Serena ha dimenticato come si vince un torneo (Semeraro)

Rassegna stampa

Serena ha dimenticato come si vince un torneo (Semeraro)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Serena ha dimenticato come si vince un torneo

 

Stefano Semeraro, il corriere dello sport del 5.04.2016

 

C’è modo e modo di essere numeri 1. Quel lo di Novak Djokovic, ad esempio, è semplicissimo: vincere tutte le partite (tranne 1, su 29, in questo 2016), abbuffandosi di tornei record. A Miami in un colpo solo il Joker ha superato Rafa Nadal per numero di Master. 1000 in carriera (28), Roger Federer per dollaroni guadagnati in montepr emi (98.199.541 contro 97.855.881, il traguardo dei 100 milioni è a un passo), il suo coach Boris Becker per partite vinte (714), inoltre ha eguagliato Andre Agassi come centri in Florida (6), e ottenuto una inedita 48 doppietta Indian Wells-Miami (3a consecutiva). Va detto che a suo favore c’è una latitanza preoccupante della concorrenza: con Federer in preda ai malanni e all’età, Nadal in riserva Andy Murray distratto dalla paternità, Nole in finale è riuscito a smantellare con grande tranquillità in due set il tennis del n. 6 de mondo Kei Nishikori. Insomma, al momento maramaldeggia. Poi c’è il caso di Serena Williams, che invece pur restando aggrappata al trono della Wta ormai da sette mesi non la becca più O meglio: non vince più un torneo. L’ultimo urrah della Pantera è arrivato a Cincinnati, ad agosto, in finale contro Simona Halep. Era lanciatissima verso il Grande Slam e il 22 “major” che l’avrebbe portata sullo stesso scaffale di Steffi Graf, ma a New York – come tutti sanno – Serena ha inciampato su Robertina Vinci e da li sono iniziati tutti i suoi guai. Prima la depressione, il buco nero dell’impresa storica mancata, poi il rientro, il rodaggio, la vita (tennistica) che ricomincia. Peccato che nella casella vittorie la Williams sia ferma a quota 0 proprio dagli US Open. Battuta dalla Kerber nella finale degli Australian Open, poi dalla Azarenka in quella di Indian Wells, a Miami si è fatta sorprendere in ottavi dalla veterana Kuznetsova. Va in campo poco… serena, si muove male, sbaglia troppo e quando il gioco si fa duro smette di giocare. «I1 suo problema non è né fisico né tecnico, anzi, gioca meglio ora rispetto al 2015», giura il suo coach Patrick Mouratoglou. «Però non riesce più a chiudere o rovesciare i match. Serena sempre fatto la differenza nei momenti decisivi, ora non più. Non c’è una ricetta magica per rimediare, deve essere lei a rendersi conto di quello che succede, e poi ricostruire la fiducia persa. Il primo passo è fatto. A Parigi sarà pronta, vedrete». L’effetto Vinci, insomma, è stato davvero devastante. Ma se per mesi, se non anni, Serena è stata sicura di poter mantenere comunque il controllo sul tennis femminile, anche per i demeriti delle sue avversarie, oggi per lei si profila un nuovo pericolo. Anzi, un pericolo antico di nome Vika Azarenka Levane Halep, Wozniacki, Bouchard, Muguruza sono riuscite a pungerla occasionalmente, ma non continuità. Vika invece prima del lungo stop per infortunio aveva già dimostrato di avere le armi per metterla spalle al muro, e ora che è tornata a posto fisicamente è una minaccia seria. Dall’inizio del 2016 ha scalato 17 posizioni in classifica, vinto tre titoli, compreso l’uno-due a Indian Wells e Miami (riuscito prima di lei solo a Graf e Clijsters) e perso solo una partita in 23 incontri: un ritmo alla Djokovic. E ha 26 anni, contro i 34 passati di Serena Difficile immaginare che l’americana si fermi davvero a un passo dai 22 Slam della Graf, ma Vika è una botola aperta. «Ho dovuto lottare contro infortuni, problemi psicologici, contri un sacco di cose, ma sono stata brava a uscirne», dice…..

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