WTA Finals interviste, A. Radwanska: "Non importa chi affronterò in finale, me la giocherò alla pari"

Interviste

WTA Finals interviste, A. Radwanska: “Non importa chi affronterò in finale, me la giocherò alla pari”

WTA Finals, A. Radwanska b. G. Muguruza-Blanco 6-7(5) 6-3 7-5. Leggi l’intervista postpartita ad Agnieszka Radwanska!

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Congratulazioni.
Grazie a tutti.

Raramente ti abbiamo vista così emozionata dopo un match, ci puoi parlare delle tue emozioni? Eri così perché hai raggiunto finale, per la settimana vissuta, per l’intera stagione?
Si, un po’ di tutto quello che hai detto, ero così felice di aver vinto il match. Come ho detto prima (durante l’intervista post-match, ndr.) non mi aspettavo di raggiungere le semifinali e ora sono addirittura in finale. Ho disputato un gran match, ho sentito molta emozione durante le tre ore di partita. Sono sollevata di avercela fatta e di aver vinto.

Devi essere soddisfatta del modo in cui hai giocato, persino quando hai sprecato il vantaggio che avevi in tutti e tre i set. Pure nel primo set eri sopra nel punteggio e l’hai perso al tie-break. Parlaci di come sei riuscita a reagire.
Ho giocato molto bene durante il primo set, ma non sono riuscita a sfruttare le occasioni. Ovviamente avrei voluto vincerlo. E’ sempre difficile tornare in careggiata dopo set del genere; Credo che sia il simbolo di queste WTA Finals, devi lottare fino alla fine. Naturalmente io e la Muguruza abbiano disputato un paio di match molto tirati a Wimbledon e a Pechino: in entrambi i casi ho perso e questa partita non si è discostata dalle precedenti. Giochiamo sempre match lunghi tre ore, ci sono abituata. Questa volta sono felice di aver vinto, sono in finale alle Finals per la mia prima volta.

Dando un’occhiata alle tue gambe e a tutte le fascette che hai sembra che giochi con qualche guaio fisico di troppo. Ci puoi parlare dei dolori che avverti al momento?
Sì, la mia gamba mi crea qualche piccolo problema, immagino che sia a causa dei tanti match disputati nelle ultime settimane. A volte mi preoccupa ma comunque mi permette ugualmente di giocare il mio miglior tennis, come oggi. Certamente avrò queste fasciatura anche domani, ma fin quando vinco lo stesso…

Ubaldo Scanagatta – Qual è stato il punto di svolta della settimana? Lo svantaggio recuperato al tie break contro la Halep dove eri sotto 5-1 o dopo? Se dai uno sguardo agli ultimi 3-4 giorni quando pensi che sia arrivata la svolta?
Credo che quel tie-break a cui ti riferisci abbia fatto la differenza, specialmente aver recuperato da 5-1 ha fatto scattare in me qualcosa e mi ha dato una spinta a vincere il match contro Simona. Devo dire di esser stata leggermente fortunata per il fatto che Maria abbia vinto il suo match (contro Flavia Pennetta,ndr.) permettendomi di raggiungere la semifinale. Questo è l’unico torneo dove tutto può cambiare da un giorno all’altro, quindi ovviamente è stata una gran soddisfazione per me e anche per Petra. Ho sfruttata alla grande la mia occasione raggiungendo per la mia prima volta la finale in questo torneo.

Ubaldo Scanagatta – Flavia Pennetta è ora in volo, domani arriverà in Italia e dirà: “Ma guarda! L’ho battuta 64 76 o qualcosa del genere e ora è in finale”. Questo ti cambia il modo in cui giudichi il torneo?
Come ho detto prima questo è l’unico torneo dove puoi perdere un match e portare ugualmente a casa il trofeo, solo qui può succedere! L’ho già detto sono stata molto fortunata.

Sei conosciuta nel circuito per i tuoi Hot Shots, a volte sembra che tu vada contro le leggi della fisica. Ti sorprendi di quello che riesci a fare?
Si, a volte dico fra me e me “Oddio, cosa ho fatto! E’ dentro” ma nel tennis non hai tempo per pensare, è tutto così veloce. E’ solo la reazione di un secondo. Non abbiamo nemmeno il tempo per prendere una decisione che già devi colpire la palla: però sì, sono entusiasta quando mi riescono questi colpi. (Sorride, ndr.)

Dopo la tua sconfitta al 1T al Roland Garros (contro la tedesca Beck, ndr.) c’è stato un momento in cui ti sei seduta con il tuo team e avete discusso di come avresti voluto giocare il resto della stagione? E ora credi che farete un altro briefing per questa finale?
Assolutamente no. I primi mesi sono stati molto difficili, certamente non mi sarei aspettata di stare qui con voi in questo momento il giorno prima della finale. Credo che tutto sia cambiato con l’inizio della stagione su erba. Ho giocato molto meglio, ero molto più consapevole dei miei mezzi in campo, mi sentivo meglio. Credo che mi abbia aiutato molto vincere partite molto dure e combattute. Non ci sono match facili, specialmente nei grandi tornei. Nei momenti più importanti ho sempre preso le decisioni giuste e ho giocato come dovevo, ecco perché adesso mi trovo qui.

Ovviamente ancora non sappiamo contro chi giocherai domani. Ci puoi dire qualcosa delle protagoniste dell’altra semifinale? Specialmente se dovessi giocare contro Maria, cosa cercherai di cambiare nel tuo gioco, quali aspetti positivi e negativi ti porterai del vostro precedente scontro?
A essere onesta non m’importa chi affronterò. Sono entrambe delle grandi campionesse, entrambe hanno la stessa possibilità di vincere quindi non possiamo saperlo. Contro Maria è stata una vera battaglia; ho avuto le chance di vincere ma non ce l’ho fatta. Ogni partita ha una storia a sé, quindi non importa se abbiamo già giocato prima, si riparte sempre da zero. Riguardo Petra siamo sempre capitate nello stesso gruppo delle Finals, quindi eventualmente per la prima volta ci affronteremmo in finale. Sono sempre dei bei match contro Petra. Ripeto, non m’importa chi affronterò. Non ho niente da perdere, spero solo di giocare allo stesso livello di oggi.

Hai perso contro la Muguruza ben quattro volte prima di oggi. Hai cercato di modificare qualcosa, di adottare un’altra strategia?
Sinceramente no. Come ho già detto gli ultimi due match sono stati molto lottati, delle autentiche battaglie. E’ difficile parlare di un’altra strategia in queste circostanze. Nelle partite precedenti ho giocato peggio un paio di punti decisivi e pure in alcune partite di questo torneo mi è capitato, questa volta no. Ho disputato match combattuti e credo che in questi casi devi fare di tutto per sfruttare le occasioni che ti si propongono.

Che valore assume questa finale per te? Queste ultime settimane ricche di successi rivaluta in parte la tua stagione?
Decisamente sì! Sono estremamente felice di aver raggiunto questa finale, i tornei asiatici mi hanno riservato tantissime soddisfazioni. Sono entusiasta di aver continuato a giocare a un livello così alto fino alla fine.

Garbine ha detto che ti chiama La Profesora. Che ne pensi di questo soprannome e tu come la chiameresti?
Ho già sentito questo soprannome da Flavia e dal suo coach molti anni fa, mi faceva sempre ridere, mi piace molto. Credo che sia bello sentirlo specialmente da giocatrici come loro. Riguardo il soprannome di Garbine, bella domanda! Penso a una bomba perché è molto esplosiva in ogni punto; che sia dritto, rovescio, servizio, risposta, tutto ritorna molto velocemente. Credo che Bomber le stia bene. (Risata, ndr.)

E’ la tua settimana partecipazione alla WTA Finals. Credi che stai giocando meglio ora rispetto alle altre sei volte o pensi che sia solo dovuto a fortunate coincidenze?
Come hai detto tu per raggiungere la finale in uno Slam o in  tornei così prestigiosi tutto deve andare per il verso giusto. A volte giochi bene ma incappi in giornate sfortunate, può capitare che ci siano delle giocatrici che giocano meglio contro di te e altre volte che incontri in tabellone avversarie con uno stile di gioco che non ti impensierisce. Tutto deve andare per il meglio per raggiungere l’atto conclusivo del torneo. Ho pensato di essere già fuori dopo le prime due sconfitte. Ora sono qui e sono stata molto fortunata poiché altre giocatrici abbiano fatto il loro lavoro in maniera tale che io raggiungessi le semifinali. Ovviamente devi pure giocare un grande tennis, in questo torneo siamo pur sempre le migliori otto al mondo.

Ubaldo Scanagatta –  Qual è il miglior anno di Agnieszka Radwanska?
Il miglior anno?

Ubaldo Scanagatta – Sì, è il 2015? 2014? 2013? Per te quando hai giocato meglio e ottenuto i risultati migliori?
E’ difficile sceglierne uno, specialmente quando hai ottenuto una finale Slam nel 2012 e vinto a Miami lo stesso anno. Posso dire che il 2012 sia stata una delle mie migliori stagioni, forse la migliore in assoluto…

Hai parlato della Muguruza come una bombardiera, ci puoi dire altro del suo gioco? Tutte dicono che è difficile affrontarla, perché?
Come ho detto è una giocatrice molto solida e potente; non è una che tira una palla dentro e la successiva la tira fuori, è molto costante. Gioca sempre a un livello molto alto, non ha molti alti e bassi. Entra in campo e dà il massimo dall’inizio alla fine senza mollare mai. E’ difficile dire qualcosa dal punto di vista tattico perché bisogna giocare sempre in maniera molto aggressiva per battere giocatrici come Garbine.

C’è qualche differenza tra le sensazioni e lo stato d’animo provati oggi rispetto a quando sei arrivata in finale a Wimbledon?
Ci dovrebbe essere qualche differenza?

Tu credi che ci sia?
Sono emozioni abbastanza simili, entrambi sono dei grandi tornei. Certo, qualcosa di diverso si prova, non è uno Slam ma è pur sempre uno dei tornei più prestigiosi dell’anno, domani avrò un’altra grande chance e un’altra giornata importante. Non ho mai vinto qui, magari domani è la volta buona.

Traduzione a cura di Benedetto Napoli

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