Clamoroso caso doping. Sharapova shock «sono positiva ed è colpa mia» (Lopes Pegna, Zanni, Clerici, Rossi, Piccardi, Semeraro, Lombardo, Losi)

Rassegna stampa

Clamoroso caso doping. Sharapova shock «sono positiva ed è colpa mia» (Lopes Pegna, Zanni, Clerici, Rossi, Piccardi, Semeraro, Lombardo, Losi)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Clamoroso caso doping. Sharapova shock «sono positiva ed è colpa mia»

 

Massimo Lopes Pegna, la Gazzetta dello sport del 8.03.2016

 

Il web, pettegolo tam-tam dell’era moderna, già mormorava da ore. Ma per una volta è andato completamente fuori strada. Le ipotesi sul perché Maria Sharapova, cinque volte numero uno del mondo e vincitrice di cinque tornei del Grande Slam, avesse organizzato una frettolosa conferenza stampa in un hotel a down-town Los Angeles erano molteplici: il suo possibile ritiro, un’assenza temporanea dai campi o più semplicemente la presentazione di una nuova linea di caramelle. Fin dal momento in cui la bella Maria è arrivata davanti al microfono, con sette perdonabili minuti di ritardo, elegantissima come sempre in pantaloni e camicetta nera, si è capito che si trattava di una ragione molto più seria. Faccia scura, nessun son-i *** so, attaccava senza preamboli: «Vi ho chiamati per dirvi che due giorni fa ho ricevuto una lettera della Itf (International Tennis Federation, ndr) in cui mi veniva comunicato che avevo fallito un test antidoping agli Australian Open. Il medicinale incriminato si chiama Mildronate, la sostanza Meldonium, e mi viene prescritta dal mio dottore da dieci anni per motivi di salute». DORMA Numerosi sospiri, la voce che si incrinava, costretta a interrompersi per alcuni istanti. Spiegava: «Per dieci anni questa medicina non ha fatto parte della lista delle sostanze proibite dalla Wada, ma dal 1 gennaio il regolamento è cambiato ed è stata bandita». Occorreva un’altra pausa alla tennista più vincente fra quelle in attività dopo le sorelle Williams. Riprendeva: «Sono sempre stata onesta nel corso della mia lunga carriera, una seria professionista. Ma adesso ho commesso un terribile errore di cui mi assumo piena responsabilità. Mi dispiace deludere i miei tifosi e lo sport che ho amato fin dall’età di 4 anni, quando ho impugnato per la prima volta una racchetta. Ora spero di poter avere un’altra chance e di non dover concludere la carriera in questo modo». VERDE Neppure lei conosce quale sarà il verdetto, se verrà trattata con comprensione o se dovrà scontare per intero i due anni previsti in queste circostanze. Anche se per questa particolare sostanza potrebbe rischiarne solo uno: «Le conseguenze? Ancora non so niente ed è tutto nuovo per me». Intanto è stata sospesa dall’Itf a partire dal 12 marzo. Il mea culpa è totale e sicuramente aiuterà la causa. Ma com’è potuto accadere? Spiegava Maria: «Ho ricevuto una lettera della Wada il 22 dicembre scorso in cui si annunciava il cambio delle regole e un link in cui si elencava la nuova lista di sostanze proibite, ma non l’ho letta. Per questo devo assumermi piena responsabilità di quanto è successo. Questo è il mio corpo e io sono l’unica che risponde di ciò che ingerisco». Chiariva: «Dal 2006 ho iniziato ad ammalarmi spesso. Influenza e una carenza di magnesio dovuta a un principio di diabete ereditario. Il Mildronate era solo una delle medicine che mi erano state prescritte dal mio medico personale. Ho continuato a prenderla perché mi faceva star bene». IL PROCESSO SPORTIVO …..

Sharapova «Positiva all’antidoping»

 

Roberto Zanni, il corriere dello sport del 8.03.2016

 

«Sono risultata positiva a un controllo anti doping agli Australian Open». Lo ha detto con la voce bassa Maria Sharapova da un albergo di Los Angeles dove la breve conferenza stampa è stata trasmessa in streaming ieri, quando in Italia era già sera, sul suo sito. Un annuncio choc, con le parole che ogni tanto erano avvolte dalla commozione. «Ho rattristato i miei tifosi, il mio sport che amo così profondamente, so che con questo caso dovrò affrontare delle conseguenze e non voglio finire la mia carriera cos). Davvero spero di avere un’altra possibilità per poter giocare di nuovo». L’ERRORE. La positività della Sharapova è stata riscontrata per l’assunzione di un medicinale, il Mildronate, che dall’ 1 gennaio di quest’anno, sotto il nome di Meldonium, è stato aggiunto nella lista dei farmaci proibiti della WADA. «L’ho preso per dieci anni – ha spiegato la tennista russa – mai ero risultata positiva e non sapevo delle conseguenze. Quando il 22 dicembre ho ricevuto la lettera della ITF (International tennis Federation) che annunciava i cambi, con un link a cui fare riferimento, non l’ho letta. Affronto la mia carriera con grande responsabilità e professionalità. Ho fatto un grande errore. La colpa è mia, il corpo è mio e la responsabilità è mia». Un pausa poi ancora a cercare di spiegare cosa è successo. «E dal 2006 che prendo questo medicinale, assieme ad altri, prescritti dal mio medico. Mi veniva spesso l’influenza, e avevo anche una carenza di magnesio che era stata collegata a un principio di diabete ereditario». Il Meldonium è realizzato in Lettonia, si usa per trattare l’angina e più in generale problemi miocarditi, è usato in Lituania e dalle federazioni russe, ma era anche un supplemento popolare nei Paesi dell’ex Unione Sovietica. Negli Usa, solo per fare un esempio, non è tra i prodotti approvati dalla Food and Drug Administration. DUB8L L’annuncio della Sharapova è arrivato poche ore dopo che anche la pattinatrice Ekaterina Bobrova aveva dichiarato la sua positività, per lo stesso prodotto. Medesima sorte era capitata in precedenza a due atleti di biathlon dell’Ucraina. Il Meldonium è stato inserito nella lista dei prodotti vietati perchè migliora il metabolismo e l’approvvigionamento energetico dei tessuti. Possibile che ne fosse davvero all’oscuro? In definitiva si tratta di una nuova bufera sullo sport russo, che, almeno per quello che riguarda l’atletica leggera (la federazione è interdetta dalle competizioni internazionali) sta ancora rischiando di non essere ammesso alle prossime Olimpiadi. L’ennesima conferma che c’è davvero qualche cosa che non va nello sport della Russia e spesso anche in alcuni Paesi dell’ex URSS? Non importa se Maria non lo sapeva, ma visto che si tratta del primo incidente da quando aveva 14 anni, ne compirà 29 in aprile, la condanna, che potrebbe essere di due anni, alla fine dovrebbe essere ridotta a un periodo variabile tra i tre e i sei mesi e una mano l’avra anche dal fatto di aver ammesso, senza cercare appigli, le proprie responsabilità. «Se avessi voluto annunciare il mio ritiro – ha detto a un certo punto Maria, visto si vociferava di un suo possibile addio al tennis – non l’avrei fatto in un hotel di dowtown Los Angeles e su un tappeto così triste». Un tentativo di battuta che non è riuscito a spezzare il velo di tristezza che ha accompagnato l’annuncio. Così è stato chiaro anche il motivo che l’ha costretta alla rinuncia a Indian Wells, non solo i problemi all’avambraccio sinistro, appena tre tornei negli ultimi otto mesi, ma il responso-choc degli Australian Open, chiusi con la solita sconfitta, nei quarti con Serena Williams. E le ripercussioni potrebbero essere anche economiche: da 11 anni è l’atleta donna che guadagna di più (nel 2015 quasi 30 milioni di dollari), ora gli sponsor potrebbero ripensarci

 

La caramella a avvelenata di una Dea

 

Gianni Clerici, la Repubblica del 8.03. 2016

 

Eravamo tutti in attesa, noi tennisfili, di una clamorosa notizia che riguardava Maria Sharapova, la settima tennista del mondo per il Computer, la prima per Bellezza, Fascino, Ricchezza. Ci domandavamo se la notizia dovesse, al massimo, aver a che fare con un suo ritiro, un matrimonio, una nuova caramella inventata dopo la già mitica Sugarpova. Non era una caramella, ma qualcosa di simile, diciamo una caramella avvelenata. Maria ne avrebbe ingerito più d’una nei giorni, nei mesi precedenti allo Australian Open, nell’occasione del quale gli esami della pipi, che immaginavo dorata , hanno rivelato la presenza di una sostanza proibita, qualcosa certamente utile al vecchio cuore dello scriba, ma anche ad una campionessa quale Sharapova. Niente di simile era ancora accaduto, nella storia del tennis, se non proprio nel corso degli stessi campionati australi, quando Petr Korda, un tipo che non arrivava mai al quinto vincente, aveva sorvolato il torneo lasciando sei games all’immacolato Rios, nel 1998, grazie ad aiuti infernali. Maria ha dichiarato che i contributi chimici riguardavano un suo vecchio problema con il diabete, ha aggiunto di non sapere che, in occasione dell’ultimo Australian Open, quel tipo di caramelle infernali, o forse iniezioni, fossero state proibite. Vedremo di che opinione sarà il tribunale. Per ora mi auguro soltanto che una simile Dea contemporanea non abbia avuto bisogno di Ambrosia illecita per saziare i suoi desideri.

 

Positiva all’antidoping. Sharapova: “E colpa mia”

 

Paolo Rossi, la repubblica del 8.03.2016

 

Un completo nero senza orpelli. Lo sguardo lontano, le mani sul petto. Sullo sfondo di una tristissima sala congressi di un hotel a Los Angeles di seconda categoria. Cosi Maria Sharapova perde la partita della vita, e dice: «Sono risultata positiva a un controllo antidoping a Melbourne». È il mondo che va in frantumi, quello della tennista russa certo, ma anche quello del tennis mondiale. Masha ci mette la faccia, almeno quello le va riconosciuto. Ha perfino creato l’evento, l’attesa, con l’anticipazione di un annuncio che aveva creato grande fermento nel mondo dei social: “Si ritira”. “È incinta”. “Ma no, è marketing”. Nel mondo chiunque aveva giocato a indovinare. Borsette, caramelle, nuove t-shirt, ma no, l’argomento doping no. Quello non era previsto. «Meldonium» dice, a bassa voce davanti ai giornalisti convocati in California, che si chiedevano il perché di quella location dalle tende color kaki davvero terribili. «Ho fatto un grande errore, mi prendo la completa responsabilità di quanto è accaduto. Utilizzo questo medicinale da dieci anni, si chiama Mildronate, e contiene il meldonium. Me lo ha sempre prescritto il medico di famiglia. Solo che a dicembre le regole Wada sono cambiate e il farmaco è stato inserito nella lista proibita. Io ho ricevuto una mail ma non ho aperto l’allegato e così ho continuato a usarlo. Ho deluso i miei fans, ho mancato di rispetto allo sport che mi ha dato tanto». Mezz’ora dopo l’annuncio dell’atleta, l’Itf ha emesso il suo comunicato: «In base all’articolo 8.1.1 del codice antidoping è sospesa dal 12 marzo». Due gli anni di stop (a meno di attenuanti): la russa ha giustificato l’uso del meldonium «per curarmi: mi ammalavo spesso e avevo una carenza di magnesio dovuta a un principio di diabete ereditario». Però nessuno, nel circuito, ne era a conoscenza, mentre questo farmaco, a livello terapeutico, abbassa i valori dell’emoglobina e migliora la fluidità del sangue, agendo anche – eventualmente – come coprente dell’Epo, tanto che dei pattinatori e dei fondisti di atletica sono recentemente caduti nella rete. «So che molti hanno pensato al mio ritiro, ma non voglio terminare così la mia carriera, mi auguro di poter avere un’altra possibilità. Quando deciderò di smettere spero di dare l’annuncio in un posto diverso da una sala congressi di un albergo con una moquette tosi orrenda…». Ma non ha riso nessuno. IQ. MELDOIIWM Abbassa i valori dell’emoglobina Il Meldonium, conosciuto anche come Mildronate, è in commercio dagli anni Ottanta. È prodotto in esclusiva da un’azienda lettone. Altera il metabolismo, abbassando i valori di emoglobina e migliorando la fluidità del sangue. Secondo alcuni medici viene usato come eventuale coprente dell’Epo. Per questa ragione, dal 1 gennaio 2016, il farmaco è finito nella lista nera, e dunque proibito.

 

L’annuncio di Sharapova «lo positiva al doping»

 

Gaia Piccardi, il corriere della Sera del 8.03.2016

 

La donna da copertina del tennis non è mai stata così stropicciata. Occhi bassi, mani in grembo, look da suffragetta, voce appena udibile. «Ho fatto un enorme errore. Lo scorso gennaio, all’Australian Open, sono risultata positiva a un test antidoping». Poi tenta l’ace al centro: «So che pensavate annunciassi la fine della mia carriera. Ma non è così che voglio lasciare il mio sport: non l’avrei mai fatto in questo squallido hotel del centro di Los Angeles, su questa orribile moquette». Nel giorno dell’annuncio del ritiro di Peyton Manning, il quarterback più amato degli Stati Uniti, Maria Sharapova si prende la scena. Oggi non ci sono avversarie da sconfiggere a racchettate né auto o caramelle Sugarpova da vendere. In diretta, annunciato al mondo con un’urgenza che da subito era parsa sospetta, va in onda lo spot triste della campionessa macchiata, la bionda siberiana infangata dalla peggiore delle infamie. Il doping. «La colpa è solo mia». Racconta di soffrire di problemi di salute dal 2006, di avere una storia famigliare di diabete. «Ero spesso malata, diabete. Ho assunto meldonio, ed è a questa sostanza che sono risultata positiva». Dieci anni senza un problema con l’antidoping. «E una medicina che continuo a prendere, è importante per la mia salute». Fino a Melbourne. «I122 dicembre 2015 ho ricevuto una mail dalla Wada. Mi avvisava che dal primo gennaio di quest’anno la lista delle sostanze vietate è cambiata. Con leggerezza, non ho approfondito: il meldonio è entrato tra i prodotti considerati doping». Maria ricaccia indietro le lacrime: «Qualche giorno fa mi è arrivata una lettera della Federtennis internazionale, con l’annuncio della positività. Uno choc. So di aver deluso tutti. Me ne assumo le conseguenze». Ci sarà una squalifica (in teoria rischia fino a quattro anni), che la pubblica confessione avrebbe lo scopo di addolcire. Sharapova, 28enne e con una lunga lista di infortuni alle spalle (è ferma dai quarti dell’Australian Open per un problema al braccio), spera non sia così severa da stroncarle la carriera. «Non è così che voglio lasciare» ripete, voltando le spalle alla telecamera. Il make up che Hollywood ha cucito su misura sul suo personaggio, l’emigrata russa cui gli Usa concedono la chance della vita, si sfalda. Lei, così prevedibile e robotica sul campo, è presa in contropiede dalle cose della vita. Ed è strano che nel tennis che ha sempre insabbiato i suoi dossier più scottanti (prima, durante e dopo Agassi) e coperto i reprobi dando in pasto al pubblico carneadi e pesci piccoli, a rimanere incastrata nella rete sia la donna-immagine della Wta, l’evoluzione 2.0 della campionessa: bella, brava (5 Slam, 21 settimane da numero i del mondo), gran successo in campo e negli affari. E il colpo di scena di una favola vera, la figlia unica di una famiglia scappata dalla nube di Chernobyl che si issa lassù dove l’aria è piena d’ossigeno, felicità e soldi; e quindi, finalmente, respirabile. L’attendevano a Parigi, dove pescando in fondo alla borsetta Vuitton l’umiltà di cui non la credevamo capace si è inventata due volte regina della terra. La volevano a Londra, sull’erba dove fiorì a 17 anni, prendendosi contratti e copertine. Le avrebbero fatto i ponti d’oro a Rio, dov’era pronto un attico con vista sull’oro olimpico che non le si è mai concesso. E infine a New York, la Big Apple ancora innamorata della nostra Pen-netta. Il film della Sharapova s’interrompe qui, senza certezze per il futuro. Rischiano le sponsorizzazioni, gli impegni già presi, il volume d’affari di una tennista che fattura come una multinazionale: pur avendo vinto infinitamente meno di Serena Williams (21 Slam e 19 vittorie in 21 precedenti con Maria, i8 delle quali consecutive), la russa ha sempre guadagnato di più. Donna da 3o milioni di dollari a stagione. Un sorriso che incanta merchandising e maschi. Dopo il flirt con Adam Levine, frontman dei Maroon 5, è stata fidanzata con un produttore americano (Charlie Ebersol), un cestista Nba (Sasha Vujacic) e un collega, il bel bulgaro Gregor Dimitrov, sfilato proprio dalle grinfie di Serena, che non gliel’ha mai perdonato. Le conseguenze immediate ci riguardano: senza Maria, Roberta Vinci (numero io) salirà in classifica. Ma che tristezza quel giglio bianco calpestato. Gala Plccardl III fauna II Meldonium, il farmaco a cui è stata trovata positiva Maria Sharapova, prodotto in Lettonia dalla casa farmaceutica Grindeks e abitualmente usato nelle Repubbliche dell’ex Urss, è un farmaco anti-ischemico utilizzato per combattere l’angina e l’infarto del miocardio.

 

Sharapova, parole choc “Positiva all’antidoping ma non chiuderò così”

 

Stefano Semeraro, la Stampa del 8.03.2016

 

Già: un set improvvisato e dozzinale, troppo poco glamour e sottocosto per una diva come Maria Sharapova, che ieri sera è riuscita di nuovo a stupire il mondo annunciando, con la voce crepata dall’emozione, di aver fallito un test antidoping durante gli ultimi Australian Open, a gennaio. È risultata positiva al Meldonium, un farmaco anti-ischemico che, secondo quanto sostiene Maria la siberiana, ha «utilizzato per anni, su prescrizione del mio medico, perché soffro di carenza di magnesio e ho molti casi di diabete nella mia famiglia». Altro scandalo russo Peccato che si tratti dello stesso farmaco, proibito dalla Wada, l’agenzia antidoping mondiale, per cui sono stati squalificati di recente la pattinatrice Ekaterina Bobrova e il ciclista Eduard Vorganov, russi come la ex numero 1 del mondo, che da oltre 20 anni vive e si allena negli States ma alle prossime Olimpiadi sarebbe sfilata sotto la bandiera del suo Paese di nascita, travolto l’estate scorsa da un colossale affaire-doping nell’atletica. «Era una sostanza consentita fino allo scorso 1º gennaio», ha spiegato quasi in lacrime Sharapova durante la conferenza da lei stessa convocata e che tutti avevano collegato a un possibile e clamoroso ritiro. «Il 22 dicembre la Wada mi ha comunicato una lista aggiornata delle sostanze proibite, ma io non ho letto la mail. In tutta la mia vita sono stata sempre molto professionale, stavolta ho commesso un errore deludendo i miei fan e danneggiando il tennis. Me ne assumo tutta le responsabilità». Fenomeno planetario Mai vista una Sharapova così umiliata, lei che in campo è abituata a grugnire a 90 decibel e secernere arroganza dall’alto dei suoi biondissimi 188 centimetri. Più che una campionessa un’icona, più che una donna un marchio. Più che una tennista, ormai, a quasi 29 anni, una vera e propria azienda capace di pro- durre un fatturato di 23 milioni di dollari in soli contratti pubblicitari – che da anni fa di lei l’atleta più pagata al mondo nella lista di Forbes – una business-woman che da due anni ha lanciato una linea di caramelle, le Sugarpova, capaci di imporsi istantaneamente sul mercato dei dolciumi. Una carriera sfolgorante che l’ex ragazzina di Nyagan, scampata ai fumi tossici di Cernobil quando era ancora nella pancia di mammà e trascinata quasi infante in Florida, alla corte di Bollettieri, dal terribile papà Yuri, si era costruita con talento e ferocia infinita, raccogliendo 35 tornei, fra i quali 5 Slam, il primo a soli 17 anni in una indimenticabile finale di Wimbledon scippata a Serena Williams. Precedenti illustri Il tennis in passato ha conosciuto altri scandali doping, da quello coperto e autodenunciato (a carriera finita) di Andre Agassi, a quello «silenziato» per mesi di Marin Cilic (che simulò un infortunio a Wimbledon), a quelli per cosiddette droghe «ricreative», cocaina e affini, di Mats Wilander, Yannick Noah, Martina Hingis e Richard Gasquet, e tanti sospetti. Mai però una stella di prima grandezza e in attività era stata beccata con le mani sporche di marmellata. Masha, che ha avuto una carriera piagata dagli infortuni (specie alla spalla, con due operazioni) e negli ultimi otto mesi ha giocato appena 3 tornei, ritirandosi pochi giorni fa da Indian Wells dopo aver sfilato sul red carpet degli Oscar a fianco di Roger Federer, proprio grazie al suo atto di contrizione rischia probabilmente una pena mite, tre-sei mesi di squalifica. «Spero che mi venga data un’altra chance», ha esalato lacrimante. Troppo brutta, quella moquette, per finirci una carriera come la sua.

 

Sharapova choc: «Positiva all’antidoping»

 

Marco Lombardo, il giornale del 8.03.2016

Camicetta scura, dietro di lei una tenda di stile vagamente sovietica, ai suoi piedi una moquette inguardabile: non certo il posto giusto per fare grandi annunci. «Se fossi qui per dire che mi ritiro, avrei scelto un altro tappeto» cerca di scherzare Maria Sharapova, quando già però ha messo sottosopra il tennis mondiale: «Agli Australian Open ho fallito il test antidoping». Bum. Ecco dunque il perché della misteriosa conferenza stampa, convocata all’improvviso e mandata in onda dalla California tramite il suo sito personale. Maria, faccia tesissima e bigliettino in mano, non ha cercato scorciatoie: «Ho commesso un grave errore, di cui mi sono presa la responsabilità. Dal 2006, su consiglio dei medici, prendo un farmaco che si chiama Meldonium, conosciuto anche come Mildronate. Allora avevo problemi di salute e siccome ho una familiarità con il diabete, i dottori me lo hanno prescritto. Lo assumo regolarmente, solo che dal 1 gennaio è diventato illegale e io non lo sapevo: il 22 dicembre mi è stata mandata una mail con la lista di farmaci proibiti, ma io non l’ho guardata. Ed è questo il mio sbaglio: si tratta della mia salute e del mio corpo, non posso scaricare su altri le mie colpe». II finale è ovviamente strappacuore («ho deluso i miei fan, ho deluso il tennis, non voglio finire così la mia canem e spero mi vengo data un’altra possibilità»), ma il futuro è più nero della camicetta: «Sto collaborando con le autorità» ha detto Maria. Ma i dubbi restano. Per esempio: il Mildronate è una medicina prescritta per problemi neurologici, per prevenire ischemie e infarti, e – assodato ad altri farmaci – come cura per il diabete. Basta una familiarità per doverlo prendere? E d’altro canto aiuta a superare stress e fatica dando ma ore reattività nervosa per questo è stato bandito dalla Wada, ma soprattutto è entrato nello scandalo doping della Russia, bandita (fino ad ora) dal Cio. Tanto che la Rusada, l’agenzia russa, aveva avvisato già il 30 settembre con tanto di punti esclamativi del cambio di rotta. Il medicinale, che in Italia è fuori commercio, fa fare affari d’oro in Lituania, dov’è prodotto. E il caso vuole che proprio ieri la stella del pattinaggio russo Ekaterina Bobrova abbia annunciato la positività allo stesso. Naturalmente pure lei non sapeva. Insomma: per ora la Sharapova – se ha ragione – rischia dai 3 ai 6 mesi di stop, forse le Olimpiadi visto che sarà sospesa dal 12 marzo. Ma da ieri sera la regina glamour del tennis ha smarrito la sua corona.

Maria Sharapova ammette: positiva all’antidoping. “Ho fatto un grande errore”

Mattia Losi, Il Sole 24 Ore del 8.03.2016

Maria Sharapova ha ammesso di aver fatto ricorso a una sostanza vietata dall’anti-doping. «Ho commesso un grande errore», ha detto la tennista, che ha annunciato di aver ricevuto una lettera dalla Federazione internazionale del tennis. L’utilizzo della sostanza dopante è avvenuto durante i recenti Australian Open. La tennista, visibilmente commossa, ha detto durante una conferenza stampa a Los Angeles che si assume tutte le responsabilità per l’errore. «Ho deluso i miei fan, ho deluso lo sport. Non voglio chiudere così la mia carriera, spero che mi sia data un’ulteriore possibilità». Adesso Maria Sharapova rischia una squalifica minima di un anno, ma fino a un massimo di due, che potrebbe scattare già dal prossimo 12 marzo. Il gruppo Nike ha intanto annunciato la sospensione del contratto con la tennista russa: «Siamo rattristati e sorpresi dalla notizia»… leggi su http://24o.it/JV7q3L

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