Simona Halep: "Ho fatto una buona partita, ma posso giocare ancora meglio"

Interviste

Simona Halep: “Ho fatto una buona partita, ma posso giocare ancora meglio”

WTA Finals, S. Halep b. F. Pennetta 6-0 6-3. Leggi l’intervista del dopo partita a Simona Halep

Pubblicato

il

 

Com’è che metti a segno così tanti Bagels a Singapore? Hai qualche spiegazione?
No, nessuna. Ma mi sento bene qua. Ho buone sensazioni con il campo e con il gioco. Ho grandi ricordi dall’anno passato quindi sono arrivata con grande fiducia. Sì ho giocato in maniera molto solida.

Eri la sorella gemella di quella che ha perso con Pennetta agli US Open? Sei una Halep diversa…
No sono sempre la stessa, ma in una versione migliore. Quella è stata una brutta versione.

Quindi cos’è cambiato? Tu? Lei? Entrambe?
Penso entrambe. Lei era più in fiducia in quell’occasione, aveva più energia per vincere il match e giocava meglio. Io ero un po’ stanca invece. Non ho giocato in maniera corretta contro di lei agli US Open. Qua mi sono preparata bene e sapevo come affrontarla. Mi aspettavo che lei avrebbe giocato nella stessa maniera e sapevo come adattare il mio gioco. Sono stata solida, intelligente e aggressiva. Non ho giocato di potenza ma cercato di aprire gli angoli e chiudere il punto.

Come paragoneresti questa vittoria per 6-0 6-3 a quella per 6-0 6-2 dell’anno passato contro Serena, sempre nel primo match del torneo? Ci sono differenze dal tuo punto di vista?
Mi sento nella stessa maniera. Su questo campo ho ottime sensazioni. Sento che posso giocare il mio miglior tennis qua. Non ho giocato al massimo oggi ma ho fatto una buona partita. Ho giocato in maniera solida, dominando l’incontro. Mi sento bene. Sono in fiducia e voglio rimanere concentrata perché dopodomani avrò una partita dura. Mi aspetto che ogni match sia difficile qua. Quindi voglio solo stare concentrata e convinta di avere una possibilità di vincere.

L’esordio è sempre difficile. Pensi che la maniera in cui l’hai superato mandi un messaggio alle tue avversarie per il resto del torneo?
No penso solo a me stessa. Volevo solo cominciare bene. Il primo turno è il più importante perché è sempre difficile iniziare un nuovo torneo. Penso di aver fatto un ottimo lavoro oggi. Sono qua da una settimana e mi sono allenata duramente e preparata bene. Sapevo che avrei giocato bene. Però bisogna pensare giorno dopo giorno, match dopo match e vediamo se il prossimo andrà nella stessa maniera. Ma mi aspetto una partita complicata.

Quando dici che potevi giocare meglio cosa intendi? Quali sono gli aspetti su cui puoi fare meglio e dei quali non sei soddisfatta?
Non sono insoddisfatta del mio gioco ma penso di non essere stata perfetta. Lo dico sempre in realtà (risata). È stata una partita normale, solida, giocata con fiducia. Ho colpito bene il dritto. Sto migliorando il mio gioco. Voglio fare ancora di meglio con il rovescio. Riuscire a chiudere un punto quando ho una palla più corta. Quindi ci sono molte cose sulle quali voglio lavorare e lo farò. La risposta è funzionata. Quindi nel complesso è andato tutto bene. Ma non sono soddisfatta al 100%.

Ieri hai detto di avere avuto un po’ di alti e bassi quest’anno. Pensando alla prossima stagione, cosa vuoi migliorare? Quali obbiettivi vuoi raggiungere?
Quest’anno penso di essere migliorata. Ho perso qualche match di troppo nella parte centrale dell’anno ma mi ha aiutato perché ora sono più rilassata. Sono più concentrata su quello che devo fare rispetto al risultato. Vorrei essere ancora più forte dal punto di vista mentale.

Dopo la sconfitta al Roland Garros eri un po’ depressa. Pensavi che la seconda parte dell’anno sarebbe andata così bene?
Non ero depressa ma dopo il Roland Garros e Wimbledon sentivo di aver buttato via la stagione. Quindi non avevo molte aspettative per la seconda parte del 2015 e ho giocato in maniera più tranquilla. Sono riuscita a trovare una maniera per tornare ai miei livelli. Ma non pensavo di fare così bene negli USA. Penso che Darren (Cahill ndr) mi abbia spinto molto a credere in me stessa. Il mio team mi è stato vicino. Tutto è andato in maniera positiva ed è per questo che sono qui ora a giocare bene di nuovo.

Ci sono miglioramenti che stai facendo con Darren? Sono più tecnici o tattici?
Entrambe le cose. Parliamo di come stare in campo e di come colpire. È molto positivo ed è anche grazie a lui che credo di più in me ora.

Possiamo parlare ancora della semifinale di New York?
Davvero volete farlo ancora?

Sì. È stata colpa della tensione o eri solo stanca. Certo avevi disputato un match molto lungo contro Vika…
Sì ero un po’ stanca. Ma anche la tensione ha influito. Era la prima semifinale agli US Open dopotutto. Avevo battuto Flavia a Miami e sapevo che avrebbe potuto giocare un bel tennis. Sapevo che sa essere molto solida. Forse anche il giorno di pausa tra quarti e semifinale non è stato l’ideale per me. Ero molto stanca dopo il match contro Azarenka e il venerdì sono scesa in campo senza energie. Però voglio prendere gli aspetti positivi da quell’incontro. Ho imparato come controllare la situazione in una semifinale così importante e spero di avere altre opportunità in questo senso e andare oltre questa brutta sensazione.

Perché hai sentito tutta questa tensione? Nel 2014 avevi già raggiunto la finale in uno Slam al Roland Garros e un anno dopo agli US Open in semifinale hai sentito ancora la pressione?
Evidentemente ho bisogno di fare finale in ogni prova dello Slam e poi tutto andrà bene (risate). A parte gli scherzi, ogni torneo è diverso. Ogni partita di ogni torneo sono nervosa. Per me è normale. Ho imparato come gestire la tensione. Ogni incontro ho un tipo di pressione diversa. È difficile da spiegare.

Torniamo all’anno scorso. Hai sconfitto Serena all’esordio poi sei andata in finale e Serena ha vinto. Sempre colpa della tensione oppure Serena ha giocato troppo bene?
Ha cominciato a giocare bene dopo che io ero avanti 2-1 e palla break. Se avessi vinto quel game penso che la partita sarebbe andata diversamente. Ma non ci sono riuscita e lei ne è venuta fuori più forte. Lei ha sempre molta fiducia nei suoi mezzi e sa come giocare le finali.

Quant’è difficile per te reggere la pressione, specialmente in Romania, dove sei una superstar?
Non sono una superstar. Sono una tennista. So che i rumeni vorrebbero che io vincessi tutti i match, ma va bene così. È normale. Faccio tutto il possibile per riuscirci, pur sapendo che non è possibile. Cerco di rimanere concentrata e motivata, di mantenere il controllo sui miei nervi e di lavorare bene durante gli allenamenti.

Traduzione di Valerio Vignoli

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement