ATP Montreal: Chardy salva 7 match point, Djokovic ne salva 2. Nishikori stende Nadal e trova Murray

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ATP Montreal: Chardy salva 7 match point, Djokovic ne salva 2. Nishikori stende Nadal e trova Murray

Dopo 3 ore e 3 tie-break Jeremy Chardy ha la meglio su John Isner dopo aver annullato 7 match point. Anche Djokovic si savla di un soffio contro il redivivo Ernests Gulbis. Nishikori batte per Nadal per la prima volta in carriera. Murray passa in due set contro Tsonga a notte fonda

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Jeremy Chardy - ATP Montreal 2015
 

[4] K. Nishikori b. [8] R. Nadal 6-2 6-4 (da Montreal, Vanni Gibertini)

Con una straordinaria dimostrazione di forza Kei Nishikori sfata il tabù Nadal, che lo aveva battuto in tutti sette precedenti scontri diretti e vola in semifinale alla Rogers Cup di Montreal. Davanti ad un Uniprix Stadium pieno, nonostante la tarda ora, Nishikori ha martellato dall’inizio alla fine rallentando un attimo la presa solamente quando era avanti per 6-2, 4-1 “pesante”, consentendo a Nadal, combattente di gran razza, di rientrare in scia e limitare l’entità numerica del risultato, che in campo è stato totalmente a senso unico.

Nadal non è mai riuscito, se non sporadicamente nel secondo set, a trovare il modo di arginare la percussione asfissiante dei colpi da fondo campo del nipponico: i suoi top spin non saltavano abbastanza per disturbare un Nishikori comunque velocissimo a trovare la posizione ideale con i piedi e colpire senza sosta le palle che erano quasi sempre ad altezza ideale. Prima troppo lontano dalla riga di fondo, poi costretto ad appiattire i colpi per trovare penetrazione, il maiorchino non è mai parso a suo agio in campo, anche se ha combattuto da par suo fino alla fine del match.
“Oggi Rafa non era molto efficace con la sua battuta, per cui ho cercato di prendere l’iniziativa sulla sua seconda – ha spiegato Nishikori – in ogni modo oggi ho dominato sotto quasi tutti gli aspetti, per cui sono molto felice di come ho giocato”.

[1] N. Djokovic b. [Q] E. Gulbis 5-7 7-6(7) 6-1 (da Montreal, Vanni Gibertini)

Ci è mancato davvero poco che “Ernestino” Gulbis facesse lo sgambetto al n.1 del mondo Novak Djokovic. Proprio quel Gulbis che aveva avuto bisogno di una wild card per il torneo di qualificazione perché si era dimenticato di iscriversi al torneo: “Ho combinato un disastro – ha detto alla televisione canadese – non mi sono iscritto né a Montreal, né a Cincinnati. Sono così abituato ad essere in tabellone che non mi sono proprio preoccupato”. Arrivato quatto quatto ai quarti di finale dopo aver salvato un match point al primo turno in grande stile contro il suo “BFF” Thiem, il lettone è stato abilissimo ad addormentare lo scambio ed indurre a tanti errori da fondo campo un Djokovic incapace per lunghi tratti di trovare la matassa del gioco. Quasi ipnotizzato da Gulbis, il campione serbo ha in parecchie occasioni tirato smash e volèe a campo quasi aperto proprio in bocca al suo avversario, finendo inevitabilmente per perdere il punto. Sui due match point avuti nel tie break del secondo set, Gulbis non ha particolari recriminazioni, nemmeno in quello avuto sul proprio servizio, ma alla fine del tie-break è proprio mancato quel guizzo che avrebbe provocato la più grossa sorpresa del torneo ed aperto il tabellone a tutti gli altri rimasti in gara.

Dopo un inizio da copione, con Djokovic in vantaggio di un break dopo sei game, i lunghi scambi sulla diagonale rovescia impostati da Gulbis tessono una ragnatela nella quale il n.1 al mondo si ingarbuglia sempre di più, sorpreso anche a più riprese da palle corte lungolinea di rovescio sulle quale anche le sue straordinarie doti atletiche non riescono sempre ad arrivare in maniera utile. Sul 5-5 un Djokovic impreciso ed un Gulbis aggressivo confezionano il break decisivo per il lettone, siglato con uno splendido rovescio lungolinea al termine di uno scambio da 36 colpi.

Gulbis continua imperterrito anche nella seconda frazione con il suo gioco, entrando quando possibile sulla seconda di servizio di Djokovic che si trova sovente la palla sui piedi all’uscita del movimento del servizio. Due gratuiti ed un doppio fallo finale procurano il break di vantaggio per Gulbis, che però lo restituisce immediatamente, anche per colpa di due doppi falli. Lo stadio è molto divertito, il pubblico della sessione serale che è stato fatto entrare ad inizio match a causa del ritardo del programma provocato dalla pioggia apprezza il bonus ricevuto e si gode questo grande spettacolo in una serata sì mite, ma particolarmente umida e fastidiosa. Gulbis salva in maniera brillante due palle del 5-3 per Djokovic, il campione serbo risponde da par suo con tre ace consecutivi nel game seguente. Ci sono due set point per il serbo sul 5-4, sul secondo dei quali una volèe di diritto non impossibile finisce in corridoio dopo l’ennesimo lungo scambio.

Nel tie break Gulbis va avanti 3-0, si fa raggiungere sul 3-3, ottiene due punti in regalo sul 4-4 (un doppio fallo ed un gratuito di diritto) ma i due match point svaniscono come sono arrivati, con un diritto vincente di Nole ed un errore di rovescio. Due punti più tardi è la volta di Gulbis di concedere un doppio fatto che di fatto firma la sua condanna. Da lì in poi Nole non si guarda più indietro e si invola in semifinale dopo 2 ore e 30 di gioco nelle quali ha visto la morte da vicino.

[2] A. Murray b. [10] J-W. Tsonga  6-4 6-4  (da Montreal, Vanni Gibertini)

Nell’ennesimo capitolo del “Tennis by night” andato in scena questa volta a Montreal, dopo le ultime puntate di Rio e Madrid, Tsonga e Murray hanno iniziato il loro incontro a dieci minuti dallo scoccare della mezzanotte, davanti ad un pubblico tutto sommato abbastanza numeroso per l’ora.
L’incontro è stato godibile e di buona qualità, date le circostanze, anche se Andy Murray lo ha controllato con buona autorità dall’inizio alla fine.

Lo scozzese ha preso un break di vantaggio subito al terzo game del primo set, mantenendolo fino alla fine, e, dopo essersi difeso da due palle break sull’1-2 del secondo parziale, ha strappato lui stesso la battuta a Tsonga con un magistrale lob liftato di rovescio, proseguendo poi indisturbato fino al traguardo.

J. Chardy b. [16] J. Isner  6-7 (9) 7-6 (13) 7-6 (4) (Valerio Vignoli)

Il francese Jeremy Chardy batte per la quarta volta su quattro incontri l’americano John Isner, testa di serie n.16 del tabellone canadese, il quale non capitalizza 7 match point in totale (5 nel secondo set e 2 nel terzo) nel corso di un incontro tanto lungo quanto entusiasmante. Grazie a questo risultato Chardy si qualifica per la sua prima semifinale in un Masters 1000.

Si parte con quasi due ore di ritardo a causa del maltempo e al primo turno di risposta il gigante di Greensboro ha subito un paio di occasioni per breakkare il suo avversario. Ma Chardy se la cava con merito. I due giocatori, dotati entrambi di un servizio eccellente, tengono molto alte la percentuali di prime in campo e così chi risponde raccoglie le briciole. Il tiebreak diventa dunque la logica conclusione del parziale. Calma piatta fino al 5 pari e poi comincia la giostra di emozioni. Chardy commette il suo quinto doppio fallo e manda “Long John” a servire per il set. Il transalpino però si salva splendidamente grazie ad uno scambio condotto dall’inizio alla fine e concluso con uno smash a rimbalzo. Il n.49 del ranking ATP ci prende gusto e cancella altri due set point: il primo sul servizio e il secondo in risposta con ammirevole coraggio. Sul 8 pari Isner sbaglia una comoda volée di dritto e questa volta è il giocatore pirenaico ad avere la sua chance con la battuta a disposizione. Ma il n.1 degli Stati Uniti si difende con straordinaria abnegazione e riesce a prolungare il parziale. Nel punto successivo il passante di Chardy termina fuori ed è ancora set point per Isner. Al quarto tentativo l’ex studente della University of North Carolina porta a casa un palpitante tiebreak per 11 a 9.

Nel secondo gioco del secondo set il n.7 di Francia si procura le sue due prime palle break. Ma il 30enne tennista americano affidandosi alla sua portentosa battuta mette le cose a posto. Dopo il pericolo scampato, Isner, grazie a tre risposte vincenti fenomenali, realizza il primo break di giornata. Purtroppo però per lo statunitense, la pioggia si ripresenta sul centrale di Montreal e il giudice di sedia è costretto ad interrompere il gioco sul 3 a 1. Dopo oltre un’ora di pausa forzata si torna in campo e l’inerzia si sposta prevedibilmente a favore di Chardy che con la collaborazione del suo avversario conquista il suo primo turno di risposta. Isner però torna ad essere una macchina al servizio ed è di nuovo tiebreak. E si sale di nuovo sulle montagne russe. Dal 6-5 ci sono 5 match point per l’americano (di cui uno sul suo servizio) e 4 set point per il transalpino. Sul 13 pari il francese ottiene finalmente un minibreak. Chardy è on fire e trascina l’incontro al terzo set.

Sul 1-1 del set decisivo il n. 12 del ranking accusa un problema al ginocchio sinistro ma miracolosamente evita il break. Isner è evidentemente in condizioni fisiche precarie e continua a scuotere la testa. Si tiene però in partita con il servizio e tantissima forza di volontà. In maniera eroica si guadagna persino altri 2 match point sul 6-5 e servizio Chardy. Tuttavia il francese non trema ed allora serve un terzo tiebreak per dirimere l’esito di questa epica battaglia. Ancora tanto equilibrio ma alla fine a crollare è Isner che cede il minibreak sul 5 pari. Chardy, dopo Ivo Karlovic, ammazza con una prima vincente il secondo gigante in due giorni al termine di oltre tre ore di grande tennis.

 

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