US Open italiani: Anche Roberta Vinci agli ottavi, Seppi fuori con Djokovic

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US Open italiani: Anche Roberta Vinci agli ottavi, Seppi fuori con Djokovic

Nella giornata dominata dall’impresa di Fabio Fognini, Roberta Vinci batte 6-1 5-7 6-2 Mariana Duque-Marino. Sfiderà Eugenie Bouchard. Andreas Seppi lotta ma fallisce per la dodicesima volta il traguardo degli ottavi di finale a New York

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R.Vinci b. M.Duque-Marino 6-1 5-7 6-2 (da New York, Luca Baldissera)

Stats Vinci Marino

Roberta Vinci e Mariana Duque-Marino (26 anni, colombiana, 96 WTA) fanno il loro ingresso sul campo 17 di Flushing Meadows (mini-arena davvero bella per guardare il tennis) alle 12.30, subito dopo la rapida vittoria di Benoit Paire su Tommy Robredo. Le condizioni di gioco sono molto migliori di ieri, fa meno caldo e il cielo è coperto. L’angolo “italiano”, dietro a coach Francesco Cinà e alla compagna di doppio Karin Knapp, in prima fila, vede presenti Sergio Palmieri e Corrado Barazzutti. Un tifoso della Marino, con bandiera, grida subito “Colombia presente!” all’avvio del match, che però vede subito Roberta brekkare in apertura l’avversaria, che commette un “super-doppio-fallo” sul 30-40 (sia fallo di piede sia seconda fuori, chiamati insieme).

In 7 minuti la Vinci va 3-0 con due break, parziale di 12 punti a 3: sembra non esserci partita, ma Roberta incappa in due doppi falli, le sfugge uno slice, e ci sono tre palle break per Mariana, comunque ben annullate dall’azzurra (divertente uno scambio prolungato a rete con la Vinci che gioca cinque volée consecutive tutte sul rovescio della Marino). Dopo tre ulteriori parità, Roberta vince anche questo complicato game, ed è 4-0.

Altro “foot-fault” su una seconda della Marino (evidentemente è un vizio), una buona pressione di Roberta, e arrivano altri due break-point, il secondo manda l’azzurra a servire per il set sul 5-0. Qui la Vinci, un po’ per distrazione, si trova 30-40, poi concede altre due palle break, e sulla seconda Mariana realizza break e primo game della sua partita. Il pubblico la incoraggia, nella speranza di vedere un minimo di lotta, ma non è sufficiente: poco dopo, Roberta chiude 6-1.

Mariana è una giocatrice dotata di buon tocco (ottime alcune smorzate), ma un po’ troppo discontinua per dare fastidio a Roberta, e incappa in diversi errori quando cerca di spingere col dritto. Nel secondo set, la Vinci annulla due palle break sull’1-1 (errori della Marino), poi è lei a strappare per la quarta volta la battuta all’avversaria: 3-1, e poi subito 4-1. Non fosse per il punteggio tanto squilibrato, sarebbe una bella partita, entrambe variano, rischiano, cercano soluzioni brillanti, però Roberta lo fa molto meglio. Buona pressione col dritto, soliti fastidiosissimi slice di rovescio per l’italiana, che pur se in notevole vantaggio non smette di rimanere concentrata e di auto-incitarsi. Sul 4-2 servizio Vinci la Marino, con l’acqua alla gola, azzecca un paio di accelerazioni, e brekka per la seconda volta l’azzurra riportandosi in scia nel set.

Nel game successivo Mariana, che ha ritrovato fiducia all’improvviso e adesso con il dritto spinge mica male, fallisce un’opportunità del 4 pari, Roberta piazza una bella combinazione a rete, e arriva il quinto break che manda la Vinci a servire per il match sul 5-3. Arriva un match point che la Vinci sciupa sbagliando una smorzata, poi uno slice le va sotto il nastro, e con un gran passante in cross Mariana strappa il servizio a Roberta (terza volta) portandosi sotto 4-5, per poi arrivare al 5 pari, e poi addirittura 6-5 a servire per il set (numerose incertezze della Vinci in questa fase, e quarto break subìto) Arrivano due set-point per Mariana, mancati (un errore, un gran passante di Roberta), e tre palle break per la Vinci (annullate da due servizi vincenti e un passante): purtroppo per l’italiana, il successivo terzo set point è quello buono per Mariana, che con una gran volée stoppata di dritto forza il match al set decisivo. Onestamente, la colombiana se lo è meritato, mettendo a segno diversi colpi vincenti e salendo tantissimo con l’efficacia della battuta. 6-1 5-7, tutto da rifare per Roberta.

E’ molto buona la reazione dell’azzurra a inizio terzo set, con break al secondo gioco (2-0 per lei), si vede che è nervosa, si lamenta con l’arbitro di qualche tifoso troppo rumoroso, ma rimane concentrata e risolve un game lottato andando 3-0. Ancora palla del doppio break fallita da Roberta, poi si seguono i servizi, con la Vinci che si tiene stretto con i denti il vantaggio, va 5-2 sopra sul servizio Marino, con un gran drop-shot si conquista tre match point, e chiude alla prima occasione. Due ore esatte la durata del match, ora la attende agli ottavi Eugenie Bouchard (unico precedente il 6-1 6-0 di dieci giorni fa per Roberta a New Haven).

[1] N. Djokovic b. [25] A. Seppi 6-3 7-5 7-5   (da New York, Ruggero Canevazzi)

Cattura

Niente da fare per Andreas Seppi, contro il n.1 del mondo Novak Djokovic. L’azzurro non ha giocato male, è stato regolare e ha anche trovato qualche acuto (alcuni dritti all’incrocio delle righe e anche lungo linea), ma non è riuscito a fare quel salto di qualità indispensabile per impensierire il n.1 del mondo. Djokovic si è limitato al compitino, giocando al 60% e limitandosi a rispedire di là dalla rete quasi tutte le palle dell’avversario, capitalizzando al massimo i pochi errori dell’azzurro. Solo nel finale, con Djokovic avanti 2 set a 0, 5-4 e servizio, Seppi è riuscito a mettere pressione al serbo, che ha sorprendentemente ceduto il servizio con un doppio fallo. Poi però ha chiuso la questione aggiudicandosi i due game successivi (complice una palla break piena di rimpianti per Seppi) attingendo a tutta la sua tenacia e sfogando la sua rabbia. Del resto, se i precedenti dicevano 10-0 per Nole, e se Andreas è il n.25 ATP e il serbo n.1, era difficile chiedere all’italiano di più di quello che ha fatto. Semplicemente, ha vinto il più forte.

La solita musica a tutto volume intrattiene spettatori e addetti ai lavori prima del match, ma se il primo giorno l’effetto era di fastidio, ormai l’atmosfera squisitamente stars&stripes ha pervaso anche chi scrive: l’oceano che ci separa da Wimbledon e dal suo sacro silenzio è sufficiente per sdoganare questo modo tutto diverso di seguire il tennis dal vivo. All’ingresso dei giocatori in campo il boato per Djokovic è assordante. La cornice dell’Arthur Ashe, in parte baciato dal sole, è perfetta per la sfida tra il n.1 del mondo e il n.1 d’Italia. Si parte.

Nel primo set il primo giocatore a togliere il servizio all’avversario è a sorpresa Seppi, che sull’1 pari non concede nemmeno un quindici all’avversario. Djokovic però si riprende subito il maltolto e ristabilisce la parità, mettendo alle corde la tds n.25 e costringendolo all’errore (dritto in rete) al secondo break-point. Il match segue i servizi, si vedono un po’ troppi errori, entrambi i giocatori devono ancora entrare in partita. Poi all’ottavo game, sul 4-3 Djokovic, Seppi subisce una rimonta da 40-0 a 40 pari, prima di salvare due palle break e cedere alla terza con un brutto dritto in mezzo alla rete. Djokovic ringrazia e chiude 6-3 dopo 40 minuti.

Il secondo parziale è la fotocopia del primo. Come nel primo set, Seppi mette in mostra un dritto più che convincente, veloce e profondo (sapendo bene che appena accorcia viene punito dal serbo), decisamente migliore di quello molto falloso messo in mostra al secondo turno contro Gabashvili, ma non è sufficiente per scalfire il muro di Belgrado. Il pubblico applaude convinto un gran dritto in controbalzo di Andreas in uscita dal servizi, sul 3 pari 40-0, ma Djokovic non fa una piega e all’undicesimo gioco centra il break: Seppi cede alla terza palla break mandando in rete stavolta il rovescio. Nole chiude 7-5 e siamo 2 set a 0 dopo 1 ora e 32 minuti.

Nel terzo set, quando il campione dello USOpen 2011 brekka di nuovo l’italiano al terzo game (un nastro beffardo devia in corridoio il colpo di Seppi), confermando il break dopo un recupero da 0-40 e portandosi avanti 3-1, lascio la mia postazione in tribuna stampa e mi dirigo a scrivere la cronaca. Il parziale segue infatti i servizi fino al 5-4, quando Nole va a servire per il match, ma lì si distrae e consente a un comunque mai domo Seppi di recuperare il break, chiudendo con un doppio fallo figlio di un nervosismo che nessuno, nemmeno lui, aveva messo in preventivo. Sul 5 pari però Nole torna a essere aggressivo, scioglie il braccio passando dalla modalità 60% all’80% e riprende il break di vantaggio, andando a servire una seconda volta per il match sul 6-5. Seppi a quel punto sale 15-40 giocando il tutto per tutto e mettendo pressione a Djokovic (che commette un altro doppio fallo sul 15-15), che concede così due palle per il secondo contro break all’altoatesino. Qui arriva l’unico vero rimpianto del match di Seppi, che sulla prima palla break gioca in avanzamento un rovescio molto molle che si spegne mestamente a rete. Avesse giocato con più personalità quella palla, il conseguente tie-break avrebbe potuto rimettere in piedi il suo match. Nole a quel punto non regala più nulla e al primo match-point chiude dopo 2 ore e 28 minuti di partita. Sfiderà agli ottavi  Bautista Agut, che ha beneficiato del ritiro di Goffin.

Non c’è sembrato essere troppo divario, ma i punti importanti finisce per farli sempre lui. Questa è stata la differenza?
Mah, forse sì. Sopratutto direi il fatto che sui campi importanti come questo lui gioca ogni giorno, a me capita una volta ogni dieci anni, di certo è un fattore.

Hai qualche rimpianto nel match di oggi?
Nel primo set ho perso un game da 40-0, mi sa lo stesso nei due set successivi. Ho avuto un game in cui non ho sfruttato uno 0-40. Di certo non ho approfittato delle chance che ho avuto, anche perché lui non le ha giocate male.

Cosa vorresti fare che lui fa?
Oggi secondo me non ha fatto granché di più, solo nei punti importanti ha fatto meglio. Credo che dopo uno scambio faticoso lui è sempre bravo a giocare il punto successivo con lucidità, e oggi io ero anche un po’ stanco.

 

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