US Open interviste, Pliskova: "Nel circuito le cose stanno cambiando"

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US Open interviste, Pliskova: “Nel circuito le cose stanno cambiando”

US Open interviste, finale: [1] A. Kerber b. [10] K. Pliskova 6-3 4-6 6-4. L’intervista del dopo partita a Karolina Pliskova

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La finale ovviamente ci parla di emozioni. Cosa provi? Tristezza? Sei arrabbiata con te stessa per la tua prestazione?
No. Ho fatto un grande lavoro. Era la mia prima finale di uno Slam. Eppure sono stata vicina a vincerla. La sua maggior esperienza in questo tipo di finali probabilmente ha deciso la partita. Sono così orgogliosa di me stessa. Se qualcuno mi avesse detto due settimane fa che avrei giocato la finale, avrei accettato. Nessuna tristezza.

Quanto ti sentivi nervosa prima di scendere in campo? Come hai gestito le tue emozioni?
Non ero per niente nervosa in campo. Neppure all’inizio. Ho già detto che in campo sto bene. Forse prima del match, ma è normale. Mi sono divertita. Fisicamente per me è stata molto dura. Si sa che lei è tosta da affrontare e rimanda tutto di là. Mi aspettavo una partita così. Alla fine, nel terzo set, ero vicina ma, sapete, lei ha giocato ottimo tennis quest’anno. Non è mai facile batterla.

Oltre al fatto che è mancina, cosa rende difficile rispondere al suo servizio?
Non avevo incontrato alcuna mancina in questo torneo ed è sempre difficile farlo. Batte sempre sul rovescio e non c’è molto che si possa fare. Poi le resta il campo scoperto. Ho una gemella mancina ed è sempre dura giocare contro le mancine. Non ce ne sono molte tra le prime 100. Si gioca sempre contro destrimani e non c’è tempo per allenarsi o giocare con delle mancine. È sempre difficile affrontarle.

Senti che il tuo servizio, sempre così efficace nel torneo, ti abbia un po’ piantata in asso oggi?
No, non credo dipenda da questo. Comunque è difficile giocare contro qualcuno che risponde a tutto. Non ho avuto punti facili dal servizio perché lei rispondeva a tutto e, anche se non è aggressiva, questo è fondamentale per lei. Di norma devi fare un colpo in più. Rispetto alle altre contro cui ho giocato in questo torneo, lei sbaglia molte meno risposte. Perciò era complicato per me battere perché non ottenevo punti facili

Ti è sembrata fosse più nervosa per via del fatto di essere la nuova numero 1?
Non penso abbia sentito alcuna pressione oggi. Ha fatto uno dei suoi migliori match contro di me. Anche il mio credo sia stato di alto livello. Non ci sono stati molti errori e per fare un punto o un game dovevo giocare su ogni palla.

Nel secondo parziale ti sei sforzata molto per venire di più a rete: era una cosa che sapevi di dover fare dopo il primo parziale?
Ci ho giocato contro più volte  e so che ci sono molti modi diversi per batterla. Oggi sentivo che da fondocampo sbagliava poco. Dovevo quindi entrare di più nel campo, aggredire e chiudere con le volée, naturalmente. Ho fatto un ottimo lavoro a rete ed ho chiuso molti punti. È stata la chiave per il secondo set. Purtroppo nell’ultimo set non ho avuto molte possibilità di venire a rete. Nell’ultimo game ho fatto qualche erroruccio…(ride)  

Congratulazioni per queste due settimane. La prossima volta che sarai in una finale dello slam, quanto ti aiuterà questa esperienza? Quanto sei cresciuta nelle ultime quattro ore?
Molto, perché non fai tante partite così nella tua carriera o nel corso dell’anno. Così la considero una cosa positiva. Il prossimo Grande Slam cercherò di giocare così dal primo turno all’ultimo. Non importa cosa succede. Non importa cosa succederà. Affronterò torneo dopo torneo come ho fatto in queste ultime tre settimane. Ho proprio fatto un ottimo lavoro. Sono migliorata in molte cose, soprattutto nelle partite in cui ho affrontato giocatrici di classifica superiore alla mia. Questa è la chiave che mi può consentire di migliorare ancora.

Hai detto che Angelique non ti concedeva punti facili e che sentivi la pressione di dover essere aggressiva. Puoi spiegarci cosa si prova ad essere una giocatrice offensiva contro una difensiva di quel livello. Quanto pesa?
C’è sempre pressione. Ma qui la differenza è che non puoi sbagliare molto ed al contempo attaccare e fare i colpi vincenti, poiché io non posso giocarmela sulla corsa con lei. Nessuna corre come lei. Non posso fare 30 scambi; alla fine morirei e non riuscirei comunque a vincere. Devo provare a fare il mio gioco ed è quello che è successo nel primo parziale. Ma Angelique giocava molto bene in quel momento, pure al servizio e quindi non riuscivo ad attaccare. Aveva grande profondità di colpi. Ho aspettato la mia opportunità che è arrivata nel secondo set. Ero ancora aggressiva pure nell’ultimo parziale, anche se non sono riuscita a vincerlo perché ho fatto degli errori, ovviamente. Ero un po’ più stanca forse alla fine del terzo set; avrei avuto bisogno di maggiore forza (ride).

Hai giocato prima contro Serena e poi contro Angelique, due numero 1. Quali sono le differenze tra loro e cosa trovi in loro?
Non puoi confrontarle. Il gioco è completamente diverso. Pure loro due lo sono. Serena spara su ogni colpo. Batte bene. Ti sballotta su e giù dal secondo servizio. Insomma è proprio un gioco diverso. Lì posso attendere di più il suo errore. Con Angie non puoi attenderti errori. Non ti concede nulla. Con lei ho dovuto essere io all’attacco. Di solito è più difficile giocare d’attacco e cercare i vincenti. Questa è la differenza tra loro due.

Tutto cambia nella vita. Per anni abbiamo avuto le sorelle Williams e poi vengono in mente la Sharapova e la Azarenka. Ma quest’anno abbiamo visto le grandi prestazioni tue e della Kerber, della Muguruza. Negli spogliatoi c’è la sensazione che forse le cose stanno cambiando?
Non faccio caso a queste cose e comunque non mi pare ci sia. Però, a parte in due, c’è stata una vincitrice differente in ogni Slam quest’anno, ed anche in questo avrebbe potuto essercene una diversa. Forse sì, forse le cose stanno cambiando e giocatrici diverse stanno venendo fuori. È normale. Sono sempre pericolose. È bello vedere altre ragazze vincere i titoli e non sempre le stesse.

Traduzione di Roberto Ferri

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