Coppa Davis, quarti: Usa sul 2-0, Pouille risponde a Rosol, Gran Bretagna avanti 1-0

Coppa Davis

Coppa Davis, quarti: Usa sul 2-0, Pouille risponde a Rosol, Gran Bretagna avanti 1-0

A Portland Jack Sock rimonta due set a Marin Cilic che cede alla distanza, mentre Isner ha vita facile contro Coric. In Repubblica Ceca Pouille batte in tre set Vesely, rimediando alla sconfitta di Tsonga, battuto al quinto set da Rosol. A Belgrado si gioca solamente il primo singolare, con il giovane Kyle Edmund che sconfigge facilmente il rientrante Janko Tipsarevic, ancora lontano dalla forma migliore. Rinviato a domani il secondo singolare

Pubblicato

il

 

REPUBBLICA CECA – FRANCIA 1-1 (Marco Lauria)

Slesia Orientale, a pochi passi dalla Polonia e qualche decina di chilometri da Ostrava. Il distretto è quello di Frydek-Mistek. Se provate a cercare qualche immagine di Trinec, teatro della sfida tra Repubblica Ceca e Francia, il paesaggio ha solo colori autunnali: un’insegna di un albergo che sembra diroccato chissà dove, qualche piatto tipico dove non può mancare la cipolla, gli interni di un locale arredato alla buona. L’economia del piccolo centro è dominata dalla produzione dell’acciaio e il nome del palazzetto, Werk Arena, richiama la Trinec Iron and Steel Works (Werk, ‘fabbrica’ nel dialetto locale), la più grande azienda siderurgica ceca controllata dallo Stato, cuore pulsante del tessuto cittadino. Da queste parti è l’hockey sul ghiaccio lo sport che va per la maggiore; la squadra di casa, l’Ocelari Trinec, ha conquinstato la Czech Extraliga nel 2011, il primo successo dalla scissione dell’ex Cecoslovacchia in due entità separate e dalla creazione di una nuova Lega nazionale.

È la prima volta che la Davis arriva a Trinec e l’accoglienza francamente non pare essere troppo esaltante. Degli otre 5000 posti, almeno due terzi sono ancora vacanti mentre dalle casse partono gli inni nazionali. La marsigliese suona un po’ più forte del “Dov’è la mia casa?” ceco, la commozione è scrutabile dietro i volti immobili. Pouille si morde le labbra, Tsonga tiene gli occhi chiusi durante il minuto di silenzio. Sono passate solo poche ore dalla spaventosa notte di Nizza.

L. Rosol b. J. W. Tsonga 6-4 4-6 3-4 7-6(8) 6-4 

Fanno un gran chiasso i tifosi francesi presenti sugli spalti. Gilles Simon, partito con la squadra, si volta a guardarli e sorride. L’onere di servire per primo è di Tsonga, che tiene bene i suoi turni di servizio e spinge in risposta, costringendo due volte Rosol a rimontare i mini-parziali. Il francese non trasforma quel che Rosol gli concede e il set cambia presto padrone. Il ceco, forte delle palle break neutralizzate, alterna vincenti da fondo a discese a rete e sopra 0-40 converte la seconda palla break ingannando il timido attacco del francese in campo aperto. Tsonga è sotto ritmo e non riesce più ad aggirare la palla e colpire inside-in. Tiene il suo turno di servizio, ma è troppo tardi. Il primo set è ormai affare del ceco.
Rosol non può abbassare la guardia. Lo sa bene Stepanek, che nel breve intervallo continua ad affacciarsi dietro la seduta del connazionale battendo le mani. Sotto 0-30 nel secondo game del set il ceco rimedia ancora una volta con una doppia volèe che buca la difesa di Tsonga. Ai cambi di campo Noah prova a scuotere il numero uno francese, ma è Rosol a girare a suo favore la parità con l’ennesimo approccio vincente a rete. La partita è godibile e gli spalti vanno via via riempiendosi. L’ottavo game però scombina il set: Tsonga getta alle ortiche la prima palla break, scomponendosi su un dritto comodo, poi va prendersi il game spingendo due volte Rosol lontano dalla linea di fondo, costringendolo all’errore. Il dritto in corridoio regala il break al parigino che timbra il secondo set chiudendo al servizio.
La buona stella di Tsonga sembra però non durare. Il terzo set parte in salita per il francese, che deve annullare tre palle break. Noah non nasconde la sua frustrazione, ma un-deux-trois, Tsonga rovescia il game e rimette le cose a posto. Al cambio campo ‘We will rock you’ accompagna il rimbrotto di Noah al suo giocatore. Gli animi si scaldano anche dall’altra parte e Rosol se la prende prima con l’umpire, poi con un uomo dell’organizzazione a bordo campo. Il terzo set non somiglia ai precedenti, entrambi concedono più del dovuto e appaiono meno centrati. Chi ne approfitta è Tsonga, che prima aggroviglia un game al servizio, neutralizzando due palle break, poi in risposta approfitta di un Rosol grossolano per salire 4-2. Il resto non è pura formalità, col francese sempre in affanno che riesce però a completare la rimonta.
Rosol riprende col piglio di chi vuole trascinare il match al quinto, il dritto torna a ferire Tsonga sul lato debole, costretto ad accartocciarsi sulle ginocchia per raccattare i fendenti del ceco. Malgrado ciò i turni al servizio del francese scivolano via senza affanni, complice l’ottimo rendimento della prima e l’imprecisione in risposta del suo avversario. Il primo a ballare è Rosol, che è costretto al numero per salvare la palla break sul tre pari che avrebbe con ogni probabilità chiuso il match: sull’inside-in di Tsonga, il ceco si inventa un passante di rovescio che cade nell’angolo retto alla destra del francese. Col fiato corto i due arrivano al tie-break che si trasforma presto in un festival di mini-break. Si gira sul tre pari e nessuno ha ancora portato a casa un punto col servizio. Lo fa Tsonga con un ace, ma Rosol risponde. Sul 6-5 il francese può per portare ai Blues il primo punto, ma il ceco serve bene e si gira ancora. La tensione sale e si fa sentire anche Noah, iperattivo sotto il seggiolone di Keothavong. Tsonga salva una palla set con un passante in allungo che Rosol non rimanda dall’altra parte. Il ceco non trema e torna ad avere una palla set sul 9-8. La risposta è profonda, Tsonga esce dal servizio in back, ma Rosol mette e i piedi in campo e lo martella sul rovescio. 10-8, si va al quinto.
Le premesse di un quinto set memorabile ci sono tutte
e il parterre assiepato sulle gradinate comincia a farsi sentire, il break che battezza il quinto set non spezza la partita. Tsonga, con la complicità del suo avversario, si rimette subito in carreggiata, ma manca l’allungo che lo avrebbe portato sul 3-1. Galvanizzato, Rosol riprende in mano le redini del match, tiene il servizio e nel gioco successivo converte i gratuiti del francese in palle break. La prima occasione utile è quella buona. Siamo ai titoli di coda, ma c’è ancora spazio per l’ultimo brivido. Al servizio per chiudere il match, Rosol sperpera i quindici di vantaggio con due sciocchezze e rimette in partita Tsonga. Ma non basta: sul terzo match point, dopo i due annullati nel quarto set, il passante di dritto scorre alla sinistra del francese che può solo abbassare la testa. Il primo punto va alla Repubblica Ceca.

L. Pouille b. J. Vesely 7-6(2) 6-4 7-5

Dei due chi impatta meglio il match è l’esordiente. Per Lucas Pouille si tratta infatti della prima presenza in Davis e con i Blues sotto uno a zero le responsabilità che gravano sul francese pesano molto più dei colpi del suo avversario. Il match è godibile sin dalle prime battute, ma il pubblico della Werk Arena, saturo di tennis, partecipa timidamente. Si gioca punto a punto durante tutto il primo set e le occasioni per conquistare due giochi consecutivi sono poche. Pesano eccome però le due palle break che Vesely annulla col servizio sul 5-4 e che trascinano il primo set al tie-break. Il più lucido è Pouille, che agilmente chiude la pratica lasciando solo due punti al ceco.

Il secondo set non segue il copione del primo, gli equilibri si rompono rapidamente e sull’uno pari Vesely concede tre palle break. Come nel parziale precedente ne annulla due col servizio, ma nulla può sulla terza. Con un set e un break di vantaggio il francese lascia andare il braccio e pesca dal suo repertorio soluzioni micidiali. Brucia con passanti lungo linea in serie le improvvisate a rete del ceco e conferma il break. L’inerzia del match è dalla sua parte e Vesely deve sudarsi anche il turno in battuta successivo, ma insperabilmente ha una chance. Pouille molla la presa e gioca un game aberrante in cui era in pieno controllo. Chiude con un doppio fallo e riapre i giochi. L’armonia però dura nuovamente poco: Vesely incappa in un turno di servizio poco brillante e inciampa in un nuovo break. Questa volta il francese non se lo fa dire due volte e si porta sul 2-0.

Si riprende e il leitmotiv è ormai solido: break di Pouille e controbreak di Vesely. Poi nuovamente punto a punto, come nel primo set. Il francese mette una prima su tre, ma le percentuali di realizzazione anche con la seconda sono bulgare. Di ben altro spessore le statistiche al servizio del ceco, che con quel colpo si tira spesso fuori dai guai. Il tennis del francese è delizioso, alterna meravigliosamente bordate di dritto a profondissimi back di rovescio, continui cambi di ritmo che disorientano Vesely. Sul cinque pari due nuove opportunità per sferrare l’affondo decisivo. Il ceco rientra, ma il tira e molla va avanti e Pouille ha ancora una chance: Vesely è aggressivo, spinge col dritto e prende la rete, il francese è tre metri fuori dal campo, ma il suo lato destro è inespugnabile e va a segno con uno splendido passante. 6-5 e servizio, il resto è pura formalità.

 

SERBA-GRAN BRETAGNA 0-1 (Marco Costantino)

K. Edmund b. J. Tipsarevic 6-3 6-4 6-0

Sulla terra rossa di Belgrado, nella sfida inaugurale tra Serbia e Gran Bretagna, valida per i quarti di Coppa Davis 2016, si affrontano il giovane Kyle Edmund e il veterano Janko Tipsarevic, schierato un po’ a sorpresa dal capitano Bogdan Obradovic.
Dopo i primi tre game che scivolano seguendo i turni di servizio, la pioggia – che già aveva provocato un lieve ritardo nell’inizio del match – costringe ad un’interruzione di circa un’ora. Al rientro in campo Edmund mostra di avere una marcia in più: pur senza brillare per continuità di gioco, ma facendosi notare per alcune ottime accelerazioni, strappa con agio il servizio al trentaduenne serbo e, senza rischiare praticamente nulla nei propri turni di battuta, chiude rapidamente il set per 6-3.
Tipsarevic apre il secondo parziale col servizio a disposizione, ma la potenza di Edmund, soprattutto col dritto, e la maggior capacità nel mantenere profondità e intensità durante gli scambi, forzano il giocatore di casa a concedere il break. Il ventunenne britannico ha giusto il tempo di annullare splendidamente due palle dell’immediato contro break e di salire sul 2-0: la pioggia torna infatti protagonista, costringendo ad un’ulteriore interruzione di un paio d’ore. Alla ripresa Tipsarevic produce il massimo sforzo correndo e colpendo quasi come ai bei tempi, riuscendo a strappare la battuta al rivale e a pareggiare il computo dei game sul tre pari; ma il suo show, anche a causa di una forma fisica precaria, dura poco e il numero uno della squadra britannica riprende il filo del proprio gioco, torna avanti nel parziale e al decimo game chiude il discorso con un’ottima palla corta.
La pioggia non smette di scendere sul Tasmajdan Stadium, ma si continua a giocare ed Edmund non sbaglia più nulla, mentre il giocatore di Belgrado appare ormai in disarmo, incapace di opporsi alla freschezza e ai fendenti del numero 67 ATP (cresciuto, con lo scorrere dei minuti, anche con il rovescio). Il terzo parziale vola via in un lampo, con Tipsarevic che subisce un pesante 6-0.

 

USA-CROAZIA 2-0

A Portland la prima giornata della sfida tra Usa e Croazia finisce 2-0 in favore dei padroni di casa. Se Jack Sock ha dovuto rimontare due set di svantaggio a Marin Cilic – apparso in difficoltà fisicamente e con poca fiducia – John Isner invece ha avuto vita facile contro il giovane Coric. Domani con il doppio gli States avranno la possibilità di accedere subito alle semifinali del World Group, traguardo che gli statunitensi non raggiungono dal 2012.

J. Sock b. M. Cilic 4-6 3-6 6-3 6-4 6-4 (Stefano Tarantino)

Parte il croato al servizio, i due scambiano con gran violenza da fondo campo, alternando buone accelerazioni a gratuiti inopportuni. Il più impreciso è Sock che cede la battuta nel quarto game. L’americano però dall’1-4 ritorna in partita sul 3-4, ma poi gioca un decimo game orribile e consegna il primo set con il punteggio di 6-4 al suo avversario.
Il secondo set inizia con una serie di capovolgimenti di fronte. Ci sono ben 4 break consecutivi, Sock dal 3-2 in suo favore smarrisce pazienza e precisione, Cilic infila 4 game di seguito e chiude il set 6-3.
Sock sembra essere andato fuori giri, ma Cilic inizia a calare fisicamente, lamentando anche fastidi ad una spalla. Sock allunga così sul 3-1, spreca due palle del 5-1 ma poi si aggiudica il set con un agevole 6-3. Curiosità, tutti e 3 i set hanno avuto la stessa durata, 37 minuti.
Cilic vuole chiudere il match, andare al quinto sarebbe un ennesimo calvario dopo la sconfitta a Wimbledon con Federer maturata in maniera similare. Il croato profonde un grosso sforzo, ma sul 4 pari cede la battuta. Sock ringrazia, si aggiudica il game successivo e porta il match al quinto.
Cilic stavolta pare finalmente ipotecare il match perché Sock tira il fiato ed il croato vola d’un colpo sul 3-0. Match finito? Macché, Sock ha sette vite, arriva il controbreak nel quinto game e l’aggancio sul 3-3. Cilic pare sfinito, Sock ha tre palle per il 4-3 e servizio ma le spreca. Poco male, sul 4 pari arriva alla fine il sospirato break alla terza occasione, complice anche una voleé facilissima sbagliata da Cilic. L’americano serve per il match sul 5-4, il suo avversario ha due palle per rientrare in partita ma non ne ha più fisicamente, con un paio di gratuiti facilita il compito di Sock che chiude la contesa e porta gli Usa sull’1-0. Ora scenderanno in campo Isner e Coric.

J. Isner b. B. Coric 6-4 6-4 63  (Gabriele Ferrara)

La partita inizia con lo statunitense che commette diversi errori grossolani – specialmente col dritto – ma Coric non riesce ad approfittarne, non riuscendo a fare la differenza sulla diagonale sinistra e mostrando i soliti problemi dal lato del dritto (impatto con la palla troppo arretrato). Isner, nel corso del parziale, è così costretto a salvare cinque palle break, ma – complice un errore clamoroso del croato su un passante di dritto ed una brutta risposta di rovescio su una seconda di “Long John” rispettivamente sulla seconda e sulla terza chance di break – riesce a salvarsi. Dopo lo scampato pericolo, il giocatore di Greensboro centra il break sul 5-4, approfittando del nervosismo e delle insicurezze di Coric, il quale commette un doppio fallo e due gravi errori di dritto, consegnando così il set all’avversario. Dopo aver salvato con autorità altre tre palle break, anche il numero 16 del mondo spreca una ghiotta opportunità, mandando in fumo una palla break nel quarto gioco sbagliando in lunghezza un rovescio lungolinea. Sul 5-4, come nel primo set, riemerge la mancanza di fiducia in quest’ultimo periodo del tennista di Zagabria, che commette quattro errori di dritto ed uno di rovescio, consentendo così al gigante americano di portarsi avanti 2 set a 0. Nel terzo parziale lo statunitense opera il break sul 2-1 in suo favore, beneficiando prima di un passante di rovescio che ritorna incredibilmente nella propria metà campo, sfruttando poi un doppio fallo, un attacco errato tatticamente e due errori col rovescio da parte di Coric, il quale cerca di rimanere attaccato alla partita, ma che nulla può contro i due “alleati storici” di Isner, ovvero il servizio e il dritto. Lo statunitense non ha problemi a conquistare il match, che finisce così con lo score di 6-4 6-4 6-3 in un’ora e cinquantanove minuti di gioco.

 

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement