Sarà per quell’aria sempre seriosa e un po’ arrogante ma Stan Wawrinka si è porta dietro la fama di antipatico. In realtà il 30enne tennista elvetico ha diversi amici sul tour e, in un’intervista alla francese L’Equipe, ha dichiarato di “cercare di aiutarli se può”, anche dimenticandosi del fatto che sono suoi rivali in campo.

Stan The Man ha per esempio favorito il matrimonio sportivo tra il francese Gael Monfils e il suo nuovo coach svedese Mikael Tillström. Quest’ultimo è uno dei fondatori dell’accademia “Good to Great” di Stoccolma insieme a Magnus Norman, allenatore di Wawrinka. “Gael è un amico”, ha affermato il due volte campione slam, “Sapevo che era indeciso. Gli ho chiesto nomi di coach avrebbe voluto al suo fianco. Mi ha menzionato Tillström, dicendo che glielo aveva proposto alcuni anni fa am lui si era rifiutato. Gael non voleva chiederglielo di nuovo perché pensava che Mikael non avesse cambiato opinione. Ho cercato di convincere Gael a riprovarci e nel frattempo ho sondato il terreno con Magnus. Sono tornato da Gael e gli ho detto che la risposta poteva essere diversa questa volta”. Insomma Stan ha praticamente fatto da mediatore. Sotto la guida di Tillström, Monfils ha iniziato con il piede giusto questo 2016 con i quarti agli Australian Open, la finale a Rotterdam e i quarti ad Indian Wells.

Ma c’è anche un altro tennista transalpino che ha beneficiato del supporto di Wawrinka, ovvero Benoit Paire, n.22 del ranking ATP. “A Chennai, all’inizio della stagione, ho parlato molto con Benoit e gli ho dato il mio punto di vista su un sacco di cose”, ha spiegato il n.4 del mondo, “Yannick (uno sparring partner) che era lì mi ha detto ‘quello che stai facendo è grandioso perché lui è un tuo avversario’. Può darsi ma Benoit è un amico. Sì potenzialmente è un avversario ma prima di tutto è importante che faccia progressi e, in secondo luogo, quante volte ci incontreremo nelle nostre carriere? Anche se Gael migliora grazie a Tillström e mi batte non mi cambierà la vita ma solo una settimana”. Forse Wawrinka non è così antipatico come potrebbe sembrare.