dal nostro inviato, Luca Goffi
Krajinovic elimina il vincitore del torneo ATP di Cordenons nonché seconda testa di serie del torneo, il 23enne Taro Daniel con il punteggio di 6-4 6-3.
Il giapponese nato a New York, nei colpi ricorda la filosofia del “Dai la cera, togli la cera” del film “The Karate Kid”, oggi però è in versione Jack Daniel(s) poiché costantemente intontito dalla solida difesa e da una diagonale di dritto a dir poco inscalfibile del proprio avversario.
In difficoltà dunque dal primo set con un Taro barcollante costretto ad affidarsi ad un rovescio troppo spesso sballato.
Pertanto il serbo nel settimo game raccoglie i frutti del proprio gioco e soprattutto del rovescio balbettante del nipponico, confezionando il break. Bacchettato come Gohan, inteso come riso bianco insipido e non il celeberrimo protagonista della saga Dragon Ball, il giapponese reagisce ma il vantaggio accumulato consente all’ottava testa di serie di chiudere il set 6-4.
Tra un parziale e l’altro Krajinovic chiama il medical timeout per un problema al braccio destro. Accusa grande sofferenza per tutto il secondo set anche se l’alto rendimento al servizio e nei fondamentali, maschera le problematiche fisiche. Ed infatti il serbo al quinto gioco prende il largo, la reazione di Daniel è flebile, quasi inconsistente così sul 5-3 il sake del classe ’93 raggiunge la temperatura ideale e Krajinovic con una sorsata se lo beve per il secondo break che vale il dolce finale.
Dopo un set da “Don’t cry for me Argentina”, Mayer si ricorda di essere stato 21 del ranking e, a suon di vincenti, mina una ad una le certezze di un granitico Melzer che si inchina 6-2 4-6 4-6.
Forte di un torneo sino a quel momento inappuntabile ed in totale controllo, l’austriaco prende il largo al quarto gioco mettendosi davanti e non arretrando fino alla fine. La prima testa di serie suona uno spartito dal ritmo allegro ed le gravi stonate di Mayer anticipano la sua resa. Quindi al settimo gioco è già tempo dell’assolo valido per il secondo break, favorito inoltre da due impreviste pause di Mayer al servizio. Anticipando l’inaugurazione del TAV, con questo perentorio 6-2 Melzer mette rapidamente sui binari giusti la partita.
Nella seconda frazione sembra continuare la solidità del viennese infatti nel primo gioco tiene seppur combattendo il servizio. Mayer, specialista nel complicarsi la vita, emula l’avversario e riesce, dopo una lotta dilaniante, a districarsi tra i suoi errori e a rimanere agganciato all’avversario. Nel terzo gioco l’argentino sfrutta un passaggio a vuoto dell’oppositore di giornata ed incamera il break. Ma è il sesto game il punto di svolta quando un argentino in affanno, respinge palle break come sull’autoscontro e dopo aver chiuso il game, sperona il proprio competitor scrivendo la parola fine sul 6-4.
Ritrova così i lampi dei tempi migliori e la partita aumenta di interesse con i due giocatori a sfidarsi senza remore e blocchi mentali. Nel terzo, i due procedono per otto giochi in totale simbiosi, Mayer dà l’impressione di acquisire smalto e fiducia con il passare degli scambi, recupera anche sotto 30-0, con un passante di dritto guadagna il vantaggio e così, con il suo marchio di fabbrica, il rovescio stretto, mette la testa avanti. Spinto da uno stato di grazia, suggella con un ace di seconda, l’eliminazione di Melzer.
Lorenzo Sonego, gioca meglio, palesa un netto predominio ma gli manca il killer instict e così cede progressivamente a Eysseric che dopo aver visto il baratro, come una fenice riemerge dalle proprie ceneri e trionfa 4-6 6-3 7-5.
Torinese come Giorgio Griffa, Lorenzo Sonego applica l’essenza del minimalismo al primo set, rispondere è proibitivo durante i suoi turni di servizio. Il francese combatte ma non concede favori e così si arriva al nono gioco quando Eysseric crolla nella sfida di nervi e con un doppio fallo consegna due palle break consecutive, ne basta soltanto una a Sonego: l’italiano arriva come un falco sulla smorzata e chiude in scioltezza. Prosegue nel suo martellare e chiude ancora una volta a zero il turno decisivo: 6-4. Senza fronzoli.
Nel secondo set prosegue sulla via dell’essenzialità, fino al sesto gioco, quando recupera da zero trenta ma con due attacchi di dritto fuori misura (il primo corretto fuori dal nastro, il secondo lungo) cede il break.
Da lì in poi il francese concentra le sue energie a mantenere i propri turni di servizio e pare disinteressarsi di quelli del torinese, la strategia lo premia 6-3.
Sonego cala, è costretto a difendersi ad ogni tornata dai fendenti del transalpino, fino all’ottavo gioco quando l’azzurro, in sfregio ad ogni cortesia, beffa Eysseric dopo una sfida ai vantaggi.
Sul 5-3 Sonego ha un matchpoint ma Eysseric cancella tutto e strozza in gola l’urlo di gioia con il controbreak. Acquisito il 5-5, il francese trova delle difese ai confini della realtà e scherzando con le leggi della fisica compie il sorpasso. In scioltezza incamera il game decisivo e chiude 7-5.
L’incontro serale per la terza volta incorona Donati che in rimonta 6-7 6-4 6-3 sciogliendo il freddo ed inespressivo Langer.
Il colpo di scena che non ti aspetti, dopo un intero set in cui Donati concede soltanto le briciole in risposta al chiodo teutonico e dà l’impressione di giocare al gatto col topo nei turni del tedesco, ecco che si materializza al tiebreak. L’alessandrino tiene il servizio una sola volta e neppure il doppio fallo di Langer lo rimette in gioco: 7-2 senza storia.
Come canta Vasco: “Diamo un senso a questa storia anche se questa storia un senso non ce l’ha” così alla prima opportunità del secondo set, Donati reagisce, si guadagna tre palle break e chiude in scioltezza.
Langer non ci sta ma l’argine tiene e quindi si prosegue senza break. Nel decimo gioco il tedesco si dimostra un vero stoico annullando tre set point ma si arrende alla quarta occasione 6-4.
Anche nel terzo set Donati tiene alta la pressione, l’avversario respinge a fatica il primo tentativo, così dopo aver acciuffato i vantaggi nel terzo gioco, come Bender in Futurama, l’azzurro trova la forza di piegare la trave teutonica e vale il primo allungo. Da lì in poi Langer non si renderà più pericoloso e capitolerà nel nono gioco quando il dritto a sventaglio di Donati, sgretola il teutonico al suolo come la torre nel Jenga.
Risultati:
[5] L. Mayer b. [1] G. Melzer 2-6 6-4 6-4
M. Donati b. N. Langer 6-7(2) 6-4 6-3
[Q] J. Eysseric b. [WC] L. Sonego 4-6 6-3 7-5
[8] F. Krajinovic b. [2] T. Daniel 6-4 6-3