AO interviste, Hewitt: "Sono felice di aver concluso la mia carriera come e dove volevo"

Interviste

AO interviste, Hewitt: “Sono felice di aver concluso la mia carriera come e dove volevo”

Australian Open interviste, secondo turno. D. Ferrer b. L. Hewitt 6-2 6-4 6-4. L’intervista del dopo partita a Lleyton Hewitt

Pubblicato

il

 

Qual è l’emozione prevalente in questo momento?
È strano. Sul campo ti passano per la testa tante di quelle cose. Cerchi di incamerare tutto ciò che puoi, per un’ultima volta. C’era un’atmosfera incredibile: alcuni boati sono stati tra i più grandi che abbia mai sentito, ho avuto la pelle d’oca tutto il tempo. Ovviamente anche guardare quel video, sentire il modo in cui gli altri giocatori parlano di te, è molto emozionante. Quando poi torni nello spogliatoio, te ne rendi ancora più conto. Stare con i miei amici più cari e con il mio staff che mi ha aiutato in tutti questi anni è stato strano, perché da un lato ti dispiace dover smettere, ma al tempo stesso sei orgoglioso di tutto ciò che hai fatto.

Ci sono state lacrime?
Non so. Magari qualcuna (sorride).

Sono state dette molte belle cose su di te: tu hanno definito l’incarnazione dello sport australiano. Sei diventato una specie di patrimonio nazionale. Come lo vivi?
Non ho letto niente ma, come ho detto a fine partita, questo mese è stato incredibile. Ne ho amato ogni singolo secondo. Ho tentato di assaporare tutto e di divertirmi, ma al tempo stesso di scendere in campo e giocare bene, rimanendo concentrato. Ho amato ogni singolo minuto in cui ho giocato per l’Australia, in verde e oro. Non solo quando ho giocato la Davis: per me è sempre un orgoglio essere australiano e rappresentare questa grande nazione, e l’amore e il supporto che ho ricevuto durante la mia carriera, e specialmente negli ultimi anni, è stato incredibile.

Domani c’è il doppio, ma per stasera c’è in programma qualcosa di speciale? Per celebrare l’occasione.
Non che io sappia. Ho visto Grothy nello spogliatoio e mi ha già parlato degli orari di allenamento di domani. Una birra tranquilla, niente di più.

Nessuno in Australia ha creduto alla proprie orecchie quando ti sono stati chiamati due falli di piede. Tu cosa hai pensato?
Il secondo è arrivato in un momento molto frustrante. Ero lì lì per poter rientrare nel terzo set. Ma non avrebbe fatto differenza nel complesso della partita.

David era un avversario complicato contro cui giocare l’ultimo match. Quanto è stato difficile affrontarlo?
È un giocatore di qualità, ha avuto un altro anno di grande livello. Ha giocato le ATP Finals. Oggi non mi ha concesso molte opportunità, per me è sempre stato difficile tenere il servizio. Non mi ha mai regalato dei punti, ma è per questo che ha avuto una grande carriera: è andato a tanto così dal vincere un major.

Quando Nick dice che dovresti continuare, che sei il miglior giocatore d’Australia, cosa pensi? Credi che questo sia un buon momento per smettere?
Sì, ho deciso. Ho anche spremuto il mio corpo fino in fondo, mi sono spinto al limite. Non vedo l’ora di iniziare una nuova fase della mia carriera lavorativa, aiutando questi ragazzi, tra cui Nick, a far bene.

Hai iniziato a giocare in un altro secolo. Ti sembra che siano passati cent’anni?
Quando vedo filmati di me contro Bruguera, sì. Portavo vestiti larghissimi, avevo 15 anni e probabilmente ne dimostravo 10. Vedo vecchie conferenze stampa e non me le ricordo per niente. Sono un po’ imbarazzanti.

Tu avevi 15 anni. Quanti pensi che ne avrà Cruz al suo debutto?
Spero 14. Spero che mi batta. Vedremo. Spero che riesca a giocare questo torneo, se vorrà.

Sapevi che sarebbero arrivati i bambini sul campo?
No, non capiva cosa stesse accadendo. Era tutto un po’ confuso, sono abituato a prendere la mia borsa e uscire dal campo. Craig Tiley mi si è avvicinato e mi ha chiesto se potevo rimanere sul campo a parlare. Per me è stato fantastico, perché ho avuto la possibilità di ringraziare il pubblico un’ultima volta.

Qual è un ricordo che ti porterai dietro, tra tutti? I due Slam, la Davis, il comeback contro Federer?
La semifinale di Davis, ma anche la finale contro la Spagna in cui ho battuto Ferrero in cinque set il primo giorno. Molti dei ricordi migliori riguardano la squadra, Mark Philippoussis. E ovviamente le vittorie Slam.

Quanto è stato difficile mantenere la forma fisica necessaria negli ultimi anni di carriera?
Invecchiando diventa più difficile. Ci vuole più tempo per recuperare e assicurarsi di non avere ricadute. Ho un grande team e considerata la mia età sento di muovermi ancora bene. Posso ancora reggere cinque set contro bravi giocatori. Di sicuro diventa più difficile riprendersi in due giorni.

Roger a New York ha detto che hai portato il tennis a un altro livello e che gli hai insegnato molto. Credi di aver influenzato il gioco?
Può darsi. Credo che i giocatori da fondo abbiano iniziato a crederci un po’ di più quando hanno visto che io ce la facevo, specialmente su tutte le superfici. C’è stato un cambiamento radicale nel modo di giocare a tennis, soprattutto sull’erba. Con l’eccezione di Agassi nel ’92, non c’erano mai stati molti giocatori che se ne stavano a fondo campo. Credo che in molti abbiano capito grazie a me che era possibile. Poi ovviamente sono arrivati anche altri giocatori e Roger ha portato tutto a  un altro livello.

I giocatori in questi giorni devono affrontare domande sulle partite truccate. Cosa ne pensi?
È una buffonata. So che è stato fatto anche il mio nome: penso che nessuno qui ci possa credere, è ridicolo. Se qualcuno intende insistere con questa storia, buona fortuna. Si faccia avanti. Fare il mio nome rende tutto una farsa.

A nessuno piace smettere con una sconfitta, ma sei felice di come è andata, con il video, i bambini e tutto il resto?
Sono stato fortunato a poter scegliere quando ritirarmi. Non succede a tutti, specialmente negli sport di squadra in cui il tuo ritiro può di fatto essere deciso dall’allenatore, se non ti fa giocare. Sono riuscito a finire qui all’Australian Open e sono molto contento di come è andata.

Craig Tiley: Prima di tutto grazie, Lleyton, il più grande lottatore dello sport australiano. Da parte di tutto il mondo del tennis, grazie per essere chi sei, per ciò che hai fatto e per ciò che farai. Complimenti.
Grazie a voi.

Traduzione di Gaia Dedola

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement