ATP Indian Wells interviste, Raonic: “Non guardo chi c'è dall'altra parte del campo, io voglio solo vincere”

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ATP Indian Wells interviste, Raonic: “Non guardo chi c’è dall’altra parte del campo, io voglio solo vincere”

ATP Indian Wells interviste, quarti di finale: M. Raonic b. G. Monfils 7-5 6-3. L’intervista del dopo partita a Milos Raonic

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È stato un match duro ma comunque più corto del tuo ultimo quarto di finale giocato qui.
Sì, ho fatto le cose bene e mi sono creato le opportunità. Ho iniziato lentamente, non l’ho fatto giocare molto. Ho servito bene e quando ero nei guai sentivo che ero io che stavo forzando il gioco e questo genere di cose sono positive.

Quando giochi con Monfils, quanto è difficile costruire un piano di gioco sapendo che c’è dell’incertezza su cosa accadrà dall’altro lato del campo?
Lo adatti, ma tuttavia il mio piano è sempre molto semplice e non c’è bisogno di adattarlo a nessuno. Io cerco di fare le mie cose bene, con lui forse devi colpire la palla più volte. Credo tu debba un po’ cambiare la mentalità, ma non il piano di gioco.

Non stai facendo molti ace quest’anno, perché?
Sto servendo molto di più al corpo, credo sia questo il fattore. Prima gli altri giocatori contro di me dovevano coprire due servizi, ora credo di avergli dato tre servizi da cui doversi proteggere. Mi da la possibilità di lavorare su sei posizioni, credo i miei numeri siano saliti in generale, comunque non importa molto. Posso colpire sui lati contro i ragazzi nei primi turni. Ma quando sei contro i top player che possono indovinare, e se lo fanno ci mettono la racchetta e possono farcela. È importante dargli qualcos’altro a cui pensare.

Ci hai pensato tu o è qualcosa che Carlos ha suggerito?
È stata una grande cosa che è venuta in mente a Carlos all’inizio di quest’anno. Ne avevamo parlato prima e io ero un po’ ostinato al riguardo, ma chi non lo vuole un punto gratis, giusto? Mi ci sono voluti un po’ di match per incorporarlo e sentirmi a mio agio facendolo e capendo che tipo di palle mi tornavano indietro.

Quando un allenatore ti suggerisce qualcosa, ci vuole molto tempo per convincerti?
L’unica cosa sulla quale sono cocciuto è il servizio perché conosco molto bene il mio servizio. Per il resto credo di essere uno dei ragazzi più aperti, posso essere uno dei più critici ma anche uno dei più aperti allo stesso tempo. Penso di incorporare, imparare e avere una disciplina molto ferrea nel fare le cose al meglio e vedere se possono aiutarmi.

In questo match non sei andato molto bene con i colpi a rete. Hai abbastanza esperienza ora per capire quando non ti va particolarmente bene e dunque cambiare il modo in cui ti muovi in avanti?
Credo sia più una cosa tecnica che non ho fatto correttamente in quelle situazioni, non mi sono scoraggiato mentre andavo avanti perché, ad essere onesto, non ci sono state molte vole dove stavo rischiando il mio servizio. Credo mi abbia permesso di mettergli pressione sui suoi turni di battuta, questa è una chiave importante per me. Penso di poterlo fare e allora continuo a mettermi in quella situazione per avere la possibilità di riuscirci.

Condizioni quasi perfette questa sera?
Dipende in quale modo le guardi. Credo mi abbia dato più possibilità di giocare sul suo servizio, ma anche lui credo abbia rimandato molti miei servizi indietro. La differenza tra oggi e quando abbiamo giocato a Melbourne è che lui è rimasto più dietro. Il servizio al corpo non è stato così efficace.

Se avessi avuto un tabellone immaginario prima del torneo, avresti firmato per dover affrontare Goffin per raggiungere la finale?
Sì, ma dipende anche da chi affronti prima di quel match, credo di essere passato attraverso sfide difficili e di averle superate bene. È un match completamente nuovo. Alla fine, penso che per me è indifferente chi c’è dall’altro lato. Se faccio le cose bene, posso crearmi l’opportunità.

È questa una piccola rivincita dopo la sconfitta di Davis?
Non effettivamente, credo siano due cose differenti. Avrei davvero voluto essere in Guadalupe e competere in quello scenario. Io non sono un tipo che porta rancore, per me c’è solo una persona dall’altra parte che vuole una cosa e io la voglio più di lui.

Traduzione di Paolo Di Lorito

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