La grande occasione di Flavia, nel caos delle qualificazioni

Editoriali del Direttore

La grande occasione di Flavia, nel caos delle qualificazioni

Con l’ultima giornata dei gironi alle porte, ancora tutto è da definire in entrambi i gironi delle Finals WTA. Domani Flavia Pennetta scenderà in campo contro Maria Sharapova per un posto in semifinale, mentre Garbine Muguruza si candida come una seria protagonista

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Mentre si spera che Flavia Pennetta trascorra una notte tranquilla, dopo aver passato una giornata di allenamento non troppo intenso, palestra sì, e campo da tennis no in vista del suo sesto duello contro Maria Sharapova – 3-2 i precedenti a favore di Flavia e 5 match tutti conclusi al terzo set a testimonianza di una grande equilibrio tecnico… forse sorprendente se si pensa i diversi livelli di carriera raggiunti dalla russa n.1 del mondo e campionessa di 5 Slam e della “nostra” n.1 anche lei ma in doppio e… soltanto top ten –  con i risultati odierni del Gruppo Bianco la situazione è abbastanza ingarbugliata anche lì, ma non come nel Gruppo Rosso. Hanno vinto la Muguruza sulla Kerber per la quarta volta quest’anno e così la spagnola ha due vittorie, e la Kvitova nel derby ceco con la Safarova per l’ottava volta su otto. La Safarova deve vincere in due set e sperare che la Muguruza vinca anche il suo terzo incontro in due set. E ciononostante non sarebbe comunque sicura di passare in semifinale (dove invece laMuguruza ha ormai un piede e mezzo).

La situazione del gruppo rosso è diventata intricatissima dopo che Maria Sharapova da martedì sera è la sola ad aver vinto due partite nel girone (con Radwanska in 3 set e con Halep in due), mentre la Radwanska è la sola ad averle perse entrambe (con Sharapova e Pennetta, una grande Pennetta per inciso!). Halep e Pennetta ne hanno vinte una ciascuna. La rumena in due set contro Flavia, e Flavia in due set contro la Radwanska contro la quale aveva perso cinque volte in 8 duelli. Come sapete passano le prime due tenniste di ogni girone. Chiaro che Maria Sharapova, tornata a giocare dopo i vari infortuni che l’hanno appiedata da Wimbledon a oggi, con due vittore all’attivo, abbia più chances di tutte di passare il turno. Anche perchè se è vero che era a rischio di desuetudine agonistica, però era anche la più fresca. Tutte le altre sono arrivate in fondo alla stagione con la lingua di fuori. Giocando dall’US Open in poi un torneo dopo l’altro nella speranza di fare punti su punti per partecipare appunto alle finali WTA. E molte con incerte situazioni di forma fisica e psicologica. Fra queste anche Flavia, che fallito il torneo di Pechino, si è iscritta a Tianjin e poi a Mosca per tenere indietro Suarez Navarro, Pliskova e Venus Williams che erano raccolte in un fazzoletto. Flavia non è certo fresca come la Sharapova, però l’ha battuta 3 volte su 5 e in occasioni importanti, Los Angeles, New York, Indian Wells. Sempre in tre set. Maria Sharapova ha subito ricordato di aver avuto diverse chances di vincere. Ma Flavia, dal canto suo, ha sottolineato come anche le sue sconfitte siano arrivate soltanto al terzo set. Insomma match sempre combattuti tra loro. Entrambe, dopo i risultati di martedì, saranno in fiducia. Il problema di Flavia è che per qualificarsi quasi certamente dovrebbe riuscire a vincere in 2 set… dopo cinque loro duelli conclusisi sempre al terzo! Impresa durissima insomma, ma non impossibile. Una sconfitta della Sharapova vista contro la Halep di fronte alla nostra Pennetta nazionale mi stupirebbe un po’ – ma sarebbe uno splendido stupore! Però il fatto che Flavia ci abbia vinto 3 volte su 5 dice che Maria soffre la solidità del rovescio di Flavia e il campo davvero lento potrebbe favorire l’italiana. Lo ha fatto capire la stessa Maria che preferirebbe un campo assai più rapido.

Se la Radwanska, apparsa assai demoralizzata e sfiduciata dopo aver perso da Flavia – aveva condotto 5-3 e servito per il primo set sul 5-4 – battesse la Halep – e in fondo ci sta dato che stanno 4 pari nei confronti diretti e che la Radwanska ha un tennis intelligente che può dar fastidio alla rumena – ecco che le chances di Flavia aumenterebbero anche in caso di una mancata vittoria in due set sulla Sharapova. Anche una sconfitta in tre set potrebbe bastarle, teoricamente. “Basta con i conti, non ne posso più, ne ho fatti all’infinito per tutte questi utlime settimane” ha implorato Angelique Kerber subito dopo aver perso con la Muguruza per la quarta volta, nonostante innumerevoli occasioni per stare davanti sia nel primo sia nel secondo set. Come la Kerber la devono pensare in molte. Solo Maria non si è lamentata del calendario troppo pesante che contribuisce a provocare tanti infortuni (ogni anno di più e difatti il primo pensiero del nuovo CEO della WTA Steve Simon è quello “di trovare il modo di proteggere la salute delle ragazze; il calendario dopo l’US Open è troppo affollato, mi fa piacere che tutte cerchino di fare di tutto per qualificarsi per le finali WTA, però qualche modifica andrà fatta e ad esempio ritengo che le finali di Singapore dovrebbero essere il nostro ultimo evento e non il penultimo”). Maria Sharapova del calendario non poteva lamentarsi quest’anno… – “perchè io ho giocato poco, mi sono fatta male… e dopo Wimbledon non ho più ripreso che a Wuhan dove credevo di essere a posto e invece ho scoperto che non lo ero. Poteva accadere anche qui… per questo sono molto ma molto contenta di aver vinto le prime due partite…– ha aggiunto rispondendo all’osservazione (da me riferita) di Flavia Pennetta: “Se Maria è venuta fin qui vuol dire che si sente al 100 per 100, altrimenti non veniva!”.

Come sapete Flavia al momento ha una vittoria e una sconfitta, due set vinti e due set persi. Riuscire a battere Maria stavolta in due set, contemporaneamente ad una vittoria della Halep in 2 set sulla Radwanska, significherebbe che anche la Halep avrebbe vinto 4 set e perso 2 come Flavia, mentre Maria a quel punto avrebbe 4 set all’attivo e 3 al passivo. In realtà tutte le combinazioni prevedono 16 situazioni diverse! Roba da… Masters. Rino Tommasi ha speso una vita a contestarne la formula, sostenendo che il tennis prevede l’eliminazione diretta e non deve prevedere altro. Le sue ragioni non sono mai riuscite a prevalere. Il Masters è show business, è il solo torneo nel quale lo spettatore – allo stadio e davanti alla tv – è sicuro di vedere ciascun top-player almeno tre volte e contro gli avversari più forti. Per questo questa formula, che pure ha visto mille volte lo stesso giocatore/giocatrice, vincere nel round robin e poi perdere dallo stesso avversario in finale, non morirà mai.

Nel gruppo bianco la Kvitova combatte più con sé stessa che con le avversarie. Quando vinse il suo primo Wimbledon – e figuriamoci dopo il secondo – io ero convinto che sarebbe diventata la n.1 del mondo. E invece, e non solo per la mononucleosi che l’ha colpita fra Parigi e Wimbledon, non è stato così. Per me quando lei gioca al meglio è la più forte di tutte. E un Masters lo ha già vinto. Però non le capita spesso di giocare come potrebbe. In questo momento la Muguruza sembra la tennista più solida e forte di tutte. Dalla sua ha una grande convinzione. Eppure la Kvitova secondo me ha un potenziale superiore… che però difficilmente emergerà in questa fase finale dei round robin, perchè a) non è ancora a posto fisicamente b) questa superficie è troppo lenta per esaltare le sue caratteristche tecniche. Petra era quasi dispiaciuta di aver battuto per l’ottava volta, e sempre con punteggi simili la Safarova che pure era stata anche avanti di due break nel primo set. Le due ragazze si sono conosciute nel 2007, otto anni fa quindi, quando Petra aveva solo 17 anni e Lucie 20. Tutte e due talentuose… ma immature. “Prima di scendere in campo eravamo negli spogliatoi a chiacchierare come se nulla fosse, non come se dovessimo sfidarci”, ha raccontato Petra. E le ha fatto eco Lucie che non sa capacitarsi del tutto per il fatto che alla fine è sempre lei quella che perde: “Petra gioca meglio i punti importanti, quelli finali, evidentemente… meglio giocarci accanto in Fed Cup, che da avversarie, questo è sicuro!” E Petra: “Lucie è una brava persona ed è stato triste ritrovarsi nello stesso gruppo qui, siamo davvero buone amiche! Ma quella di oggi per noi che avevamo perduto il primo match era come una finale…”. E contro la Muguruza sarà un’altra finale, del tutto inedita però. La ragazza spagnola, dacché ha raggiunto la finale di Wimbledon, viene considerata ovunque come una potenziale futura n.1 del mondo. Intanto è già n.3. Mica poco. Dopo Wimbledon si è stranamente separata dal suo coach, e in Asia ha cominciato a lavorare, con eccellenti risultati, con Sam Sumyk. Qualche settimana fa ha vinto a Pechino il suo primo torneo Premier. E ha continuato a giocare e vincere singolari e doppi… con la Suarez Navarro, anche se non sa ancora se continuerà a giocarli anche l’anno prossimo. “Giocare il doppio mi ha aiutato a migliorarmi a rete… Con Carla parleremo sul daffarsi, le cose sono cambiate un pochino anche per lei dacchè decidemmo di provare a giocare in coppia per un paio di anni. Se giocheremo insieme in Australia? Non lo so davvero…”.

Anch’io sui conti vorrei…comportarmi come la Kerber. Basta non se ne può più. E mi affido allora a chi li sa fare fra i collaboratori di Ubitennis. M anche a voi lettori.

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