Giorgi, addio definitivo: non la rimpiangeremo (Valesio). Giorgi conferma il rifiuto alla Nazionale (Cocchi)

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Giorgi, addio definitivo: non la rimpiangeremo (Valesio). Giorgi conferma il rifiuto alla Nazionale (Cocchi)

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Giorgi, addio definitivo: non la rimpiangeremo (Piero Valesio, Tuttosport)

Non la rimpiangeremo: proveremo, questa sì, profonda tristezza per ciò che poteva essere e non è stato. In qualità di sostenitori acerrimi del tennis femminile italiano, ovvio. Quella realtà che nell’ultimo decennio, oltre a stupire il mondo, ci ha dato modo di festeggiare così tante volte da aver perso il conto. Camila Giorgi ha comunicato ieri via mail alla Fit che la decisione già preannunciata la settimana scorsa è diventata irrevocabile: non risponderà alla chiamata di Barazzutti per Spagna-Italia che ha, come conseguenza immediata, la rottura dei rapporti con la Federtennis: non si allenerà più a Tirrenia, dovrà trovarsi un nuovo punto di appoggio, nuovi palleggiatori, nuovi medici, nuove strutture. E non giocherà più per il colori italiani. Pure la Ivanovic ieri ha annunciato che non giocherà più per la Serbia: ma non è la stessa cosa. La prossima signora Schweinsteiger si è stufata delle critiche che le ha mosso la stampa locale. Ma Ana si è sempre sentita serba anche se pure lei è usa a mutare piuttosto spesso i suoi coach. La Giorgi trasmette la sensazione di non avere radici e forse manco di volerle. Lei non cambia coach per il semplice fatto che forse non ne ha mai avuto uno che si potesse definire tale: runico che è sempre al suo fianco è il padre Sergio che, c’è da starne certi, pure in questo frangente gestirà la situazione. Cercheremo di elaborare in fretta il suo addio perchè Camila non ha mai fatto nulla per farsi sentire appieno parte della squadra.

Giocare in Fed è sempre sembrato per lei un dovere privo di particolare significata E non rimpiangeremo il suo addio alla maglia azzurra perché diventa sempre più difficile da capire quel suo giocare in modo sontuoso un match e in modo distratto o arrendevole quello del giorno dopo. Volendo assimilare Camila ad un oriundo argentino nel calcio sarebbe stato come vedere Sivori, Orsi, Monti o Carnoranesi (questi ultimi tre campioni del mondo) giocare in azzurro senza mettere il piedino nei tackle. O vederli fuggire negli spogliatoi del mondiale (pensate a Berlino..) perché avevano altro da fare.

S’era pensato che Camila avrebbe giocato per l’Argentina: ma, a parte il fatto che non può per regolamento, forse non le interessa. L’unica “patria” in cui si identifica è se stessa: ma forse proprio in questa non-appartenenza sta il cuore della sua non crescita. L’augurio è che Camila trovi la sua strada presto: e che vinca una caterva di Slam. Ma è difficile prevederlo (…)

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Giorgi conferma il rifiuto alla Nazionale (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

Niente lieto fine. Il passo indietro del clan Giorgi non c’è stato e così Camila ha risposto no alla convocazione di Fed Cup per l’incontro con la spagna in programma il 16 e il 17 aprile. Un incontro fondamentale per la nazionale che a Lleida, in Catalunya, si giocherà la permanenza nel Gruppo Mondiale di Fed Cup per il 2017. Senza Camila, giocherà Karin Knapp, da poco rientrata dopo un lungo stop per l’operazione a un ginocchio. Oltre a Karin , il c.t. Corrado Barazzutti ha convocato Sara Errani, Roberta Vinci e Francesca Schiavone.

Il caso era esploso pochi giorni fa con un comunicato della giocatrice attraverso il proprio sito: «Camila Giorgi ed il suo staff comunicano che si è giunti all’interruzione dei rapporti con la FIT, che agirà come a suo tempo fatto con Simone Bolelli (ma è una sua previsione ndr). Camila non parteciperà dunque alla Fed Cup, ma disputerà le qualificazioni del torneo di Stoccarda». Che il clima tra i Giorgi fosse teso si avvertiva da qualche tempo. A Marsiglia, per il primo turno di Fed Cup poi perso contro la Francia, la situazione era esplosa con tanto di discussione molto accesa tra la Schiavone e il papà-allenatore di Camila, Sergio. A Miami, Barazzutti e Palmieri hanno provato ad avvicinare Camila per parlare della convocazione, ma senza successo. Pochi giorni dopo a Tirrenia c’è stato un altro incontro, con la conferma da parte di Giorgi, della rinuncia di Camila alla convocazione.

Alla giocatrice sono stati dati alcuni giorni per ripensarci ma la sua decisione è stata confermata con. Il rischio ora è di una squalifica fino a due anni. Ovviamente Camila non potrà usufruire del centro tecnico di Tirrenia e delle strutture federali. «Naturalmente sono dispiaciuto, soprattutto per Camila — ha detto il c.t. Barazzutti —. Se sarà sanzionata? Non è una decisione che dipende da me. Io faccio il capitano e mi limito a prendere atto del suo rifiuto (…)

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