Djokovic piega Tsonga. È semifinale con Nadal (Gazzetta). Colpi e spettacolo, Indian Wells non delude mai (Giua)

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Djokovic piega Tsonga. È semifinale con Nadal (Gazzetta). Colpi e spettacolo, Indian Wells non delude mai (Giua)

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Djokovic piega Tsonga. E’ semifinale con Nadal (La Gazzetta dello Sport)

Nadal ritrova gli occhi di tigre e, in semifinale ad Indian Wells, Nole Djokovic. Il maiorchino trasforma Nishikori in un prelibato boccone. E dire che Rafa era partito piuttosto male, subendo subito un break e ritrovandosi anche a un passo dal 4-1 sotto, ma il controbreak nel sesto gioco del primo set ha rimesso le cose in pari. Dal 3-3 Nishikori ha iniziato a sciogliersi sotto il sole rovente con Rafa che, a sua volta, si esaltava nei momenti importanti proprio come ai vecchi tempi, per la gioia del pubblico tutto per lui. Il break nel 10 game ha portato avanti Nadal che ha continuato la sua cavalcata anche nel secondo fino a ritrovarsi a un punto dal 4-0. Nishikori ritrova un po’ di coraggio e accorcia fino al 4-3 con un break nel settimo game, ma il mancino ancora una volta reagisce e chiude rapidamente il match co il 6-3 del secondo parziale. Alla fine i numeri parlano chiaro: 89% di prime palle in campo di Nadal contro appena il 50 dell’allievo di Chang che ha anche collezionato 26 gratuiti contro i 16 di Rafa. Successivamente tocca a Djokovic superare con un doppio 7-6 il francese Tsonga che lo fa penare non poco anche se finisce col cedere nei due tie break abbastanza nettamente. MILOS Oggi si contendono un posto in finale Goffin e Milos Raonic. Il canadese, fermo dal-l’Australian Open, ha battuto in due set in appena un’ora e mezza Gaël Monfils, che già aveva battuto nei quarti a Melbourne. Per il giocatore seguito da Riccardo Piatti e Carlos Moya (7 ace, con 3 palle break realizzate su 13) è la seconda semifinale consecutiva a Indian Wells, ottenuta in questo caso senza perdere un set. «Per poter affrontare al meglio un tennista imprevedibile come Gael devi essere mentalmente un po’ più flessibile, ma non credo che questo significhi cambiare il mio piano di gioco» ha detto Raonic

 

Colpi e spettacolo, Indian Wells non delude mai (Claudio Giua, Gazzetta di Modena)

Entrambi, il più master degli Atp Master 1.000 e il più premier dei Wta Premier Event, correvano quest’anno il rischio d’essere archiviati come edizioni minori rispetto al recente passato, meno simili agli Slam di quanto pretende il miliardario Larry Ellison, boss di Oracle e padrone assoluto di Indian Wells. Colpa delle assenze: quella prevista di Roger Federer e quella, inattesa e clamorosa, di Maria Sharapova. Della prima assenza, dovuta a un problema fisico, c’è poco da dire: a noi italiani potrebbe perfino venire utile l’anticipo di sosta a cui è stato costretto lo svizzero, che a dicembre aveva annunciato i propri forfait a Miami, Montecarlo, Madrid e Roma e adesso potrebbe cambiare programma e partecipare agli Internazionali. Sulla russa è stato sentenziato di tutto una volta resa nota la sua positività ai controlli antidoping in Australia. Mi limito a sottolineare la pelosa soddisfazione di alcuni commentatori ipocriticamente colpiti dal fatto che anche nel tennis qualcuno faccia uso di sostanze che dovrebbero restare negli armadi degli ospedali. Invece, nonostante le polemiche, le paure e le assenze, il torneo del deserto californiano ha regalato buon tennis, parecchi colpi di scena (a cominciare dalla fulminea eliminazione della testa di serie numero 2 Andy Murray) e un benefico equilibrio di forze. Soprattutto, si è fatto prepotentemente avanti un giovanissimo di cui sentiremo parlare. È il tedesco classe 1997 “Sasha” Zverev, registrato all’anagrafe di Amburgo con stesso nome del padre, Alexander, tra i più forti tennisti sovietici degli anni ’80. Il fratello Misha, di 10 anni più vecchio, oggi protagonista a WeAreTennis a livello Challenger, approdò ai quarti di finale degli Internazionali BNL d’Italia 2009, dove perse con onore per mano di Federer. Alto e magrissimo, 86 chili per 198 centimetri, il ragazzino Zverev ha eliminato in tre set l’esperto croato Ivan Dodig e la testa di serie 23, il bulgaro Grigor Dimitrov, e in due set (6-2 6-2) il numero 19 al mondo Gilles Simon. Negli ottavi di finale, Sasha ha a lungo zittito, tra servizi esplosivi e ottimi tocchi di diritto, l’angolo di Rafa Nadal, che ha temuto un’altra uscita anzitempo dal tabellone. Il match, finito per 6-7 6-0 7-5, ha segnalato al grande pubblico che c’è qualcun altro, oltre a Kyrgios, Thiem e Coric, in grado di subentrare presto alla generazione dei quasi trentenni dominatori del circuito.

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