US Open, il tetto "suona" come un concerto rock!

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US Open, il tetto “suona” come un concerto rock!

Il tetto sull’Ashe risolve definitivamente i problemi televisivi degli Us Open, ma forse ne apre altri. Il nuovo tetto infatti, a quanto pare, donerebbe all’ambiente del centrale un qualcosa di rock!

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Sono già molti, tra tennisti e addetti ai lavori, quelli che hanno commentato la nuova atmosfera che si respira sul centrale degli US Open quando il tetto è chiuso. Per Ubitennis ci ha pensato il direttore, direttamente da New York, a spiegare bene che il pubblico americano non è quello di Wimbledon e che con questo tetto molte cose sono cambiate. Le critiche maggiori, ad ogni modo, sono arrivate dai protagonisti in campo: “L’atmosfera è molto forte – ha detto Serenanon è come gli altri posti dove gioco di solito. Spero di abituarmi”; ancor più critico il commento di Murray “Il suono ti aiuta a interpretare la velocità della palla, quanto duramente si colpisce o l’effetto che l’avversario dà alla stessa. Per esempio, se giochiamo con le cuffie o le orecchie tappate sarebbe un grande vantaggio per l’avversario”. Infine ci ha pensato Nadal: “Mi piace l’energia del pubblico di New York. Mi piace sentirli vicino, perché io gioco con un sacco di passione e il pubblico è importante ma è anche vero che il rumore a volte è troppo forte”.

Parrebbe infatti che a tratti, soprattutto nei momenti di maggiore enfasi del gioco, i giocatori non riescano a sentire il suo della pallina sulle corde o addirittura le comunicazione dell’arbitro (nonostante il microfono).

Infine è doveroso ricordare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che l’orecchio umano può tollerare fino 55 decibel senza problemi. Da 60 in poi è già diverso: l’esposizione a più di 85 o 100 per 15 minuti può causare danni all’udito. Nel Arthur Ashe, con la nuova struttura, costantemente si superano gli 80 decibel e si raggiungono i 100 nei momenti di maggiore eccitazione. Numeri, appunto, molto simili a quelli di un concerto rock, ma questa volta senza l’ausilio di Phil Collins.

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