Internazionali di Roma, l'esperienza di un volontario: aspetti positivi e negativi

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Internazionali di Roma, l’esperienza di un volontario: aspetti positivi e negativi

Una nostra lettrice ha avuto la fortuna di partecipare agli internazionali d’Italia da una posizione privilegiata, quella di volontaria. Le abbiamo chiesto di illustrare a noi e ai nostri lettori, la sua esperienza. Ecco il suo racconto

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Il campo Pietrangeli fotografato dal centrale (foto C. Giuliani)
 

Vorrei cominciare parlando dei lati negativi, che sicuramente ci sono stati.

La prima cosa visibile, è stata la DISORGANIZZAZIONE declinati sotto vari aspetti. La maggior parte di noi volontari è stata sbattuta da una parte all’altra del Foro Italico senza un ruolo fisso e senza considerare le nostre effettive capacità. In teoria queste dovevano essere note all’organizzazione, visto che le avevamo segnalate precedentemente considerato che in base a queste capacità avremmo dovuto essere assegnati ad un settore o a un altro. Ad esempio io conosco tre lingue, ma per la prima settimana ho stampato fogli senza nemmeno dover parlare a gesti; viceversa, altri senza sapere nemmeno l’inglese sono stati assegnati a settori quali ospitalità o supporto giocatori.
Ho riscontrato parecchia superficialità nell’assegnazione dei ruoli e questo mi aveva demoralizzato. Inizialmente credevo fosse perché ero nuova, poi conoscendo altri volontari mi sono resa conto che avevano dato incarichi un po’ alla cieca…o così è parso a noi! Il peggio è stato fare ore di viaggio per arrivare al Foro ogni giorno e scoprire che la mansione a cui eri stata assegnata era a dir poco inutile.

Altro lato molto negativo sono state le MANIERE utilizzate dalle società assunte appositamente per l’evento a cui venivamo affiancati all’occorrenza. Venivamo considerati meno di zero e a volte si rasentava lo sfruttamento; molto spesso i lavoranti pagati per stare là si approfittavano della nostra presenza per fare giri o pause infinite. Nonostante comunicassimo ai responsabili dei volontari l’andazzo, le cose non sono molto cambiate, purtroppo. E per alcuni sono andate peggio di altri. Noi eravamo là per coadiuvare dove necessario, ma da “aiutare” a “sfruttare” il passo è stato breve. Anche se alcuni settori erano soggetti a questi malcontenti, alcuni hanno vissuto una piccola svolta nella settimana vera e intensa del torneo: sono stati spostati alla “controlleria” del centrale dove hanno potuto assistere a delle belle partite, seppur rigorosamente in piedi (ma gratis).

Infine l’altro lato negativo che mi sento di sottolineare è il RITORNO, non economico come molti potrebbero pensare: essere volontari ha come base il fatto che non ci siano soldi di mezzo quindi chi lo fa ne è consapevole. Quello a cui mi riferisco è un ritorno di emozioni, se così lo vogliamo definire: molti di noi venivano da fuori Roma e tutti appassionati di tennis; molto semplicemente sarebbe bastato avere pass che permettevano l’accesso a più aree così da vedere i propri idoli in vesti diverse o poterci fare due chiacchiere veloci, senza la folla di gente urlante. Oppure eventi organizzati appositamente per noi volontari. Insomma, la possibilità di un contatto esclusivo che ricompensasse i nostri sforzi. Un esempio banale: per avere un autografo mi sono vista tre ore di allenamento sotto il sole assieme a tutti gli spettatori paganti. Qual è quindi il mio “privilegio” nel lavorare là dentro se poi posso fare le medesime cose di un pagante?? La maggior parte di noi ha riscontrato tali restrizioni ma una piccola minoranza ha avuto questo privilegio, anche se resta confuso il perché di tali differenze. Il ruolo? il settore? Beh siamo tutti appassionati, che avremmo combinato di male se avessimo avuto più entrate?? La sicurezza? Già avere il pass presupponeva un controllo in questura di ognuno dei nominativi! Avremmo semplicemente avuto quel piccolo ritorno che da appassionati sarebbe valso più di un rimborso in denaro. Ma vabbè.

Sicuramente ci sono dei limiti che non permettono questo genere di cose e non ci era stato promesso nulla ma, sai, da novellino speri e pensi che ci sia la possibilità di interagire per almeno 1 secondo, con calma, con i tuoi beniamini. Per “ricompensarci” credo che si potrebbe lavorare di più in questi termini, se si volesse. Quantomeno si potrebbe pensare ad uno sconto sui biglietti per le partite per noi volontari e non penso ci sia nulla di impossibile in questo.

Passando invece ai lati positivi, vorrei dire che nonostante le negatività sopra elencate e un inizio un po’ a fatica, ho vissuto una bella esperienza. VIVERE IL TORNEO, dal suo inizio alla sua fine; il villaggio, i giocatori, la folla, gli eventi ogni giorno nuovi ecc. mi ha permesso di vedere da vicino e di assistere almeno agli allenamenti dei più grandi giocatori del mondo nonché miei idoli, assieme a partite che, seppur secondarie, ugualmente avvincenti. Grazie a quest’esperienza ho avuto tempo di vivere ogni appuntamento al massimo, cercando autografi o foto con la consapevolezza di poter ritentare sempre il giorno dopo. In più ogni giorno era diverso, sempre nuovo e sempre da vivere al massimo.

Il RAPPORTO CON GLI ALTRI VOLONTARI è stato un valore aggiunto; nonostante i continui spostamenti di settore. Poter condividere gioie e dolori, sportive e non, con un gruppo di ragazzi come te è stato molto bello e ci ha uniti. La rete di conoscenze si è infittita molto ed è stato un modo interessante per confrontarsi con altri mondi e pensieri.

Infine voglio sottolineare che, grazie all’attività come volontario, ho avuto modo di ACCEDERE GRATUITAMENTE al torneo, quantomeno per il Ground e quindi per gli allenamenti e le partite sui campi secondari, dandomi dunque la possibilità di seguire da vicino un torneo che altrimenti avrei seguito in tv come ogni anno, dati i prezzi esorbitanti dei biglietti.

È sicuramente un ottimo modo per avere accesso a questo grande evento con tanta gente e tanti motivi di interesse a cui, però, non tutti possono partecipare liberamente.

 

Maila R.

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