Nei dintorni di Djokovic: ahi Marija, chi mi manca sei tu. La Djordjevic e quella convocazione per il Kosovo

Nei dintorni di Djokovic

Nei dintorni di Djokovic: ahi Marija, chi mi manca sei tu. La Djordjevic e quella convocazione per il Kosovo

Nel febbraio scorso alcuni giornali del Kosovo hanno riportato la notizia che la giovane tennista Marija Djordjevic sarebbe stata sul punto di accettare la convocazione nella nazionale femminile del Kosovo, che farà il suo esordio in Federation Cup in aprile. Ma Marija è di etnia serba ed è scoppiato il putiferio tra Pristina, Gracanica e Belgrado. Dopo giorni di assedio mediatico, la 18enne che assomiglia ad Ana Ivanovic ha dichiarato che non intende difendere i colori della nazionale kosovara. Ma per lei c’è stato comunque un lieto fine, anche grazie a Novak Djokovic, per “colpa” del quale tutto ha avuto inizio…

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In seguito all’affiliazione all’ITF avvenuta nel settembre scorso, dopo l’esordio in marzo in Coppa Davis, a fine aprile il Kosovo giocherà per la prima volta anche in Federation Cup, nel girone del Gruppo III della Zona Euro-Africana.

Come si sa, la questione dell’autonomia del Kosovo – stato balcanico autodichiaratosi indipendente dalla Serbia nel 2008 e ad oggi ancora parzialmente riconosciuto – è un tasto delicato per la Serbia.
E lo sport purtroppo non può non esserne coinvolto.
Basterà ricordare quanto accaduto nell’ottobre del 2014 a Belgrado nel match tra Serbia e Albania valido per le qualificazione agli Europei di calcio, con un drone con una bandiera della Grande Albania con la scritta “Kosovo autoctono” che planò sul campo e tutto quello che accadde di conseguenza: rissa tra i giocatori in campo, invasione di campo dei tifosi serbi e giocatori albanesi costretti a rifugiarsi negli spogliatori. Partita sospesa, con la squadra albanese che si rifiutò di tornare in campo e che mesi dopo si vide riconoscere dal TAS di Losanna la vittoria per 3-0 a tavolino.
Di conseguenza ogni piccola notizia sull’argomento suscita un enorme clamore, a Pristina come a Belgrado.

Ed è andata così anche con il caso di Marija Djordjevic.
Marija è una giovane tennista di Gracanica, in Kosovo. Gracanica è una delle municipalità a maggioranza serba del Kosovo (conta quasi 12.000 abitanti di cui l’85% circa è di nazionalità serba) e fa parte della Comunità dei Comuni Serbi del Kosovo, associazione dotata di ampie autonomie rispetto al governo centrale del Kosovo in seguito agli accordi raggiunti lo scorso anno tra governo serbo e governo kosovaro, sotto la mediazione dell’Unione Europea.
“Siamo una delle più nobili e antiche famiglie serbe di Gracanica” ha puntualizzato in una dichiarazione il padre Goran dopo il polverone che si è sollevato sulla figlia e che stiamo per raccontarvi.

La 18enne di Gracanica è una delle tenniste di maggior talento del Kosovo. A fine anno era la n. 2 delle classifica nazionale under 18, dietro solo alla giovane Blearta Ukehaxhaj, che peraltro ha sconfitto nelle ultimi due tornei disputati, a Prizren e Gracanica.
Considerato che non vi sono giocatrici tesserate over 18, di fatto Marija in questo momento è la più forte tennista del Kosovo.
Logico quindi che la Federazione Tennis del Kosovo abbia pensato a lei per il storico esordio in Federation Cup che avverrà a fine mese a Cetinje, in Montenegro.
“Ho parlato con Marija, e lei si è dichiarata pronta a giocare per il Kosovo. Le ho consigliato però di parlare prima con il padre. Le ho detto che la sua unica chance di giocare in Federation Cup è con noi, lei ama il tennis ed è un peccato che non sfrutti una simile occasione” ha dichiarato verso metà febbraio il presidente della Federazione tennis del Kosovo Skeljzen Domi.
Da evidenziare che la Djordjevic è n. 2 under 18 del Kosovo ma non ha una classifica a livello juniores ITF. Quindi giocare in Federation Cup avrebbe rappresentato per lei un’opportunità unica: nel Gruppo III ci sono, ad esempio, il Montenegro che schiera una top 100 come Danka Kovinic e la Grecia con la 20enne Maria Sakkari, tra le prime 150 giocatrici al mondo. Immaginate che esperienza, per una ragazzina che ha solo giocato a livello juniores nel suo paese, poter giocare contro giocatrici di questo livello…

Le dichiarazioni di Skeljzen Domi vengono riportate da alcuni giornali del Kosovo e subito riprese dai media serbi.

E scoppia un putiferio.
Un clamore dovuto dal fatto che se Marija avesse accettato, per la prima volta un atleta di etnia serba avrebbe difeso i colori del Kosovo.
Di conseguenza giornalisti dal Kosovo e dalla Serbia si sono subito precipitati a Gracanica per sapere quale sarebbe stata la decisione. Richieste di interviste, telefonate, giornalisti che aspettavano davanti a casa: per qualche giorno la vita tranquilla della famiglia Djordjevic è stata sconvolta da un clamore mediatico senza precedenti per la piccola cittadina del distretto di Pristina, capitale del Kosovo.

Per mettere la parola fine a tutto questo trambusto, la giovane tennista ha dovuto fare una dichiarazione ufficiale a RTK 2, la stazione dell’ente radiotelevisivo del Kosovo che si occupa delle minoranze nazionali.
“Corrisponde al vero che ho ricevuto l’invito a partecipare alla Fed Cup per la squadra del Kosovo. Ho deciso, dopo aver parlato con la mia famiglia, di rifiutare l’invito, perché non ho intenzione di partecipare sotto la bandiera del Kosovo. L’unica cosa vera è che non giocherò per il Kosovo ha dichiarato Marija, aggiungendo poi che non è stato un bel periodo per lei, ma che è riuscita a uscire dalla pressione e prendere la decisione. A supportarla la famiglia, gli amici e anche il Sindaco di Gracanica che ha ricevuto lei e il padre.
Ovviamente quest’ultima rivelazione – oltre al fatto che Marija aveva anche dichiarato di aver ricevuto messaggi di sostegno da parte di club tennistici di Belgrado e inviti per giocare tornei in Serbia, ma anche minacce sul suo profilo Facebook dove era stata accusata di “tradimento” – ha fatto supporre a più di qualcuno che siano state fatte pressioni affinché la ragazza rinunciasse alla convocazione.
“Dopo che i giornali del Kosovo hanno scritto che Marija voleva giocare per il Kosovo, nessuno dalla Federazione Tennis della Serbia ci ha contattato. Negli ultimi due anni ha vinto molti tornei in Kosovo. Purtroppo però la politica si è mescolata con lo sport e questo ha turbato mia figlia. La cosa più importante è che non si sono verificate le condizioni perché Marija giochi per il Kosovo. Ma non abbiamo ricevuto pressioni da nessuna delle parti ha voluto precisare papà Djordjevic, per spegnere sul nascere speculazioni in tal senso, in seguito a quello che è sembrato un dietrofront della figlia rispetto a quanto dichiarato dal presidente della federtennis kosovara.

Tutto ora si è calmato.
Il Kosovo giocherà comunque in Federation Cup e schiererà solo giocatrici di etnia albanese. A capeggiarle molto probabilmente ci sarà la già citata Blearta Ukehaxhaj, n.1 delle classifiche nazionali under 14, 16 e 18 di fine 2015, grande promessa del tennis kosovaro.
Marija Djordevic continuerà ad allenarsi a Gracanica e questa storia e tutto il clamore che ne è derivato sarà per lei solo un brutto ricordo.
O forse no. Perché, fortunatamente, quanto accaduto potrebbe avere qualche risvolto positivo per la carriera della giovane tennista. Che, per quanto dotata di un certo talento, ha di fronte a sé una strada verso il tennis che conta che appare molto dura.
Marija fisicamente assomiglia ad Ana Ivanovic. Ha delle qualità ma è distante dalle tenniste coetanee serbe. Siamo consci di questo e sono dispiaciuto che per una questione economica non riusciamo a garantirle degli allenamenti migliori. Bisogna sapere che a Gracanica il tennis è a livello amatoriale. Io non sono un allenatore di tennis, ma un professore di educazione fisica. Il tennis a Gracanica era sconosciuto fino a 6 anni fa, non c’erano strutture. Il Comune ha costruito un centro sportivo con alcuni campi e qui ho iniziato a fare una scuola di tennis, dato che Novak Djokovic è lo sportivo più popolare tra i nostri ragazzi. Tutto è iniziato a causa di Nole! ha dichiarato l’allenatore della giovane tennista, Dejan Zivic.

La conferma che Novak Djokovic e Ana Ivanovic siano i suoi punti di riferimento tennistici è arrivata direttamente da Marija.
“Sì, ho cominciato a giocare a tennis perché c’era Novak ed il mio modello è Ana. Seguo i suoi match, cerco di copiarne i movimenti. Sono consapevole che mi aspetta molto lavoro anche solo per poter pensare ai suoi risultati” ha dichiarato con molta umiltà e realismo la diciottenne tennista.

Non è dato sapere se il motivo è anche da ricercarsi nel fatto che Novak Djokovic abbia saputo che è “colpa” sua lo sviluppo del tennis a Gracanica, sta di fatto che, su interessamento dello stesso n. 1 del mondo, ad inizio marzo Marija ed il suo allenatore sono stati ospiti della Federtennis serba a Belgrado, dove hanno potuto assistere al match di Coppa Davis tra Serbia e Kazakistan. In quell’occasione si sono anche poste le basi per un supporto della federazione serba al Teniski Klub Gracanica e ai suoi giovani agonisti.
Djokovic ha voluto poi garantire un ulteriore supporto a Marija: ogni qualvolta la ragazza sarà nella capitale serba, avrà libero accesso al “Novak Tennis Centre”, il centro tennistico di proprietà del fuoriclasse belgradese nel cuore della sua città.

Alla fine, la cosa più importante è che una giovane ragazza potrà continuare ad inseguire con passione il suo sogno di diventare una tennista. E dopo tutto quello che è accaduto, è bello che possa farlo proprio grazie a quella persona che ha fatto nascere in lei quella passione.

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