Pennetta, un altro scalino. Rafa batte il raccattapalle (Crivelli)

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Pennetta, un altro scalino. Rafa batte il raccattapalle (Crivelli)

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Pennetta, un altro scalino. Rafa batte il raccattapalle (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

Resta da capire se sia più ingarbugliato il cielo sopra Pechino o il ranking stagionale che qualifica per le Wta Finals, più volgarmente il Masters femminile di fine ottobre a Singapore. Certo, i China Open stanno respirando aria grama e il problema dell’inquinamento atmosferico, che si accompagna a un’umidità a tratti insopportabile e amplifica problemi respiratori e infortuni solitamente gestibili, ha già fatto perdere la testa a più di un giocatore: Martin Klizan, ad esempio, dopo la secca sconfitta contro Fognini di lunedì, non le ha mandate a dire, affermando che «la tossicità nell’aria era tale che ho cominciato a tossire senza controllo dopo ogni punto, e ho dovuto vomitare al termine della partita. Per tutelare la mia salute, sarò costretto a non venire più a Pechino in tutta la mia carriera».

SPERANZE Per fortuna, invece, la Race (cioè la classifica annuale) è complicata e difficile da maneggiare solo per i numeri e per le molteplici possibilità che ancora assegna ad almeno una decina di tenniste, tutte in possesso della legittima speranza di una qualificazione al Masters. Intanto, tre italiane sono agli ottavi e in un Mandatory (cioè un torneo che sta appena sotto gli Slam) si tratta di impresa non da poco, anche perché significa che per tutte la corsa verso Singapore è ancora viva. Prezioso, dunque, il successo della Pennetta sulla brasiliana Pereira, numero 52 del mondo, dopo un primo set al solito di sofferenza, un secondo set senza storia (22 minuti) dove Flavia ritrova finalmente ritmo, fluidità e lunghezza dei colpi e un terzo in cui da 4-1 la fresca vincitrice degli Us Open, che giustamente non si è ancora del tutto disintossicata dai festeggiamenti, da 4-1 si ritrova 4-4, ma lì dipinge due game perfetti. Domani trova la Pavlyuchenkova, che ha sempre battuto nei due precedenti, mentre il ritiro della Bencic e la sconfitta di Venus Williams le danno una bella dose di ossigeno, e lo scontro in un altro ottavo tra Wozniacki e Kerber fermerà momentaneamente il cammino di una delle due. Più difficile la scalata di Sarita Errani, che dovrebbe vincere il torneo e poi fare risultato anche in uno dei cinque appuntamenti dopo Pechino, ma intanto la Cichi, al solito tignosa, costante e con una carica agonistica formidabile, si prende la rivincita di una settimana fa contro la francese Garcia (saranno avversarie anche in Fed Cup l’anno prossimo) aspettando la picchiatrice tedesca Petkovic.

RACCATTAPALLE Tra gli uomini, i destini di fine stagione si decideranno ben più avanti (ci sono ancora due Masters 1000, a Shanghai e Bercy), ma a Pechino c’era curiosità per il debutto di Rafa Nadal, che non giocava dall’eliminazione al terzo turno agli Us Open e soprattutto affrontava la wild card di casa Wu Di, numero 230 del mondo, che dal 2005 al 2008, durante il Masters di Shanghai, faceva il raccattapalle e gli passava l’asciugamano, prima di avere l’onore di allenarsi un po’ con lui: «Un’emozione incredibile, passare in qualche anno da raccattapalle ad avversario non è un cattivo affare». Lo spagnolo, oggi numero 8 del mondo, comunque conferma i balbettii di tutta la stagione, facendosi strappare il servizio quattro volte (…)

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