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Wimbledon Junior, la cronaca della finale vinta da Denis Shapovalov
Il canadese Denis Shapolavov ha vinto il torneo di Wimbledon junior confermando di trovarsi particolarmente a suo agio sull’erba

In finale nel torneo junior maschile ci arrivano due diciassettenni: un canadese e un australiano. Denis Shapovalov è nato il 15 aprile 1999, (canadese nato a Tel Aviv); Alex De Minaur è nato a Sydney il 17 febbraio 1999, ma risiede in Spagna. Per la finale hanno avuto l’onore del Court 1, il secondo campo più importante di Wimbledon.
Shapovalov è mancino e gioca il rovescio a una mano. De Minaur è destro e bimane.
Si comincia sotto una sottile pioggerellina, con i due protagonisti tesissimi. Apre al servizio Shapovalov, che non mette una prima, e con tre gratuiti e un doppio fallo regala il primo break a zero. Subito imitato negli errori da De Minaur: controbreak a 15. Nei primi nove punti si è giocato un solo scambio vero, concluso con un passante vincente di dritto di Shapovalov.
Nemmeno nel game successivo le cose migliorano, terzo break consecutivo e 2-1 De Minaur. Il primo a trovare un po’ di equilibrio tecnico è proprio il giovane australiano, che senza strafare, ma semplicemente sbagliando meno, tiene a zero il servizio e sale 3-1. Finalmente anche Shapovalov supera l’emozione e tiene a sua volta il proprio servizio a zero: 2-3.
Sino a questo punto si è visto pochissimo tennis, e l’unica informazione che si può realmente ricavare è che per dei giovanissimi la pressione della finale di Wimbledon su un campo tanto importante non è facile da gestire.
Shapovalov in particolare ha fallito una lunga serie di dritti e di rovesci, quasi tutti spediti in rete allo stesso modo: segno che probabilmente gioca contratto e non riesce a liberare il braccio come al solito. Ha cercato qualche discesa a rete, ha mostrato di saper eseguire molto bene gli smash (ne ha messi a segno un paio molto difficili, correndo all’indietro), ma ha sbagliato veramente troppo. De Minaur si è mostrato più solido e concreto, anche se meno creativo: un atteggiamento che si rivela però più produttivo, visto che dal 4-2 si seguirà la logica del servizio sino al 6-4 De Minaur. Non è stato certo un set memorabile, ma se non altro ci si può consolare con il clima: non solo ha smesso di piovere, ma il cielo comincia ad aprirsi.
Nel secondo set Shapovalov tiene il servizio di apertura e poi prova a mettere pressione all’avversario: mette a segno da fondo campo prima un dritto poi un rovescio vincenti, quindi con uno slice senza peso prima obbliga De Minaur a correre in avanti, poi lo passa a rete. Alla fine ottiene il break, consolidato tenendo il servizio successivo: 3-0 Shapovalov.
Fino a questo momento non si è mai andati ai vantaggi in tutto il match. Si rompe la regola nel quarto gioco, in un game da 10 minuti: dopo 20 punti giocati, alla quinta palla break, Shapovalov strappa di nuovo il servizio a De Minaur: 4-0.
Ma De Minaur è un lottatore e non ha intenzione di mollare il set. Capisce che deve fare qualcosa di più: scendendo a rete si procura due palle break sul 15-40, che Shapovalov annulla con il servizio. Ma sarà con un’altra discesa a rete di De Minaur che il giovane australiano convertirà la terza occasione, risalendo 1-4. Non riesce però a confermare il suo turno di battuta, perché Shapovalov gliela strappa nuovamente, vincendo sul breakpoint uno degli scambi più spettacolari del match, chiuso con una doppia volèe: 5-1. A questo punto sì che De Minaur sembra scoraggiato: tenendo il servizio a zero Shapovalov pareggia i conti. 4-6, 6-1.
Nel terzo set il momento determinante arriva sull’1 pari. De Minaur sale 40-15 poi si complica la vita con un doppio fallo. Shapovalov aumenta la pressione del palleggio e riesce dopo un game lottato a convertire la terza palla break: 2-1 e servizio. Che diventa 3-1 dopo un game in cui si procura punti facili con l’incisività della prima.
Da qui in poi si segue la logica del servizio, e ogni volta che De Minaur prova a rifarsi sotto per recuperare il break, Shapovalov ottiene punti fondamentali con l’aiuto del servizio.
Sul 5-3 De Minaur deve servire per stare nel match e qui vive un piccolo dramma: sotto 0-15 domina uno scambio obbligando Shapovalov a un lob arrangiato, che rimbalza appena oltre la rete. Basterebbe una “benedizione” facilissima, con la palla alta e docile a mezzo metro dal net. Shapovalov è fermo fuori campo, e De Minaur opta giustamente per un semplice appoggio dall’altra parte: ma incredibilmente lo manda in rete. Galvanizzato, Shapovalov sfodera un rovescio vincente per procurarsi tre match point. Sbaglia i primi due, ma si vede consegnato il titolo dall’avversario con un doppio fallo. Con due errori impossibili da dimenticare, De Minaur ha regalato l’ultimo game, del 6-3 finale. Durante la premiazione mostrerà di non avere del tutto superato lo choc per una conclusione del genere, proprio nel match più importante della carriera.
Dopo aver visto per intero il match di finale, mi sento di confermare le sensazioni avute seguendo i giocatori nel turno precedente: De Minaur basa il suo tennis sul ritmo da fondo campo e tende a proporre qualcosa di differente solo quando si trova in situazioni particolarmente difficili di punteggio: allora prova qualche discesa a rete, o qualche variazione con lo slice di rovescio. Il dato di appena 8 vincenti in tutto il match credo illustri il suo atteggiamento di base. Aggiungerei il problema di non servire velocissimo, anche se sa piazzare la palla con una certa precisione.
A lungo andare la maggiore potenza del servizio di Shapovalov si è fatta sentire, visto che riesce a raggiungere punte di velocità (ma anche medie) di cinque-dieci miglia superiori.
Come raccontavo nell’articolo precedente, Shapovalov è sicuramente più creativo e più aggressivo: scende spesso a rete e rischia anche di più nel palleggio. La conseguenza di questo atteggiamento si ritrova nel tabellino delle statistiche, in cui ha numeri più alti nei vincenti ma anche negli errori non forzati. A rete si è disimpegnato molto bene, con una mano efficace e sensibile.
Resta da valutare l’incidenza della superficie, visto che Shapovalov ha dimostrato di gradire particolarmente l’erba (ha vinto il torneo di Roehampton giocato quindici giorni fa), ma nel tennis contemporaneo la carriera di un giocatore si costruisce soprattutto sul cemento e sulla terra.
Denis Shapovalov (CAN) [5] def Alex De Minaur (AUS) [7] 4-6, 6-1, 6-3
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Sinner come Marco Polo: in Oriente scopre il suo best ranking
Sinner raggiunge Panatta come best ranking raggiunto da un italiano nell’era moderna del tennis. In campo femminile il record appartiene a Francesca Schiavone

Il libro del tennis azzurro scrive un nuovo capitolo straordinario. Lo fa in un pomeriggio in cui in Italia l’autunno sembra non esser mai cominciato. 3 ottobre 2023 la data in cui Jannik Sinner ha raggiunto Adriano Panatta come best ranking mai toccato prima, ovvero la posizione n. 4. Lascia da parte rancori e inquietudini interne ed esterne legate a quelle maglie che difendono l’Italia alla conquista della Coppa Davis e si posiziona accanto a un’icona della storia come Adriano Panatta.
Il tutto in una serata cinese, in cui nella capitale della Cina, l’ex recente numero 1 al mondo, Carlos Alcaraz, guarda annichilito la reazione dell’altoatesino che rischia di finire sotto di due break nell’incipit della gara ma che poi reagisce, vince il tie-break del primo set e chiude 6-1 al secondo parziale.
A due passi dalla “Città Proibita”, il tempio del tennis cinese issa Jannik Sinner a quello che da lunedì sarà il suo nuovo gradino della “scala reale” del tennis. Sarà numero quattro come lo è stato Adriano Panatta, unico italiano nell’era moderna a raggiungere questo obiettivo. Nel tennis a noi noto con la classifica computerizzata, uno dei più grandi talenti del tennis italiano fu quarto in classifica dal 24 agosto 1976 sino al 12 settembre 1976, nell’epoca in cui dominavano Connors, Borg e Vilas. Per Panatta quello fu anno d’oro segnato dalle vittorie di Panatta al Roland Garros, agli Internazionali d’Italia e in Coppa Davis.
Giganti del tennis difficili da paragonare a quelli attuali, ma risulta anche essere superfluo il raffronto tra queste epoche.
Sinner diventa n. 4 al mondo, l’85° tennista della storia a riuscirci, ma con un obiettivo che lo regalerebbe ulteriormente alla storia di questo tennis. Qualora dovesse riuscire a chiudere il 2023 da 4 del ranking sarebbe l’unico italiano a riuscirci. Record che devono dare al giovane Jannik quella fiducia in sé stesso che spesso è mancata, quella cattiveria che servirebbe a girare le partite in cui non gioca benissimo. L’obiettivo resta sempre lo Slam, ma adesso questo record parziale potrebbe essergli di grande aiuto per riabbracciare l’Italia intera e lasciare a casa i dubbi, i rancori, le perplessità e le delusioni che hanno segnato i chilometri precedenti al viaggio in Cina.
Un po’ come Marco Polo ha trovato la sua fortuna in un viaggio in Oriente, adesso tocca alla sua mente completare il giro del Mondo.
Il best ranking di Matteo Berrettini attualmente è stato il n. 6 centrato con la semifinale all’Australian Open nel 2022. Fu il primo italiano ad arrivare tra i primi sei al mondo da quel famoso 1976. Corrado Barazzuti, invece, fu n. 7 al mondo il 21 agosto 1978 grazie alla semifinale raggiunta in quell’anno al Roland Garros. Fabio Fognini, invece, raggiunse la posizione n. 9 il 15 luglio 2019. Era il tennis dei Fab-Four che ancora non aveva conosciuto la pandemia. Quell’anno vinse il Masters1000 di Monte Carlo che gli diede lo slancio per salire in classifica.
In campo femminile, invece, con la quarta posizione raggiunta nel 2011 è Francesca Schiavone l’italiana ad aver raggiunto la posizione più alta di sempre. Almeno una volta ai quarti in tutti gli Slam, trionfatrice del Roland Garros 2010, la “leonessa milanese” è stata icona azzurra specie su terra battuta. Francesca Pennetta, vincitrice dell’Us Open 2015, è stata numero 6 del ranking mondiale in singolare e numero 1 in doppio. Un gradino più su riuscì a piazzarsi Sara Errani, il n. 5 il suo best ranking. Roberta Vinci, finalista perdente contro Pennetta allo US Open è arrivata al N.7.
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ATP 1000 Shanghai, il programma di mercoledì 4 ottobre: Fognini trova Kokkinakis
Fabio Fognini torna a giocare un match nel main draw di un torneo del circuito maggiore: scenderà in campo intorno alle 8 ora italiana

Era il 2019, e Daniil Medvedev aveva la meglio su Alexander Zverev, conquistando così il suo secondo titolo 1000. Quattro anni dopo, è ancora quello l’ultimo match disputato nel prestigioso master 1000 di Shanghai, cancellato nelle ultime tre stagioni a causa delle stringenti misure anti covid delle autorità cinesi. Da quest’anno, il più importante torneo asiatico potrà contare su un tabellone allargato a novantasei giocatori, sei dei quali italiani.
Di questi uno scenderà in campo sul centrale nella giornata di inaugurazione dell’edizione 2023: si tratta di Fabio Fognini, oggi sceso al numero 129 del ranking, in gara grazie ad una wildcard. Il ligure torna a giocare nel main draw di un torneo del circuito maggiore per la prima volta da luglio, quando perse al primo turno a Gstaad. In particolare, non vince un match di questo tipo dal secondo turno del Roland Garros. Il suo avversario sarà Thanasi Kokkinakis. L’estroso australiano, numero 71 del mondo, parte favorito: ha vinto tutti e tre i precedenti con Fabio, l’ultimo in Australia, quest’anno. In ogni caso, ci sono tutte le premesse per una partita interessante fra due giocatori molto talentuosi. Il match è il secondo in programma sul campo centrale, a seguire della sfida fra Dusan Lajovic e Stan Wawrinka, impegnati a partire dalle 6:30 ora italiana.
A seguire, chiuderanno il programma sul centrale i veterani Gasquet (impegnato col giocatore di casa Zhizhen Zhang) e Murray, che sfida Roman Safiullin. Qualche match da tenere d’occhio sui campi secondari: Mackenzie McDonald affronta il francese Moutet; Daniel Altmaier trova il giapponese Nishioka.
Ecco il programma completo (Diretta TV SKY Sport Tennis)
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ATP/WTA Pechino: la finale fra Sinner e Medvedev mercoledì alle 13:30 (SuperTennis)
Jannik Sinner, nuovo numero quattro del mondo gioca la sua quarta finale stagionale, la terza contro Daniil Medvedev

Mercoledì è giornata inusuale per una finale di torneo nel tour professionistico. Tuttavia, questo swing asiatico – il primo dal 2019 – ci ha già abituato ad alcune variazioni sul tema, fra match conclusi a notte fonda (questa, in realtà, sta diventando sempre più spesso la norma) e date di inizio e fine dei tornei inconsuete.
Nel 2019, un giovanissimo Sinner perdeva il primo dei suoi sette confronti con un ragazzino spagnolo, Carlos Alcaraz. Sono passati quattro anni e sul Diamond Court di Pechino quelli che erano due ragazzini si sono affrontati per un posto in finale come numero due e numero sette del mondo. Il divario è destinato ad accorciarsi ulteriormente: col prossimo aggiornamento della classifica, Sinner sarà ufficialmente numero quattro, tennista italiano più in alto del ranking da quarantasette anni, da quel 24 agosto 1976 in cui numero quattro lo fu Adriano Panatta.
Jannik affronterà in finale la sua nemesi: Daniil Medvedev. Il russo e Jannik si sono affrontati sei volte, e in tutti e sei i casi è stato l’attuale numero tre del mondo ad avere la meglio. Due di quei sei confronti si sono disputati quest’anno, e rappresentano i due terzi delle finali disputate da Sinner in questa stagione: quelle perdenti, a Rotterdam prima e poco dopo a Miami. Eravamo nel momento migliore dell’annata del russo, ripresosi dopo mesi di appannamento con una lunga serie di vittorie consecutive. A Miami, in particolare, Sinner aveva eliminato proprio Alcaraz per raggiungere la sua seconda finale in un mille.
Mercoledì 4 ottobre si riaffronteranno alle 13.30 ora italiana, l’orario della sessione serale (là sono le 19.30) di Pechino. Negli ultimi giorni, l’indicazione è stata più volte disattesa: ciò ha portato a match (uno su tutti quello fra Alexander Zverev e Davidovich Fokina) conclusosi ben oltre la mezzanotte. Questa finale, comunque, dovrebbe iniziare all’ora prevista, essendoci un solo match femminile prima della sfida italo-russa: si tratta di Pegula-Ostapenko, incontro di terzo turno che inizierà alle 6.00 ora italiana.
Il programma completo a Pechino di mercoledì 4 ottobre: