Lo stile Murray, ora è lui il favorito (Clerici), Murray sull'erba di casa, che lezione a Kyrgios (Crivelli), Wimbledon, piovono gli ace Il ritorno dei bombardieri (Semeraro), Federer come la Navratilova. Ora c'è... Connors (Azzolini)

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Lo stile Murray, ora è lui il favorito (Clerici), Murray sull’erba di casa, che lezione a Kyrgios (Crivelli), Wimbledon, piovono gli ace Il ritorno dei bombardieri (Semeraro), Federer come la Navratilova. Ora c’è… Connors (Azzolini)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Lo stile Murray, ora è lui il favorito

 

Gianni Clerici, la repubblica del 5.07.2016

 

Tra i molti match interessanti di oggi, Raonic e Goffin, emblema dell’attaccante contro il passatore, le due Williams e il record di Serena, il terzo allenamento di Federer, con un nuovo avversario che pare scelto da sua mamma, se non da bookmakers con altolocate conoscenze, ho preferito Murray contro Kyrgios. La mia scelta conteneva una duplice possibilità La prima era di controllare se, battuto Djokovic, Murray fosse diventato il secondo favorito, così come pensava la maggior parte degli addetti ai lavori. L’altra era il dubbio che Kyrgios fosse, insieme a Raonic e a Nishikori, oggi infortunatosi, il più accreditato rappresentante della nouvelle vague, un’onda che, fin qui, tarda a formarsi , e spesso di infrange , dopo vane spumeggiate. Kyrgios, oltre alle promesse, pare essere un personaggio spesso negativo. Si comporta in campo secondo i suoi umori, mentre spesso non segue esempi di tradizionale sportività E’ quello che gli australiani di origini britanniche definiscono un ” new australian”, a volte con benevolenza, spesso con irrisione mescolata a disistima_ Figlio di un greco e di una malese, è lontanissimo dal clichè al quale ci avevevano abituati i Rosewall , i Sedgman, i Laver. Piccoli borghesi, capaci di trasformarsi il ottimi altoborghesi. E’ noto, Kirglas, per aver informato un suo avversario dell’infedeltà della fidanzata, vicenda conosciuta non solo dai pettegoli, ma dalla sterminata tribù che usa ormai una rete trasformata in portineria. Cosa poteva solleticare di più il vecchio scriba, se non un tipo che, selezionato in una squadra nazionale, ha ribattuto che non gli importa di farne parte? Anche se, contro di lui, non era in campo un britannico filo Brexit, ma un bel tipo scozzese che ha votato Remain, accolto dallo sventolare di un par di bandiere blu con la croce bianca, simbolo di Saint Andrew. II match è durato solo un set, un set lunghissimo, nel quale Kyrgios non ha mostrato nessuna caratteristica anomala, se non quella di rivolgersi spesso a scambiare qualche parola con un ballboy nero. II suo comportamento deve aver deluso i miei cosiddetti colleghi dei tabloid, specie quando, alla fine del secondo set, ha sostituito il Falco, per giudicare buona una battuta incerta di Murray. II match, in realtà, è durato solo un set, in cui credo di aver visto una fresca sicurezza di Murray, una rinnovata speranza di vincere il torneo. E’ stato un set di 44 minuti, in cui ho visto la prima palla break nel 12 game, dopo che il gioco aveva seguito i servizi , non tanto per gli aces, quanto per il vantaggio che il gioco su erba anco *** ra concede alla battuta. Da 040 Kyrgios risaliva a 3-4, sperando, come dice ora, in un tiebreak. Ma una volleina facilissima – troppo facile per lui commentava un mio vicino – lo frustrava tanto da allontanarlo dal match. Un match che ha suggerito come Kyrgios non sia ancora pronto a un grande Slam, e come lo sia invece nuovamente Murray. Altra partita che ho intravisto è stata quella in cui il passatore Goffin è andato in vantaggio sul battitore volleatore Raonic, fino a farmi credere in un risultato imprevisto. Chissà se è stata l’interruzione per la pioggia a consentirgli una riflessione. Chi lo assiste, il trio Piatti-Moya-Mac è certo superiore a qualsiasi cda di tennisti. Spero che Raonic sia in grado di valersene, in un torneo che ha ormai un vincitore troppo atteso. Murray, e chi altri? Andy Murray, 29 anni. Ha già vinto Wimbledon nel 2013

 

Murray sull’erba di casa, che lezione a Kyrgios

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 5.07.2016

 

L’ottavo più atteso, l’incrocio tra gli strani amici, la sfida tra Murray e il monello, il gotha dei Fab Four contro l’emblema più scintillante della Next Generation, si risolve in un’ora e 43′ di esibizione muscolare dello scozzese, ad eccezione di un primo set in cui invero non manca lo spettacolo. Però, sulla facile voleé di dritto spedita in rete con cui il Kid di Canberra regala il primo break dell’incontro che coincide anche con il primo set (7-5), sulla battaglia campale che per qualcuno potrebbe addirittura decidere il vincitore del torneo si spegne la luce, e Andy fila dritto verso il quinto successo su cinque nei confronti diretti, il diciannovesimo (a zero) contro un australiano. Nick mette 1’83% di prime, ma nessuno oggi risponde come Muzza, e perciò quando deve sostenere lo scambio prolungato finisce per andare fuori giri, tormentato anche da un uso diabolico della palla corta di un rivale che alla fine limiterà a 6 i gratuiti, a fronte di 36 vincenti. Murray maestro, dunque. Con tabloid già Osannanti prima ancora che superasse il delicato scoglio. soprattutto psicologico, del faccia a faccia con la stellina ambiziosa ed emergente, perché l’eliminazione di Djokovic ha scatenato fantasie e ambizioni come se adesso non ci fossero più impedimenti alla consacrazione: «Sai dov’è la novità – commenta Andy con la solita sagacia – tutti gli anni che gioco qui la gente e i giornali mi considerano favorito, ma l’unico modo che ho per allontanare la pressione è di dare sempre il meglio di me stesso. E adesso sto giocando bene, ma ogni turno che passi le difficoltà aumentano. Quanto al match, il primo set è stato davvero duro, poi dalla metà del secondo Nick ha perso sicuramente un po’ di con crollo nei suoi automatismi». Rafter, qui finalista due volte e chioccia di Kyrgios fin da quando il ragazzino aveva 15 anni, lo rimanda a tempi migliori: «Ha grandissime qualità, ma deve aumentare la resistenza fisica, perché contro giocatori come Murray ti costruisci opportunità solo se gestisci gli scambi prolungati. E senza rinunciare alla sua esuberanza, deve imparare a diventare più paziente». Un’analisi che il numero 18 del mondo condividerà: «Nei momenti cruciali delle partite, quando sono un po’ in difficoltà, sono ancora troppo soft»…..Intanto, per la gioia dei commentatori che già avevano redatto il tabellone dei desideri con JoJo primo della lista, Muzza ora trova Tsonga, con cui è avanti 12-2 nei precedenti e con una striscia aperta di 26 vittorie contro giocatori francesi. 11 sogno, manco a dirlo, è una finale con Federer, che ha avuto una strada più che facile ma intanto è arrivato a 14 quarti a Wimbledon come Connors, a 83 vittorie a Londra (una in meno da Jirnbo) e a 306 successi Slam come la Navratilova. Il prossimo rivale, il resuscitato Cilic, tuttavia va affrontato con le molle, perché ha ritrovato il cannone che nel 2014 spinse Roger fuori dagli Us Open in semifinale prima del sorprendente trionfo. Marin contro Nishikori mette 17 ace, 5 di fila per aprire il match e 7 nei primi otto servizi, prima che il giapponese si arrenda sul 6-16-1 sotto per un dolore alle costole….

 

Wimbledon, piovono gli ace Il ritorno dei bombardieri

 

Stefano Semeraro, la Stampa del 5.07.2016

 

Ivo Karlovic è l’uomo che ha servito più ace nella storia del tennis (10.825), la scorsa settimana a Wimbledon ne ha piazzati 34 contro Lukas Lacko, ma ha perso la partita. John Isner nel 2010 su questi prati di ace ne tirò 113 in un solo match – i cinque interminabili set contro Nicholas Mahut –, e passò alla storia; stavolta 38 non gli sono bastati ad evitare la sconfitta contro Jo-Wilfried Tsonga. Marin Cilic, altro specialista del ramo, ieri di ace ne ha confezionati 4 nel primo game di servizio contro Nishikori, e 3 nel secondo, 5 consecutivi e 17 in totale nel match, ma il suo avversario giap si è ritirato alla fine del secondo set e ora tutti a Church Road si chiedono se Roger Federer nei quarti riuscirà a sopravvivere ai fulmini dell’uomo di Medjugorje. L’ex re dei battitori Insomma, conta ancora o non conta , ed eventualmente quanto, servire da fenomeno sull’erba più venerata del mondo? «Conta sempre, ma da solo non basta» , spiega Richard Krajicek, uno dei più grandi battitori della storia, che nel 1996 vinse i Championships e liminando nei quarti il divo Sampras. «Bisogna avere volée e colpi da fondo per sostenerlo, ma resta determinante. L’anno scorso in semifinale Murray per un set e mezzo ha giocato meglio, alla fine però Federer ha vinto perché ha servito in maniera incredibile». Il segreto di un grande servizio erbivoro – ma un po’ su tutte le superfici – è la varietà, il mix di effetti e tagli. «Federer ne è il miglior esempio. Usa benissimo lo slice esterno (servizio tagliato lateralmente, ndr), ma lo alterna mirando al corpo o scegliendo un kick lento (servizio tagliato sopra che rimbalza alto, ndr) in modo che l’avversario non sappia mai cosa aspettarsi. Oggi la risposta è migliorata tanto, se sai tirare solo forte e piatto diventi prevedibile. Mescolando gli effetti sfrutti l’effetto sorpresa». La fin e del serve & volley Gli integralisti del serve & volley, i nipotini di Becker ed Edberg, sono in via d’estinzione: «Battere e scendere è ancora possibile, ma molto più difficile, di sicuro non puoi farlo per tutto un match. Colpa anche dell’erba: oggi la palla rimbalza più alta , e no n è questi on e solo dell’erba ma anche dello strato che c’è sotto, che rende il campo più duro. Inoltre c’è più erba per centimetro quadrato ed è d i qualità diversa (100 per cento loglio, ndr). Guardate quanti scambi prolungati ci sono ora: ai miei tempi sarebbe stato impossibile». Domandona: Federer sopravviverà ai bombardieri e riuscirà a vincere l’ottavo titolo a Wimbledon? «Ha ancora tre chance – dice Krajicek, fulmineo anche alla risposta – il suo tempo scade nel 2018».

 

Federer come la Navratilova. Ora c’è… Connors

 

Daniele Azzolini, tuttosport del 5.07.2016

 

Ogni Manic Monday ha i suoi Manic Numbers, con il loro bravo corredo di corbellerie in libera uscita, favorite da una giornata di tennis in cui non accade nulla che non sia già risaputo. Tutti in campo i giocatori ancora in gara e tante statistiche da rivedere e correggere nel Guinness dei primati alla sezione Champio: un lunedì da mania ad arte, sport e ciaspole, come piace la Navratilova. Ora c’è… Connors agli inglesi. Incuriosisce, per dirne una, la data di matrimonio scelta da alcuni tennisti ormai prossimi a convolare. In un annodi 365 gnomi, Dominika Cibulkova ha optato per il 10 luglio, Andreas Seppi ha preteso l’ 11 settembre. Sono rispettivamente le date delle finali di Wimbledon e degli Us Open. Seppi se l’è cavata con una battuta. Tanto, non succede. Non è mai successo. Perché dovrebbe succedere quest’anno?». Era quello che dicevano Roberta Vinci e Flavia Pennetta un anno fa Ma Dominika? Lei è ancora in gara, qui a Wimbledon, e siamo già a martedì. La scorsa settimana ha vinto a Eastboume, ieri ha battuto Agníeszka Radwanska, un risultato che la promuove fra le favorite. Tre possibilità, a questo punto. Si fa sbattere fuori dal torneo, decide di non sposarsi, si sposa sul Centre Court, che sì, sarà pure ritenuto un campo rogo, ma non è ancora consacrata Federer taglia il traguardo delle 306 vittorie nei tornei del Grande Slam Le stesse di Martina Navratilova, che ha vinto di più e ha giocato fino ai quaranta A Wimbledon è il successo numero 83, e Jimmy Connors è solo un gradino più in là, a quota 84. Serve una vittoria Battuto Johnson, il Genio deve ora fare i conti con Marin Cilic, nei quarti «E Cilic – spiega Roger ; ricordando la dolorosa semifinale persa due anni fa agli Us Open -, è uno di quelli che quando gli entra tutto diventa irresisti bile». Vero, anche se Marin ha una continuità nei suoi risultati che, se riportata a un istogramma, mostrerebbe un andamento simile a una scossa tellurica. Mai una giornata uguale all’altra. Quella di ieri apparteneva al giorni “sì” del croato.. a suon di ace. Cinque, addirittura, in fila. Non è un record, ma è comunque una bella impresa. n record appartiene, guarda caso, a Matchmaker Quer-rey (anche lui nei quarti, battuto Mahut), che ne infilò dieci consecutivi in un torneo americana «Serve massima concentrazione» spiega Roger; ancora in cerva della mi-ore condizione. Beyoncé 1 ha invitato al suo concerto londinese, lui ha risposto «no grazie». «Ci va la mia famiglia, lo invece resto a casa, è meglio». Fuori Djokovic, Federer sa che una piccola percentuale di vittoria spetta andine a lui, e ha deciso di provate. Nei quarti c’è anche Venus. Un ritorno che fa plaacere, dopo tante sofferenze per guarire dalla sindrome di Sjol ultima volta fu sei anni 2010.

 

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