo titolo stagionale (sesto in carriera, quarto sulla terra rossa) per 2-6 6-2 6-2. L’’ultimo trofeo lo aveva alzato a Dusseldorf nel 2014 battendo Ivo Karlovic; per Mathieu una comunque bellissima settimana e il ritorno tra i top 100 (sarà 78 lunedì).
Kohlschreiber è il diciassettesimo over 30 a vincere un torneo in questo 2015.